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Intervista a Folliero parte IV: il Mes e le multinazionali del credito Perchè il debito infinito PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 26 novembre 2012

MESE’ dunque possibile che “economisti” o presunti tali, del calibro di Monti, ignorino le regole dell’economia capitalista?

 

Come abbiamo dimostrato (leggasi la parte 1 di questa intervista), con i dati ufficiali, il debito pubblico continua ad aumentare ed il signor Monti lo sa bene.

A mio modo di vedere non si tratta di persone che ignorano le regole del mercato, le regole del capitalismo, ma proprio perchè conoscono bene come funziona il mercato, stanno applicando tutto quanto in loro potere per far aumentare il debito pubblico.

Ancora una volta arriviamo alla conclusione che il fine della loro azione è trasformare in capitale privato il patrimonio dello stato ed il mezzo attraverso cui avviene questa trasformazione è il debito pubblico.




D) Fiscal Compact, MES - Meccanismo Europeo di Stabilità, con essi si sono stretti i cappi attorno al popolo italiano e a quelli europei, tranne i britannici s’intende, un’ulteriore cessione di sovranità a favore delle banche, che Monti ha prontamente avvallato, mentre il suo compare a capo della BCE Draghi invoca l’Unione di Bilancio, lei che idea si è fatta in merito?

L’Unione Europea, così come è stata impostata non ha altro fine che favorire il capitale, in particolare il capitale bancario. Col Meccanismo Europeo di Stabilità si introduce la possibilità di aiutare direttamente gli Stati in difficoltà, da parte delle istituzioni europee.

Non è altro che un ennesimo meccanismo per accrescere il debito pubblico di un paese e quindi accelerare i tempi per cedere a prezzi di saldi, per non dire regalato, il patrimonio nazionale. Ancora una volta arriviamo al fine: trasformare il patrimonio nazionale in capitale privato.

Fino ad oggi – ed è bene ripeterlo all’infinito – in base all’articolo 123 del Trattato di Lisbona era proibito qualsiasi tipo di aiuto diretto agli Stati. Il BCE, come abbiamo detto in premessa, presta soldi alle banche private al tasso di interesse di riferimento (oggi 0,75%) e le banche private prestano soldi agli Stati, comprando titoli di stato al tasso di mercato. Per esempio alla Grecia le banche prestano soldi, ossia comprano suoi titoli ad un tasso di interesse del 20% ed oltre. Tutto il meccanismo è stato studiato ad hoc per favorire le banche private, le grandi multinazionali del credito. In questo modo, in dieci anni di BCE, gli stati hanno accresciuto enormemente i loro debiti e quindi adesso agli stati non rimane altra soluzione che svendere il patrimonio nazionale. Però, all’interno degli stati ci sono resistenze a svendere, a regalare il patrimonio ed è quindi necessario la stoccata finale; un ulteriore indebitamento e questa volta direttamente con la istituzione supernazionale. Questo meccanismo non regala soldi agli stati in crisi, ma presta, anche se a tassi molto bassi; prestare significa comunque aumentare i debiti. Se uno stato non riesce a pagare (e non potrà mai farlo con le misure adottate) i debiti fin qui accumulati, come mai potrebbe pagare ulteriori debiti, anche se ad un tasso di interesse inferiore?

Con questo meccanismo, che continua a far aumentare il debito degli stati, si sta cercando di vincere le resistenze di quanti sono restii a svendere beni e servizi pubblici; non mi riferisco solo alle imprese pubbliche (per intenderci le ferrovie, le poste, i cantieri navali), ma anche i beni inalienabili del demanio (ad esempio le spiagge), o i servizi pubblici che rientrano nei diritti umani (come il diritto all’acqua), o le riserve auree. E’ sufficiente pensare al tentativo di Berlusconi di privatizzare le spiagge: la resistenza è stata tale da dover fare marcia indietro.

Con tale meccanismo verranno a cadere anche queste resistenze; sarà come dire: “Abbiamo tentato tutto quello che era possibile fare; abbiamo adottato anche misure proibite, come gli aiuti diretti agli Stati, ma non si è riusciti a ridurre il debito, quindi adesso bisogna vendere tutto quello che si può vendere, incluso i servizi pubblici connessi ai diritti umani”.

