Lo Spleen ed il poeta secondo Baudelair |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
giovedì 21 maggio 2009 | ||||||||
"Spleen" in inglese sta ad indicare uno stato d'animo complesso, un misto di melanconia e di angoscia, ennui è la traduzione che ne fa Baudelaire, con un termine che contiene in sé la disperazione e la paura paralizzante per una vita grigia che si intuisce essere senza via d'uscita .
La lirica che segue, tratta dai "fiori del male", esprime appieno il sentimento del poeta, più giù ne fornisco la traduzione, in Italiano ma riuscire a leggerla in francese, mi sembra renderebbe appieno, nella musicalità originaria della lingua madre, tutta la disperazione quasi allucinata dei versi, addirittura le campane urlano atrocemente come spiriti erranti, invece di infondere pace, il senso di cupa oppressione è quasi tangibile in ogni verso. Baudelaire in tutta la sua poetica esprime la percezione di essere diverso in quanto poeta e quindi sensibile al grigiore del mondo di cui sente tutto il peso e da cui sa che il poeta e lui solo può e deve elevarsi, fuggire, purificarsi in uno slancio liberatorio, che nella lirica "Elevazione" accenna consistere nella capacità e volontà di librarsi "sopra la vita stessa" con un colpo d'ala che permetta di cogliere la "segreta lingua dei fiori e delle cose mute". Scriverà nel 1857 : " E' questo immortale istinto del bello che ci fa considerare la terra ed i suoi spettacoli come una visione, come una corrispondenza del cielo. La sete di tutto ciò che è al di là e che rivela la vita, è la prova più evidente della nostra immortalità. " Volendo poi definire l'essenza della poesia scriveva : " Che cosa è il poeta se non un traduttore, un decifratore?" Come dargli torto? Charles Baudelaire Spleen Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis, Et que de l'horizon embrassant tout le cercle Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits; Quand la terre est changée en un cachot humide, Où l'Espérance, comme une chauve-souris, S'en va battant les murs de son aile timide Et se cognant la tête à des plafonds pourris; Quand la pluie étalant ses immenses traînées D'une vaste prison imite les barreaux, Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux, Des cloches tout à coup sautent avec furie Et lancent vers le ciel un affreux hurlement, Ainsi que des esprits errants et sans patrie Qui se mettent à geindre opiniâtrément. - Et de longs corbillards, sans tambours ni musique, Défilent lentement dans mon âme; l'Espoir, Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique, Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir. Spleen Quando come un coperchio il cielo pesa grave e basso sull'anima gemente in preda a lunghi affanni, e quando versa su noi, dell'orizzonte tutto il giro abbracciando, una luce nera e triste più delle notti; e quando si è mutata la terra in una cella umida, dove se ne va su pei muri la Speranza sbattendo la sua timida ala, come un pipistrello che la testa picchia su fradici soffitti; e quando imita la pioggia, nel mostrare le sue striscie infinite, le sbarre di una vasta prigione, e quando un popolo silente di infami ragni tende le sue reti in fondo ai cervelli nostri, a un tratto furiosamente scattano campane, lanciando verso il cielo un urlo atroce come spiriti erranti, senza patria, che si mettano a gemere ostinati. E lunghi funerali lentamente senza tamburi sfilano né musica dentro l'anima: vinta, la Speranza piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio pianta, despota, il suo vessillo nero.
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