Un “librino”,
così definisce Rosario Castronuovo il racconto dell'antico Carnevale
a Teana, una poderosa rappresentazione corale alla quale partecipa il
Paese tutto, seguendo una regia complessa che altro non è se non
espressione dell’identità del Paese in cui l'autore è nato e si è
formato.
Un racconto che
raccoglie la testimonianza del passato della Lucania, imbevuto di
quei valori immutabili, tramandati di padre in figlio con cura e
amore, in quanto guida capace di ingenerare aspettative realistiche,
forse ingenue, ma solide. Valori indiscutibili, emanazioni di
principi antichi, fonte di stabilità per la piccola comunità
contadina
. Forse noi, che ormai li abbiamo persi e dimenticati, senza
trovare e nemmeno cercare se e come sostituirli in questa nostra
instabile, arida e insicura società del mercato che interpreta e
comprende ogni cosa, solo nell'ottica dell'interesse, potremmo trarre
un minimo di speranza ritrovando in questo, come in altri racconti e
poesie di Rosario Castronuovo, una realtà che ai giorni nostri è
stata ammutolita, nascosta, calpestata: l'Uomo, la persona come
centro di interessi, necessità, sogni, relazioni.
E' piacevole leggere
questo librino, immergersi sia pure per poco, nella vita di una
comunità del nostro antico Sud, essenzialmente contadina, segnata
dalla vita, difficile ma temperata dal solido rispetto delle
tradizioni, del principio inviolabile, perché radicato e accolto da
tutti, del mutuo soccorso, sentito e percepito come una realtà
imprescindibile.
Castronuovo ci
introduce, con delicatezza e senza parere, in un mondo per molti di
noi ormai sconosciuto, in cui vive e opera l'individuo con la sua
specificità: uomini, donne e bambini sono visti non come mero
centro d’interessi in mancanza dei quali non si è, fino a
diventare invisibili, ma come esseri partecipi di un mondo semplice
di bisogni primari, di affetti profondi, di civili e dignitosi
compaesani che, nel rispetto della propria comunità e nel senso di
appartenenza, trovano la capacità di spontanei gesti di reciproca
solidarietà che non abbisognano di sollecitazione e richiesta
alcuna. Era la nostra civiltà contadina del pane segnato dalla
croce cristiana, in un segno che ora non usa più imprimere sui
nostri pani lavorati, ma che era pregno di significati. In fin dei
conti è giusto così: la condivisione l’abbiamo dimenticata, il
significato di quel segno lo abbiamo dimenticato nella lunga strada
verso la così detta modernità che, non nascondiamocelo, sta
prendendo una strada imprevista, ricca di accenti d’indifferente
barbarie e ferocia verso il prossimo, e questo in nome del nuovo dio,
il mercato, sul cui altare l'Uomo trova la sua fine.
Le maschere di Teana
vanno quindi preservate, ricordo del passato e tenue speranza di un
futuro meno sordo e cieco. Il Carnevale dalla complessa regia che si
ripete ogni anno senza stancare perché espressione genuina dello
spirito lucano, non deve svanire, esso ci tramanda il piacere del
dono, quello della partecipazione alla vita comune indipendentemente
da quanto si possiede. La mascherata, ricca di lazzi e scherzi, è in
sostanza più che seria: tutto è misurato al comune sentire: i
giochi, le filastrocche, gli scherzi. Si cerca di non offendere chi
troppo povero, chi in lutto o in qualche difficoltà. Ogni intervento
delle maschere, ogni loro rappresentazione, si arricchisce, dietro le
rustiche apparenze, dei concetti magici del tempo che fu: rispetto,
responsabilità, condivisione, amore per la terra, per quella natura
alla quale si è legati indissolubilmente, perché da lei tutto
dipende, il raccolto, la salute, la malattia, la vita, la morte.
Il Carnevale di
Teana è la rappresentazione spettacolarizzata della vita del Paese e
dei suoi abitanti immersi nell'antico ciclo uomo /natura. Per questo
è così importante che i bambini partecipino, che imparino, che
siano dolcemente e naturalmente portati all'antico sapere trasmesso
per mezzo del gioco. Avranno, senza esserne spaventati, la
consapevolezza delle difficoltà da superare, del piacere dell’onesta
conquista del benessere e dello svago meritato dopo aver compiuto
quei lavori di agricoltura e pastorizia tramandati dai nonni e dai
padri. Questo, e molto altro troverete nel racconto di Rosario
Castronuovo, che non vuole lasciare andare i ricordi genuini di ciò
che fummo recidendo con stolta violenza quelle meravigliose radici di
antica saggezza che sola potrà aiutarci a progredire, ma nella
giusta, sana e valida direzione verso un futuro non angoscioso e
incerto, ma arricchito, reso stabile, da radici poderose e dalla
saggezza della nostra civiltà contadina.
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http://www.ibs.it/code/9788896171653/castronuovo-rosario/maschere-teana.html
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