Qualcuno, magari dubita che si possa arrivare a questo! Per chi avesse dei dubbi, invito a documentarsi su quello che è successo in America Latina, in Bolivia, dove si è arrivati a privatizzare l’acqua; per i più poveri il prezzo dell’acqua privatizzata arrivò a tetti impagabili e non potendo pagare, per risposta le imprese private li staccavano dall’acquedotto. Queste persone erano costrette a camminare chilometri e chilometri a piedi per arrivare ad una fonte e potersi approvvigionare dell’acqua necessaria alla sopravvivenza.



D) Prof Folliero, che futuro prevede per l’Italia se dovesse perdurare questo stato di cose, le tasse aumentano sempre più, le imprese chiudono, il lavoro manca e il governo prepara l’ennesima svendita di ben immobili e settori da privatizzare. In nome dell’ipotetico pareggio di bilancio dovremmo morire di fame? Oppure c’è una via di uscita?

Gli italiani possono stare tranquilli... il peggio deve ancora arrivare! L’Italia e l’Europa non hanno futuro. Per dirla con una frase del romanzo “La danza immobile” dello scrittore peruano Manuel Scorza: “L’Europa è morta!”.



Secondo uno studio sulla situazione economica mondiale al 2050 di Goldman Sachs, pubblicato in Global Economics Paper N. 153 del 28/03/2005, la Cina, nel 2050 appunto, arriverà ad un PIL di circa 70.000 miliardi di dollari, India ed Usa a 40.000 miliardi, Brasile, Russia, Indonesia e Messico a circa 10.000; tutti i paesi europei cresceranno pochissimo: Germania, Regno Unito e Francia avranno un PIL di 5.000 miliardi e l’Italia con un PIL meno che raddoppiato rispetto ad oggi non arriverà nemmeno a 3.000 miliardi di dollari, superata oltre che dai paesi già citati, anche da Iran, Turchia, Vietnam, Corea, ai quali mi permetto di aggiungere il Venezuela, non preso in considerazione dagli stregoni di Goldman Sachs. Secondo miei calcoli, il Venezuela, prima che finisca questo decenio entrerà nel club dei paesi con PIL superiore a mille miliardi e nel 2050 avrà superato sicuramente il PIL italiano. Insomma l’Italia, altro che grande potenza del G7, fra qualche decennio sarà un anonimo paese di media classifica. Personalmente credo che i dati di Goldman Sachs vadano rivisti al ribasso per le attuali potenze occidentali e faccio questa affermazione basandomi sul fatto che a 7 anni di distanza da questo studio, i paesi emergenti crescono a tassi superiori a quelli previsti ed i paesi occidentali a tassi inferiori. La crisi che sta vivendo l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti, è più profnda di quello che poteva (o voleva) immaginare Goldman Sachs nel 2005.

E’ d’obbligo porsi una domanda, perchè l’Italia e l’Europa non hanno futuro?

La principale causa della crisi economica è dovuta alla caduta del tasso di profitto; cadono i profitti nei paesi altamente sviluppati ed il capitale, al fine di mantenere i tassi raggiunti, va o verso la speculazione, o verso altri paesi. In Italia per esempio, per decenni la FIAT è stata la più importante industria del paese, che impiegava in maniera diretta o indiretta milioni di italiani. Ebbene la FIAT sta chiudendo progressivamente tutti i suoi impianti di produzione in Italia, perchè in altri paesi, ad esempio in Brasile, produce con tassi di profitto più alti. Piaccia o no, la FIAT chiuderà i suoi impianti in Italia! E’ la storia del capitalismo che si sviluppa in Europa, nel centro-nord e quando i profitti cominciano a diminuire, il capitale va verso gli USA; oggi il capitale sta lasciando anche gli USA, per posizionarsi in paesi che garantiscono maggiori tassi di profitto. Nel 1929, ad esempio, quando un capitalista investiva un dollaro in USA, dopo un anno oltre al dollaro investito, aveva un guadagno di 70 centesimi; oggi ad 83 anni di distanza il profitto è sceso di quasi la metà, per cui il capitale va ad investire dove gli si garantisce tassi di profitto superiori. Per fare un esempio concreto, lo scorso anno sono passato da Roma ed ho notato che due dei più importanti negozi della McDonalds (Pantheon e Corso Vittorio, dietro Piazza Navona) erano chiusi; al contrario passeggiando nel centro di Caracas giorno dopo giorno i McDonalds spuntano come funghi, ad ogni angolo della città!

