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Il lupo e il cane/Il grillo zoppo: Il valoreibertā secondo Fedro e secondo Trilussa PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 13 ottobre 2007

Un lupo magro e sfinito incontra un cane ben pasciuto, con il pelo folto e lucido. Si fermano, si salutano e il lupo domanda:
- Come mai tu sei così grasso? Io sono molto più forte di te, eppure, guardami: sto morendo di fame e non mi reggo sulle zampe.
- Anche tu, amico mio, puoi ingrassare, se vieni con il mio padrone. C'è solo da far la guardia di notte perché non entrino in casa i ladri.
- Bene, ci sto. Sono stanco di prendere acqua e neve e di affannarmi in cerca di cibo.
Mentre camminano, il lupo si accorge che il cane ha un segno intorno al collo.
- Che cos'è questo, amico? - gli domanda.
- Sai, di solito mi legano.
- E, dimmi: se vuoi puoi andartene?
- Eh, no - risponde il cane.
- Allora, cane, goditi tu i bei pasti. Io preferisco morire di fame piuttosto che rinunciare alla mia libertà.

Questa favola mi è particolarmente cara, finalmente il lupo non viene rappresentato  secondo il solito stereotipo negativo, ma si valorizza il fatto che si tratta di una creatura non addomesticabile, che ama la libertà appunto

Si mette in evidenza come il servaggio ad un padrone porti spesso vantaggi, e contemporaneamente  porti a perdere la libertà, un bene irrinunciabile. 

Mi sembra giusto riportare qui  di seguito quel che scrisse secoli dopo Trilussa sul valore della libertà

IL GRILLO ZOPPO

Ormai me reggo su ‘na cianca sola.
diceva un Grillo – Quella che me manca
m’arimase attaccata alla capriola.
Quanno m’accorsi d’esse prigioniero
col laccio ar piede, in mano a un ragazzino,
nun c’ebbi che un pensiero:
de rivolà in giardino.
Er dolore fu granne…, ma la stilla
de sangue che sortì dalla ferita
brillo' ner sole come una favilla.
E forse un giorno Iddio benedirà
Ogni goccia di sangue ch’è servita
Pe’ scrive la parola libertà!

( favola di Trilussa )


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