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Eluana, Dio, la magistratura. Domande per chi non ha certezze. PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 31 gennaio 2009

L'occhio di Dio, foto nasa con telescopio Hubble


Da subito chiarisco,  il caso di Eluana lo escludo a priori, di Eluana non parlo perchè  io non ho certezze,  a me pare che la povera ragazza venga usata da questo e da quello .  Forse ne potrei parlare qualora qualcuno in futuro, mancando Eluana,  voglia secondo solito copione,  papà Englaro in Parlamento

 

Io  al momento ho  solo domande che resteranno  anche quando Eluana non ci sarà più, e  da Eluana parto perché parto da quanto  ha affermato Grechi, il Presidente della  Corte di Appello di Milano, riferendosi al caso di Eluana Englaro, citato nella sua relazione all' inaugurazione dell'anno giudiziario, per ricordare  come la Corte che presiede, lo scorso anno sia stata «chiamata a decidere sul drammatico caso»' della donna in stato vegetativo permanente da 17 anni, annotando che " qui dobbiamo solo ribadire che in uno Stato di diritto il giudice non può rifiutare una risposta, per quanto nuova e difficile sia la domanda che gli viene rivolta, e che, per altro verso, nel cercare la risposta, deve mantenere un atteggiamento di genuina umiltà ed un costante ancoraggio ai principi della Costituzione".  Io sono una  donna semplice a cui avevano raccontato una altra storia, che ci sono le leggi e che il Giudice deve applicare le leggi, se ci sono, altrimenti un altro organo deve provvedere, non ho mai sentito che in mancanza di leggi al passo con i nuovi tempi, spetti al Giudice  rispondere secondo i principi della Costituzione alle domande nuove e difficili , mica siamo ad un quiz Tv, mi si passi l'arditezza dell'accostamento, in cui il partecipante cerca , in assenza di risposta certa, di dedurne una qualsiasi dalle nozioni in suo possesso. 

 

 "Per quanto riguarda il prosieguo della vicenda - ha infine osservato il presidente della Corte d'appello di Milano - nè il potere legislativo nè il potere esecutivo possono porre nel nulla le sentenze definitive".Bene, questo attiene alla divisione dei poteri che vale per tutti i soggetti implicati.

 

Che i cittadini debbano rispettare le sentenze, non vedo come si possa negarlo, ma  ho come cittadina delle domande  sulle sentenze definitive ed inappellabili, emesse in fondo da uomini fallibili come ognuno di noi.

 


- Davvero le sentenze definitive non possono esser poste nel nulla? La mente  ed il buon senso si ribellano.

 

- Chi emette le sentenze? I giudici, cioè uomini e come tali fallibili.

 

- Possibile che  un umano fallibile possa emetter sentenze inappellabili?

 

-  Io ho ricordi vaghi di studi giuridici , 


ma un certo articoletto del nostro codice  ( art 395, cpc ) mi dice che  : Casi di revocazione- le sentenze pronunciate in grado di appello ( 396) o in unico grado (339), possono essere impugnate per “revocazione” e segue nell’articolo elenco dei casi non pochi in cui ciò avviene con termini perentori che decorrono dalla notificazione delle sentenze, tranne che per determinati casi in cui i termini decorrono dal momento in cui si fosse verificata la scoperta di dolo ed altre fattispecie.

 

-  Come si armonizzano quei principi  ispirati al massimo della prudenza  che anche un superficiale lettore può coglier nel codice con la affermazione  perentoria  del Presidente Grechi, senza voler entrare nella affermazione  che spetti al giudice in assenza di norme certe dare risposte in base ai principi della Costituzione, sperando che  qualche giurista voglia "osare"  addentrarsi nella questione, io  non lo so davvero e  mi piacerebbe una risposta seria al proposito

 

- Il buon senso mi dice che  se per assurdo, domani Eluana desse segni certi di ripresa anche della vita cerebrale, saremmo nella mota, visto che  Grechi sembra sostenere   che , data una sentenza definitiva in genere, ti mettono un masso sopra e non se ne parla più. 

 

-E se per assurdo  succedesse l’impensabile miracolo dopo che un magistrato ti ha messo un bel masso addosso?

 

 Lasciamo morire il malcapitato pare di capire, o meglio, lo dovremmo  uccidere  per applicare la sentenza dei magistrati, avremmo in due battute sostituito Dio con la magistratura .

 

Certo in questo modo, per assurdo , ci libereremmo  della rogna degli errori giudiziari, questi  non esisterebbero più. Niente più caso Zornitta e niente risarcimento , niente caso Tortora, niente rognosissimo caso  Rocco Meloni, che da 16 anni di lotte giudiziarie, pur se riconosciuto del tutto innocente ,  ha avuto distrutta la vita , la professione, l’onorabilità, e mi fermo qui nell’elenco doloroso degli errori giudiziari che hanno distrutto vite , famiglie.

 

Una sentenza definitiva, questo allora  è il rimedio in linea con il progresso, secondo alcuni? Possibile che siamo arrivati a tanto?