Prima della grande crisi del 1873, la principale potenza del mondo era l’Inghilterra; la causa della caduta dell’Inghilterra fu precisamente la caduta dei tassi di profitto e pertanto il capitale scelse gli USA. L’Inghilterra, dopo la caduta dal piedistallo, ha continuato ad essere un paese importante, ma ovviamente in decadimento. E’ quanto sta succedendo agli USA, all’Europa ed in generale con tutti i paesi sviluppati. Il capitale va verso paesi che garantiscono maggiori tassi di profitto ed ovviamente i paesi anteriormente avanzati continuano ad esistere ed avere un ruolo, ma il loro ruolo va progressivamente scemando.

A questo punto, prima di parlare delle misure che andrebbero adottate, è necessario soffermarci a capire l’Europa dei banchieri, di cui nessuno parla.

Che significa Europa dei banchieri?Partiamo dalla Banca Centrale Europea (BCE). Chi è il proprietario della BCE? Sono gli stati, i popoli europei? Niente affatto! I proprietari della BCE sono le Banche Centrali Nazionali (BCN). La BCE è stata istituita il primo giugno del 1998, in base al Trattato sull'Unione europea e allo "Statuto del sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea" ed ha iniziato a funzionare il primo gennaio del 1999 (vedasi la normativa, direttamente nel sito della BCE).

I 27 paesi della Unione Europea, o meglio tutte le BCN hanno sottoscritto il capitale di partecipazione, sia pure con quote differenti; i paesi che non fanno parte dell’Euro, ossia le loro banche centrali, non hanno diritto agli utili e non hanno l’obbligo di corrispondere eventuali perdite. I principali sottoscrittori, ossia i principali proprietari sono la Banca Centrale Tedesca, con il 18,94% del capitale, la Banca d’Inghilterra con il 14,52%, la Banca di Francia con il 14.22% e la Banca d’Italia con il 12,50%; queste 4 banche controllano il 60,18%; se aggiungiamo la Spagna arriviamo a circa il 70%; le altre 22 banche centrali si spartiscono il restante 30% circa. Fin qui apparentemente niente di strano, salvo il fatto che alla fine in Europa comandano solo e sempre tedeschi, inglesi e francesi, con l’aggiunta di italiani e spagnoli a fare da spalla. Chi è il propietario, o meglio chi sono i proprietari delle banche centrali nazionali? Per esempio, chi è il proprietario della Banca d’Italia? La maggioranza degli italiani ignora chi sono i proprietari della Banca d’Italia e molti pensano che sia dello stato, del popolo italiano! La Banca d’Italia, cosi come tutte le altre banche centrali nazionali, è una impresa privata, una Spa, in cui i proprietari sono altre banche.

La Banca d’Italia, per esempio, è posseduta (vedasi la partecipazione azionaria, direttamente nel sito della Banca d’Italia) per oltre il 52% da Intesa San Paolo e Unicredit; l’unica differenza rispetto ad una normale Spa, a parte qualche formale meccanismo di controllo, sta nel fatto che alla maggioranza del capitale non corrisponde la maggioranza dei voti; infatti i due principali azionisti, pur detenendo la maggioranza assoluta del capitale, hanno diritto solo al 20% circa dei voti. In ogni caso è un problema da poco, visto che in realtà i proprietari sono: 5 imprese assicuratrici, 12 Banche Spa, 42 Casse di Risparmio Spa, 3 Banche cooperative e 2 Enti pubblici (l’INPS e l’INAIL, che insieme sommano il 6% circa del capitale e l’8% circa de voti). In conclusione la Banca d’Italia è un impresa privata di proprietà delle banche e dei banchieri. Lo stesso succede con tutte le altre banche centrali dei paesi della Unione Europea, cosi come negli USA e nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo. Per conseguenza i proprietari della BCE sono le varie imprese bancarie Spa presenti nei vari paesi della UE. La domanda dovrebbe sorgere spontanea, ma a quanto pare a nessun politico e legislatore è mai venuta in mente: quando una Banca centrale nazionale o la BCE deve prendere una decisone di política economica importante, pensa agli interessi del popolo, dei popoli o agli interessi dei propri azionisti? La risposta è scontata ed è facilmente individuabile nei meccanismi creati ad hoc nell’Unione Europea per favorire le banche private. Perchè il Trattato di Lisbona ha previsto gli articoli 123 e 124? Non credo esista argomento più esplicito di questo per capire il più grande “conflitto d’interesse” esistente: in base agli articoli 123 e 124, è proibito qualsiasi aiuto, qualsiasi facilitazione creditizia e qualsiasi acceso privilegiato alle istituzioni finanziarie da parte degli organismo pubblici. Gli stati, in caso di bisogno di denaro cosa possono fare? Possono emettere titoli di stato ad un tasso d’interesse regolato dal mercato. Ma chi compra questi titoli, ossia chi presta I soldi agli stati? Chi stabilisce i tassi d’interesse nel mercato?

