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Debito Pubblico una Europa ostile ci brutalizza anche se NOI non siamo insolventi PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 09 novembre 2011
Gatto e Volpe concordano i criteri di maaastricht
Debito Pubblico ci brutalizzano senza motivo, non siamo insolventi Maastricht ha invertito i criteri, ma è   troppo comodo cari  signori d'Europa!!

La nostra Stampa dimostra ancora una volta la sua superficiale dipendenza da interessi "altri "  evita di mettere in risalto per esempio  che in realtà l'Italia è più virtuosa della Germania. E si ritorna alla struttura dell'euro, moneta rigida e valutata a misura del marco, di una economia che non ci appartiene, una moneta cucita con arroganza su misura su Paesi altri da noi che ora, sempre con arroganza, ci chiedono di pagare anche conti che non sono i nostri.Paesi molto meno virtuosi di noi, ma che, guarda caso, stanno nei parametri di Maastricht su di essi studiati e cuciti. E Marista ha la sensazione dolorosa che il gioco sia partito TRUCCATO, ma Marista non può sinceramente fare testo, magari quello che dice la Stampa estera, osannata e messa su un altare se dà addosso al Bel Paese, potremmo leggercelo con attenzione anche quando ci chiarisce qualche punto oscuro . Ed è il caso di un articolo di Ambrose Evans-Pritchard, responsabile della sezione economica internazionale del “Telegraph”: dichiarazioni apparse sul quotidiano inglese e poi riprese in un’intervista realizzata da Enrico Piovesana e pubblicata il 4 novembre 2011 da “Peacereporter”).

 




Ambrose Evans-Pritchard, Chiarisce:

L’Italia non è fondamentalmente insolvente. Lo Stato italiano è uno dei pochi al mondo ad avere un avanzo primario, ovvero a incassare più di quello che spende, al netto degli interessi che paga sul debito pubblico. È in questi pasticci perché non ha un prestatore di ultima istanza, una banca centrale sovrana o una moneta sovrana. La struttura dell’euro ha trasformato uno Stato solvente in uno insolvente. Ha invertito l’alchimia. La posizione debitoria italiana è solida, perché non esiste solo il rapporto debito pubblico/Pil stabilito dal Trattato di Maastricht. Se tra i criteri di sostenibilità di un’economia si considera anche il debito privato, l’Italia risulta uno dei Paesi più stabili d’Europa.


L’indebitamento delle famiglie italiane e delle società non finanziarie italiane è il più basso d’Europa (42% del Pil, contro il 103 britannico, l’84 spagnolo, 63 tedesco e il 51 francese)

e ciò rende il debito aggregato italiano (pubblico più privato) inferiore a quello di Gran Bretagna, Spagna e Francia, e analogo a quello della Germania.

Considerate queste condizioni, se il vostro Paese non fosse entrato nell’euro e aveste quindi una banca centrale sovrana in grado di attuare una politica monetaria autonoma espansiva a sostegno dello sviluppo, la situazione dell’Italia sarebbe molto migliore. Ovviamente stiamo parlando in linea puramente teorica, perché ormai che siete dentro non potete uscirne: sarebbe una catastrofe per voi e per l’Europa in generale.

Il problema è che la direzione in cui stiamo andando è proprio questa, perché la politica economia della Bce produce risultati nefasti. La politica monetaria restrittiva della Bce, che anche in questi ultimi anni di piena recessione ha pedissequamente osservato il suo dovere statutario di tenere bassa l’inflazione tenendo alto il costo del denaro, ha ristretto il credito e di conseguenza ha rallentato la crescita di tutta l’Europa. E ora pretende di salvare Paesi in recessione come Grecia e Italia imponendo loro riduzioni salariali e tagli occupazionali che bloccheranno crescita e sviluppo. Incompetenza, per non dire di peggio.

A questo si sommano la pericolosità politica dell’azione della Bce, che impone i suoi diktat in maniera arrogante e offensiva della sovranità nazionale. Si pensi al piano per la Grecia che prevede l’apertura ad Atene di uffici europei permanenti per monitorare l’applicazione di queste misure, come una sorta di viceré europeo.


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