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Azzardopoli:le mafie sono socio "occulto" del Monopolio, e ci prendono per fessi PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 09 gennaio 2012


gozzovilandiaNel Paese magico di gozzovilandia si fanno scoperte incredibili!

Ullallà, che scoperta incredibile!! Si sono applicati, hanno studiato ed hanno capito:il settore del gioco, quello delle famigerate slot machine , è terreno fertile per le cosche! Ma chi l'avrebbe mai detto!!

Meglio tardi che mai, ed il Corriere di oggi riporta trionfante che "uno studio curato da Daniele Poto afferma che le cosche sono l'undicesimo concessionario occulto del Monopolio. Infatti, ha spiegato in una conferenza stampa la consigliera Diana De Martino della direzione nazionale antimafia, «a partire dal 2003, quando il gioco si è evoluto, anche le infiltrazioni si sono evolute: concentrandosi sulle macchinette, che sono il comparto dei giochi con la maggiore redditività"

Ci spiegano che i clan che si arricchiscono con le scommesse sono 41, e le concessionarie di macchinette sarebbero ora 10.
 

Il sistema è noto: ogni macchinetta è unita in via telematica al fisco per trasmettere i dati sulle giocate che dovrebbero essere tassate al 12%. Le mafie, come noto, alterano le macchinette ed evadono.

Ma come è come non è, le sanzioni sono minime perchè è "difficile" dimostrare la associazione mafiosa (sic).

Insomma anche questi come i papponi restano pressocchè impuniti, mentre se un cittadino dimentica una bolletta, o non ce la fa a pagare tasse che erodono fino al 70% di quello che  incassa,  è trattato come un reietto e gli applicano punizioni tremende, trattato come un ladro, il suo debito triplica, quadruplica, se possibile gli tolgono la casa, gli chiudono il conto, gli bloccano l'auto, interessi del 47% sono ritenuti normali,  basta poco che è rovinato per la vita, ma  se la cosca truffa.. è difficile multarla, fermarla, accusarla. Strano  e misterioso paese.

 In realtà ci prendono in giro, e il Clan se la ridono , al massimo risponderanno per intrusione abusiva in sistema informatico o , udite, udite: per  CONCORRENZA SLEALE.

Non  rabbuiatevi, suvvia , non è da ridere? Hanno di sicuro tutti il senso dell'humor: Monopolio di Stato e cosche sono trattati come concorrenti, un po' come il bar della signora Pina e quello del sor Giacomo che concorrono a dividersi caffè e cappucini  del Paese di gozzovilandia.

Vi sentite presi in giro? Giusto , certo che ci prendono in giro, lo so io e lo sapete voi, come lo sanno Befera e Monti. Ora come  casalinghe svogliate, scoperte a nascondere la polvere sotto il tappeto, i nostri tiranni, fanno le pulizie: una spolveratina qua, una là, ma che non faccia troppo danno.. è difficile, difficile fare pagare alle Cosche  Concorrenti con il Monopolio... Meglio curare i giocatori, meglio   spendere i soldi delle nostre tasse per campagne  inutili, ma assai carine di informazione, curare i giocodipendenti, magari assegnando altri fondi alle onlus, ai sindacati e, perchè  no?  magari anche alle Cosche Concorrenti, per "redimerle " ovviamente . E spunta  pronto don Ciotti.


Corriere :.. . Sono 41, dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, dai Santapaola agli Schiavone, i clan che gestiscono i «giochi delle mafie», a Chivasso come a Caltanissetta, passando per la capitale. Le mafie si infiltrano nelle società che gestiscono i punti scommesse, nelle sale gioco che fanno da «lavanderie» per i soldi sporchi; lucrano con l'usura; gestiscono bische clandestine e toto nero, e il mercato del calcio scommesse da solo vale 2,5 miliardi; acquistano i biglietti vincenti dai giocatori, pagando un sovrapprezzo che va dal 5 al 10%, per riciclare il denaro sporco: esibendo tagliandi vincenti di superenalotto e lotterie, i clan possono giustificare l'acquisto di beni e attività commerciali.

DON LUIGI CIOTTI - «Un danno sociale, ma anche umano», ha detto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti: 800 mila persone sono dipendenti dal gioco e altri 2 milioni di giocatori sono a rischio. «Bisognerebbe applicare - ha aggiunto - le direttive dell'Oms che dicono che la dipendenza da gioco è una malattia sociale e va fatta prevenzione». Libera sollecita, una legge quadro sul gioco d'azzardo, di limitare i messaggi pubblicitari e di marketing; promuovere campagne di informazione, di consentire ai giocatori dipendenti il diritto di usufruire di cure e benefici.


leggi anche:

http://www.maristaurru.com/index.php/Articoli/La-classe-dirigente-ci-mette-le-mani-in-tasca-e-dimentica-98-miliardi-delle-slot-machine.html

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