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Si impicca il gioielliere che uccise i due rapinatori PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 27 febbraio 2009


Il gioielliere Massimo Mastrolorenzi si è impiccato,  il suo corpo è stato ritrovato nella casa di via di Casalotti, a Roma.

Fu picchiato e legato da due rapinatori che avevano fatto irruzione nella sua gioielleria in via Aldo Manuzio, nel quartiere Testaccio, il 9 maggio del 2003.

L’uomo riuscì a liberarsi e sparò ai due uomini: cinque colpi di pistola, che uccisero i due malviventi, Giampaolo Giampaoli e Roberto Marai. Il 20 febbraio scorso il pm gli ha contesto il reato più grave: duplice omicidio volontario, invece che l’eccesso colposo di legittima difesa.

 Già  per l'ipotesi più lieve il pm Amelio, alla fine della sua requisitoria, aveva richiesto la la condanna di Mastrolorenzi a otto anni di reclusione, senza concessione delle attenuanti generiche. I

Mastrolorenzi, prima di essere rinviato a giudizio per eccesso di colposo di legittima difesa il 20 ottobre del 2006, era stato prosciolto, l'11 marzo del 2005, dal gup Giorgio Maria Rossi che aveva ritenuto che l'imputato avesse agito per legittima difesa.

La sentenza era stata annullata successivamente dalla quarta Corte d'appello per vizi di forma e il procedimento era tornato, quindi, al vaglio del giudice di primo grado.

A quanto pare il giudice avrebbe contestato che al moneto in cui ha sparato il gioielliere non era in realtà in pericolo di vita ( ma forse un po' confuso si, dico io) e quindi ha sparato  SOLO PER DIFENDERE IL PROPRIO PATRIMONIO.

E qui capisco lo sconcerto che sorge, come uno  cerca di difendere il frutto del proprio lavoro? Come cavoli si permette? Questo attaccamento al proprio patrimonio in un Paese in cui il tuo patrimonio deve essere a disposizione di taglieggiatori di ogni ordine e tipo, non va: quindi mano pesante con questo strano tipo attaccato al frutto del proprio lavoro, che diamine! Un po' di sano disinteresse, capperi!

Il gioielliere, che non ha mai passato un giorno in carcere, era anche stato coinvolto in una seconda vicenda giudiziaria conclusa con una condanna a otto mesi di reclusione e 400 euro di multa per porto e detenzione di armi: i carabinieri lo bloccarono in evidente stato confusionale mentre girava per il quartiere Testaccio a bordo di uno scooter portandosi appresso tre pistole regolarmente denunciate. ( Da Google news)

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