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Cesoia & Rastrello di M&M Albicocco dopo il raccolto aiutiamolo PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 09 luglio 2010


Una ottima stagione quest'anno per le albicocche, almeno qui nel Lazio. Lo scorso anno abbiamo un po' penato, pochi frutti e molti alberi in sofferenza,  questa volta è andata molto bene, la allegagione dei frutti è mediamente avvenuta nel migliore dei modi, molti hanno dovuto diradare i frutti nel periodo che va all'incirca dai primi di marzo alla fine di maggio.

Inoltre non ha piovuto troppo, nè troppo poco, perchè, checchè se ne dica, quando la stagione primaverile è troppo siccitosa, irrigare gli albicocchi, è un poco una scommessa, troppa acqua, poca acqua.. e i dubbi ti assalgono quando vedi cadere i giovani frutti.







In realtà fino alla maturazione sarebbe buona regola non irrigare nè concimare, ma dopo la raccolta aiutiamo questo albero generoso, sempre senza esagerare e regolandoci in base all'andamento del clima.
Alla fine dell'estate inoltre ci vuole una bella concimazione di base con concime azotato, senza esagerare con l'azoto Qui in collina fertilizzano anche, se il raccolto come quest'anno è stato copioso, con concime chimico a base di potassio e fosforo, personalmente non uso i concimi chimici se non qualche volta quando ho voluto ricorrere ad aiuti esterni, ma per le albicocche ho poi raccolto sempre frutti con buccia tosta ed agra, niente a che vedere con la buccia sottile e dolce di quest'anno, dopo almeno tre anni senza aiuti esterni ho un terreno molto mal ridotto , erbe, rami da tagliare, ma con un braccio e una spalla rotti, potevo poco, in compenso ho raccolto prugne ed albicocche di ottima qualità e lì credo mi fermerò.. i peri sono ridotti ai minimi termini  e di questi  e dei loto problemi ne parleremo presto


Tutti noi siamo abituati alla robustezza di questo albero, eppure non dobbiamo abbassare le guardia, in questo modo possiamo percepire i primi sintomi di sofferenza ed intervenire.



Sharka o vaiolatura delle drupacee


E' un virus, e sappiamo che contro i virus c'è poco da fare, questo è trasportato dagli afidi e può colpire altre rosacee come il prugnolo: vedrete che germogli ed apici dei rami si seccano d'improvviso. In genere noterete alla ripresa della vegetazione delle zone giallognole sulle foglie, come dei piccoli anelli, quando sarete sicuri che la pianta è ammalata dovete avere il coraggio di farla estirpare evitando che emetta polloni. in foto il tipico accartocciamento fogliare, segno che la pianta è da eliminare con cura, bruciare i resti.

Fusicocco

E' detto anche mal del piombo parassitario, non so perchè,comunque la malattia dipende da un fungo, colpisce, pesco, melo susino, pero ed albicocco, le foglie prendono una strana colorazione argentata e se tagliate i rami ed i tronchi, dentro sono scurissimi. Eliminate e distruggete le piante infette


Cocciniglia


Dovete eliminarla, questi insetti producono melata, liquido appiccicoso che favorisce funghi e fumaggini


Monilia


Si evidenzia durante la fioritura, germogli e iori si seccano e presentano alla base una specie di colatura gommosa. Più tardi l'albero farà pochi frutti, vedrete seccarsi dei rami o anche formarsi come dei cuscinetti tondeggianti sui frutti, siamo in presenza di un fungo che si può formare sui rami o sui frutti, le eccessive irrigazioni ne favoriscono la formazione. Prevenzione. Trattate di inverno con prodotti rameici, la poltiglia bordolese va benissimo. In primavera invece ci vogliono prodotti specifici da dare alla schiusa delle gemme fiorali ed alla caduta dei petali.
monilia
Prevenzione, non esagerate con i prodotti azotati, potate in modo che l'aria circoli, è importantissimo.





Mal bianco



oidio o mal bianco, fungo di ambienti umidi e caldi, in collina dalla tarda primavera all'autunno è un continuo. Appena notate ombreggiature bianche sulle foglie ( attenti alle rose, alle dalie, alle zinnie,  insomma quasi a tutti), usate prodotti a base di fenbucazonal , e comunque  prodotti a base di zolfo

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