Le banche sono i principali acquirenti dei titoli di stato, che li acquistano perchè i tassi di interesse, stabiliti dal mercato, sono notevolmente superiori a tassi a loro riservati per prendere soldi in prestito dalla BCE; in sostanza la BCE stabilisce i tassi con cui presta i soldi alle banche private, proprietari della BCE, ossia le banche stabiliscono i tassi con cui prestare a se stessi i soldi ed ovviamente i tassi di interesse sono bassissimi (oggi è 0,75%); però le banche prestano soldi agli stati, ovvero acquistano titoli di stato con tassi di interesse che possono arrivare al 20% ed oltre, come nel caso della Grecia, o al 5/6/7% nel caso dell’Italia o della Spagna! Se a tutto questo aggiungiamo che chi contribuisce a formare il tasso d’interesse nel mercato sono i giudizi negativi preparati dalle agenzie di rating, cui pacchetti azionari spesso sono controllati dalle stesse banche e assicurazioni. Questa è l’Europa dei banchieri.

Altro che conflitto d’interesse! Hanno creato un meccanismo perfetto per favorire unicamente le banche, a danno dei popoli: la BCE presta denaro alle banche private (che sono i veri proprietari della BCE), stabilendo tassi d’interesse bassissimi e queste a loro volta, in virtù della proibizione prevista per gli stati di accedere al denaro della BCE, prestano i soldi agli stati ad un tasso d’ interesse altissimo, stabilito dal mercato; a formare i tassi di interesse nel mercato contribuiscono le stesse banche, attraverso i giudizi delle agenzie di rating.

Nessuno ne parla e nessun media mostra la realtà però.

Qui la risposta scontata: i proprietari delle banche, o gruppi a questi vicini, sono spesso proprietari anche dei media.

Europeanphoenix.com

Attilio Folliero, italiano, residente a Caracas, laureato in Scienze Politica all'università "La Sapienza", due corsi annuali post laurea alla Libera Università San Pio V di Roma in operatore della Pubblica Amministrazione ed un altro in Job Creation presso Elea SPa, società del gruppo Olivetti. Nel 2001 si trasferisce in Venezuela, dove nel 2002, vince un concorso presso il Consolato Generale d'Italia di Caracas; dopo due anni di lavoro è licenziato, assieme ad oltre 400 funzionari consolari sparsi nei differenti consolati italiani del mondo; da allora inizia una lunga vertenza giudiziaria con il Ministero degli Esteri, tuttora in corso. Dopo l'esperienza consolare riprende l'attività di comunicatore sociale; fonda un sito web di grande successo, collabora a programmi radiofonici e televisivi nelle piu importanti reti nazionali del Venezuela lavora giornalistica; contemporaneamente svolge attività d'insegnamento (lingua italiana ed economia), in differenti istituti ed università di Caracas. Attualmente è docente contrattato presso l'Università Militare di Caracas (UMBV) e la facoltà di "Scienze delle comunicazioni" (Escuela de Comunicacion social) dell'Università Centrale di Caracas (UCV).


I post precedenti:

1)

Intervista al Prof E. Folliero la miseria prossima ventura dopo il colpo di Stato dei banchieri
2)
F, dal Cortivo intervista al Prof E. Folliero: quale giudizio su Mr Monti

3)
Intervista ad E. Folliero : ecco come si approprieranno di tutte le nostre ricchezze


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