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LEGGENDE - Monte Siepi : La spada nella roccia PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 22 settembre 2008



















Andiamo in Toscana con le sue dolci colline, i suoi boschi e le sue mille leggende, e godiamoci l'atmosfera che si gode intorno alla spada  nella roccia che fa la sua bella mostra nella Rotonda di Monte Siepi, un luogo bellissimo, senza dubbi magico legato alla storia e leggenda di Galgano Guidotti, il futuro San Galgano che  nacque nel 1148 a Chiusdino da una famiglia di piccola nobiltà locale, e morì il 3 dicembre 1181.

 
Da  giovane fu un cavaliere  libertino,  che  visse una vita senza freni  finchè non accadde come per molti ,  qualcosa di prodigioso  gli fece cambiare vita.
 

Ebbe improvvisamente due visioni dell'Arcangelo Michele. Nella prima l'Arcangelo gli si manifestò innanzi, ma  nella seconda fece di più,  lo invitò a seguirlo.

Galgano, non provò meraviglia pare, e con naturalezza lo seguì  attraversato un ponte e un prato fiorito, raggiunse  così Monte Siepi, dove si trovò dinnanzi a un edificio rotondo  e ai dodici apostoli. Venne da loro accolto e gli apparve il Creatore che lo convertì definitivamente.  Questa  parte della leggenda ignora del tutto che  in realtà l’edificio tondo fu costruito dopo la morte di San Galgano, intorno al luogo della sua morte ove era custodita appunto la spada  che Galgano aveva conficcato nella roccia.


Si narra comunque che dopo questo episodio Galgano tornò alla vita solita,  sino a che non avvenne l’episodio definitivo che rivoluzionò la sua esistenza

In una  giornata serena  e tranquilla  il suo  cavallo si rifiutò di continuare il cammino ordinatogli dal padrone, ma  di sua iniziativa  lo ricondusse  a Monte Siepi,  nello stesso luogo dove  aveva incontrato i dodici apostoli.
 Galgano non ebbe più dubbi,  capì  che quello era davvero  un luogo sacro, sentì che ci doveva esser colà una croce, cercò del legname per costruirla, non trovandone prese la propria spada e la conficcò nella roccia,  si ebbe in questo modo  una croce perfetta. Prese allora la definitiva decisione di indossare il saio, e decise che il suo mantello sarebbe stato il suo saio. Fu allora che  udì una voce esortarlo a fermarsi per tutta la vita in quel luogo. E così fece , iniziò il suo eremitaggio  vivendo da quel giorno tra quei boschi e nutrendosi solo di erbe selvatiche.

 
Durante una sua assenza per un pellegrinaggio a Roma,  tre ladri tentarono di rubare la spada, non riuscendo nell'intento di sfilarla, la ruppero e l'abbandonarono (la spada è infatti realmente spezzata).  Si narra  che  uno venne fulminato all'istante, un altro annegato, mentre il terzo venne aggredito da un lupo che gli tranciò entrambe le mani (nell'eremo, in una bacheca è possibile vedere le ossa delle mani del ladro), ma poiché a quel punto  invocò il perdono di Galgano, si salvò. Da allora Galgano restò in quel luogo fino alla fine dei suoi giorni, morendo in preghiera sulla spada.
E intorno alla sua capanna venne costruita la Rotonda di Monte Siepi  che ancora custodisce la spada nella roccia, autentico mistero, tanto più che  la spada analizzata è risultata  risalire effettivamente  databile all’epoca del 1100 circa.

Quattro anni dopo la sua morte venne santificato da papa Lucio III.

Una storia che unisce il sacro alla magia e chiunque visiti quei luoghi non può non sentirsi attratto dalla atmosfera particolare e delle colline  e dei boschi non meno che delle rovine.

 
La struttura bellissima e particolare  fu sempre  legata ai Templari, San Michele in fondo grazie ala devozione che suscitò San Galgano  divenne il protettore dei Cavalieri, infatti si pensa che la rotonda sia  uno degli ipotetici nascondigli del graal.

La leggenda è avvalorata dalla circostanza  che è ormai provato che nel pavimento sottostante ci sia una camera vuota a cui mai è stata data l'autorizzazione per gli scavi. Ad oggi, cosa effettivamente quella camera contiene , rimane un mistero.

Sta di fatto che ogni anno al solstizio d'estate, al sorgere del sole, un raggio di luce penetra nell'eremo dalla monofora posta dietro all'altare,  forma un cerchio luminoso sulla parete che pian piano si sposta fino a toccare la spada e il sepolcro di S. Galgano.

Resta così viva la leggenda del Graal, del divino che lotta per la difesa dei deboli e contro il male sulla terra, resta  San  Michele Arcangelo, a rappresentare la giustizia armata a difesa dei più deboli, restano tra le mura bellissime i ricordi e gli echi dei Cavalieri Templari,  coloro che custodiscono il Graal, i custodi immortali del  divino che lotta per sconfiggere il male sulla terra e difendere i deboli.

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