 

Ma  una sentenza definitiva.  non la da spesso neanche il terribile cancro, il capriccio del caso vuole che a volte persone vengano  date dai medici   per  condannate a morte dal male, e poi  invece  guariscono.

 

Certezze:

 In materia di vita e di morte  la nostra legislazione è un po’ indietro, la scienza fa progressi  a passo di galoppo, le nostre leggi sono obsolete in questa materia, la stessa scienza medica non ha certezze in materia, ed allora che si è pensato?

 In mancanza di certezze  della medicina e delle leggi, che decidano  i Giudici.

 

Dite quel che volete,ma a me sembra MOSTRUOSO.

 

Da Ansa riprendo le parole di Giovanni Maria Flick

 

“.. il forte richiamo del presidente della Consulta, Giovanni Maria Flick. Che in occasione dell'udienza straordinaria alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha qualificato come "risposta tecnica"  quella data dai giudici costituzionali sul caso Englaro.

In definitiva, Flick auspica che queste tematiche, "proprio perché coessenziali alla visione dei diritti fondamentali", vengano definite da leggi chiare:

 

 "Perché solo con la legge - sostiene - può raggiungersi un ponderato equilibrio di valori in gioco, soprattutto di fronte alla 'esplosione' dei nuovi diritti determinata, in particolare, dalle incessanti conquiste della scienza e della tecnica".

Già solo con la legge si può raggiungere un ponderato equilibrio.. sembrerebbe quasi pleonastico per uomini di diritto, sembrerebbe.

 

Mi sembra che ci sia ben poco da aggiungere, mi sembra che impalpabilmente si ritorni al solito problema che da troppo tempo tiene occupati molti nel settore Giustizia: i giudici  in uno stato di diritto, non fanno le leggi, ma emettono sentenze applicando le leggi esistenti, e unica fonte di diritto è il potere legislativo ed alla legge emanata da esso tutti sono  assoggettati, anche giudici e giuristi,

e questo a me fu insegnato essere essenziale perché si abbia quello che stiamo man mano perdendo: la certezza del diritto.

 Il  potere di interpretazione delle leggi da parte del Giudice è  indiscutibile, ma anche questo potere  ha indiscutibilmente   dei precisi confini , non può arrivare a produrre nuove leggi o a sostituirsi a leggi incomplete  concretandosi  altrimenti in un vero e proprio potere surrettizio  di legiferare,

e questo è, checché nella ubriacatura del  sessantotto  sia ventilato, sperando che gli  epigoni del 68 si mettano infine l’animo in pacevisto che:

non  un Formigoniano chiede leggi chiare emesse dagli organi preposti, bensì Giovanni  Maria Flick, Presidente della Consulta, di tutto altro  indirizzo politico e di indiscutibili capacità e meriti  di giurista.

 

Capisco che non troverò molti estimatori e fan, visto che  queste mie non sono considerazioni di colore e che non  parlano al cuore ed alla pancia degli Italiani.

Ma basta di farci  “strascinare come broccoli”in padella sotto la spinta delle passioni.

Dopo gli anni di piombo, sono venuti gli anni delle suggestioni, della giustizia urlata , della giustizia spettacolo, e di suggestione in suggestione, siamo arrivati alla giustizia ingiusta che la cronaca ci ha ampiamente mostrato, esercitata per abbagli e mancanze, quella che colpisce i cittadini comuni, quella contro   i cittadini comuni.

 

 Stiamo attenti, che le dispute tra “grandi” che tanto ci divertono, che ci vengono proposte dai conduttori Rai di opposto segno,  e che da bimbi giocosi prendiamo come se si trattasse di  fare il tifo, poi  nei fatti su di noi  gente comune come massi verranno gettate e su di noi verranno  applicate.

I potenti restano sempre indenni, cadono in piedi loro, noi invece  ne abbiamo la vita troncata, come i mille Zornitta, i  Tortora,  le tante vittime degli errori giudiziari che  in mancanza di gradi di appello e in presenza di “giustizia creativa” potrebbero diventare vittime definitive,  almeno così pare capire, e spero di sbagliare.

Avremmo ancora di più  vittime di un Dio senza ripensamenti né compassione:il sistema giudiziario dei nostri peggiori incubi, quello per il quale alcuni da tempo stanno lavorando,

in un processo involutivo, nato ed inserito ad arte da menti sopraffine nel tempo che fu nelle nostre  Università, quando alcuni agguerriti personaggi  fecero tabula rasa, o ci provarono, del Diritto Romano e di quanti ad esso credettero  e si ispirarono  e magari non capivano o sottostimavano  le motivazioni ideologiche e profonde di certe autentiche persecuzioni capillarmente condotte,  motivazioni  che ormai sono evidenti a molti, se non a tutti, motivazioni

che  portano ad un modo tutto nuovo di concepire la Giustizia,

che non voglio definire io, ma che spero che qualcuno , meglio qualificato di me, abbia il coraggio di palesare agli Italiani apertamente e fuori dalla stanze paludate, gli Italiani hanno il DIRITTO DI SAPERE, cosa davvero è in gioco : la libertà dei cittadini, e non scherzo affatto.



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