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Luigi Barzini - Gli Italiani (onesto ritratto delle nostre debolezze) PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 22 dicembre 2009


le frecce tricoloriImmagino che moltissimi di voi abbiano letto il libro che Luigi Barzini  scrisse per tentare di spiegare  gli italiani al mondo anglosassone dietro imput di un editore americano , in realtà  con "Gli Italiani" Barzini  è riuscito a spiegare agli Italiani  stessi cosa sono, che debolezze hanno e di quali misconosciute ( in patria), grandezze possono essere capaci.
 Mi piace riportarne qui dei brani , forse più per me stessa in un momento in cui mi vado disamorando sempre più di questo paese, e me ne dispiace. Hai visto mai che la rivisitazione di  queste pagine dopo tanti anni, mi spieghi, o mi giustifichi almeno qualcuna delle assurde stupidità che mi pare di vedere intorno a me e che tanta noia ed insofferenza arrivano a provocarmi?






Si chiede tra l'altro  Barzini  nelle prime pagine come mai l'Italia, pur ricca di geni, artisti, scrittori, scienziati ammirati ed onorati ovunque, poi nei fatti non patrimonializza  tanto illustre esempio.

Si chiede come mai se negli altri paesi un giovane che abbia voglia di fare, realizzare, si trovi la strada aperta,  i vecchi che lo aiutano, i giovani che lo spronano e capita con una certa facilità che questo volenteroso  contribuirà poi al benessere, alla cultura della  patria.
Da noi non succede, anzi se si è troppo intraprendenti e lavoratori, spesso è buona norma nasconderlo, il massimo che è concesso è di diventare famosi ( già da già da allora) .. E fa un rapido  elenco di alcuni nostri grandi e di quanto furono male trattati :

" Machiavelli, tenuto fuori dagli affari importanti, imprigionato e torturato

G.B Vico, visse in miseria

Galileo: processato

Garibaldi: sorvegliato dalla polizia

Altri dovettero lasciare il paese: Mazzini, Foscolo, Enrico fermi, Toscanini, Salvemini,...

Altri ancora finirono al rogo o impiccati o trucidati... continua Barzini:
"Non vili mai gli Italiani individualmente o in piccoli gruppi; senza dubbio non più vili di altri...
Non vili, ma quasi sempre le vittime di quelle particolari circostanze che essi stessi, come nazione, avrebbero potuto determinare:
i capi, gli armamenti, gli alleati, la causa per la quale battersi.
E furono fortunati solo in quei rari momenti in cui, quasi per miracolo, le due Italia parvero sovrapporsi e diventare una sola.

Furono momenti di breve durata, seguiti subito  da periodi oscuri, in cui il paese continuò ad essere guidato da uomini mediocri, e pareva ai contemporanei che tornassero a dilagare irreparabilmente lo smarrimento, l'incertezza, il disordine, il cinismo e la corruzione." .. Conclude poi con una domanda da non sottovalutare, visto che anche questa è maledettamente attuale :

" Perché nutriamo, dal Medioevo fino ad oggi, questa irragionevole speranza di trovare un Principe, un Capo, un Partito, sia pure stranieri o manovrati dallo straniero, un Istituto sopranazionale o addirittura sopranaturale che ci esoneri dal peso delle nostre libertà e dalla responsabilità del nostro destino?"

E con questa bella domanda per oggi vi lascio, sperando di riprendere nei giorni futuri, di tanto in tanto. Chi sa se leggendo delle nostre debolezze, prendendone coscienza, riusciremo a migliorarci?

Marista

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