Gli alberi e Kafka, ma anche Lin Yutang, perchè no? |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||||
lunedì 22 giugno 2009 | ||||||||||
Albero ( Kafka )
Su uno scoglio battuto dalle onde, Marcio di salsedine trafitto da un sole immobile resiste, Arcigno caparbio un pino storto e nano, Arcigno caparbio, resiste, Affonda le radici nella poca terra, Corroso da un vento carico di mare si torce si flette Ma non si lascia andare, Rimane abbarbicato a quell'esile sperone volontà di esserci, Volontà di farcela se ripenso adesso a quel pino storto e nano, Mi dà coraggio più di stupide parole che mi Dico ogni giorno per non lasciarmi andare, Quel pino storto e nano arcigno e caparbio Da presto ho amato Kafka, in questo non c'è niente di strano, è uno scrittore giovane che arriva al cuore dei giovani. Si pone solitamente l'accento ai suoi simbolismi alle sue allusioni, alle sue suggestioni. Io non sono una letterata come appare evidente, quindi lo ho letto Kafka didinteressandomi delle opinioni della critica, del tempo in cui visse, dei suoi studi, persino dell'influenza esercitata sull'autore da l'esser nato e vissuto nel colto ambiente di Praga. Queste cose le ho studiate poi a scuola, ma, confesso la mia superficialità, solo perchè erano utili per le interrogazioni. Da giovane, di fronte ad una poesia particolare o uno scritto particolarmente felice, il mio carattere mi spingeva ( sbagliando) a scegliere la opzione più semplice: leggere, assorbire quel che mi piaceva, quello che la mia sensibilità coglieva, con lo stesso raccoglimento e piacere di chi aspira il profumo di un fiore trovato per caso sul cammino, quasi rubato, ma raramente, e comunque solo in un secondo o terzo momento, mi occupavo di inquadrare autore ed opera, lo facevo se mai a caso seguendo l'estro delle mie curiosità. Ma non me ne dispiaccio troppo, non ho responsabilità, non debbo insegnare nè vendo sapere che non ho. I romanzi brevi, i frammenti, qualche poesia del giovane scrittore li ho letti prestissimo, reperiti nel fornito studiolo di casa, e vi ho trovato immediatamente, benchè fossi poco più che bambina, una consonanza di impressioni, di sentimenti, di insicurezze, di paure. Vivere è difficile, da adolescenti può esserlo ancora di più. Mi piaceva riportare frammenti dalle mie letture a scuola da fare leggere ai compagni. Eravamo alle medie, e Kafka non era in programma , pure i miei compagni e le mie compagne ne furono incantati: lo scrittore era entrato direttamente dal cuore alla mente di quasi- adolescenti di tanti anni fa, senza tante elucubrazioni e tanti fronzoli. A ben vedere era più che normale che questo accadesse , Kafka racconta i suoi sogni con semplicità evidenziandone e zoommando quasi i momenti meno usuali, e ne trasmette con rapidità di tratto lo sbigottimento che lui stesso prova. Immediato, modernissimo. Noi eravamo giovani e sbigottiti davvero di fronte ai misteri della vita da adulti che lentamente , come era d'uso per la educazione dell'epoca, ci venivano svelati e spiegati. Spesso ci sentivamo dolorosamente impotenti ed inadatti, quando non addirittura spaventati. Se per il giovane Kafka la disperazione esistenziale derivava dalla insufficienza di un fisico malato, certo per noi la disperazione di quasi adolescenti derivava dall'obbligato ed inaspettato abbandono del comodo mondo bambino per essere avviati ad un mondo adulto, il che all'epoca non era semplice: anche il genitore più amorevole e l'insegnante più sensibile erano rigorosi per dei quasi bimbetti oberati, per raggiunti limiti d'età , da mille impegni ed attenzioni da seguire che ora non usano più. Ci ritrovammo quindi quasi tutti nelle sensazioni che coglievamo dai suoi scritti che narravano di un mondo annichilito ed estraneo. Sognavamo di correr liberi come il suo indiano, o ci incantavamo alle immagini surreali ed oniriche della sua "Passeggiata in montagna". Imparammo, credo io, anche con queste letture , ad osservare il mondo intorno a noi con occhi incantati, cogliendone il mistero che ad ogni momento il mondo ci offriva e che noi dovevamo svelare per potere essere adeguati. Una lettura precoce di frammenti che "sentivamo" più che capire, ed i sogni correvano come e più dell'indiano. Aver letto " Gli alberi" frammento di poesia in prosa, esserne rimasti impressionati, ha fatto sì che , ormai già grandi, in piena sindrome da primo amore, durante una storica nevicata romana, ci fermammo a lungo ad osservare se davvero i tronchi caduti ed abbandonati sulla neve ci potevano regalare la sensazione di esser noi lievemente posati sulla bianca coltre, leggeri come piume, tanto da essere pronti per esser sospinti più in là. E siamo stati trasportati là, a due passi dalla piazza trafficata, senza che ce ne rendessimo conto, in un mondo di fiaba, in una magica realtà "altra". "Perché siamo come tronchi nella neve. Apparentemente vi sono appoggiati, lisci, sopra, e con una piccola scossa si dovrebbe poterli spingere da una parte. No, non si può, perché sono legati, solidamente al terreno. Ma guarda, anche questa è solo un'apparenza." ( 1905) Di sicuro non ci ponemmo i mille interrogativi dei critici letterari sul significato "sessuale" dei tronchi abbandonati sulla neve, nè eravamo in grado di spennacchierci le meningi nell'interrogativo dotto sulla possibilità che essendo presentati come "lievi" quei tronchi altro non simboleggiassero che l'insieme di ostacoli che l'uomo incontra sul suo cammino, con un chiaro richiamo a Lin Yutang, in un pezzo che non riesco a ritrovare, ma c'è tempo, e lo troverò. Noi leggemmo e "sentimmo" quelle righe come potevamo, senza concettose sovrastrutture, ma, (e qui è la grandezza dello scrittore credo io) quelle poche righe erano tali che poterono entrare direttamente nel nostro sentire, passarono senza che ce ne rendessimo conto, nella nostra mente, davvero come secondo me accade quando si ha la fortuna di leggere qualcosa di scritto da chi ha una anima e la sa percepire. Un pino arcigno e caparbio, storto e nano.. così si descrive Kafka, ma quanti ed a tutte le età si sono sentiti così ! Vivere non è facile, soprattutto se non si comprende che la vita in ogni caso può essere vissuta come una magnifica avventura. Ed arrivo a Lin Yutang. Mi fu regalato un suo libro da mia madre. Secondo lei vivevo troppo ansiosamente le mie giovani disavventure, ero cupa, diceva lei, mi avrebbe fatto bene leggere uno scrittore cinese che andava molto di moda: Lin Yutang. Ed ebbi tra le mani Importanza di vivere, libro che in seguito piacque moltissimo ad un mio cane,indispettito perchè ero fuori da diversi giorni, lo mangiucchiò e ne sparse frammenti con cura per tutta casa. Comunque imparai ( non so quanto) , che la vita va accettata così come arriva, con quel che ci porta di bello, di gioioso, ma anche di tragico. Amore e dolore, paura della morte e della vecchiaia, li supereremo quando li vedremo nella giusta ottica: episodi, tragici o meravigliosi per noi, ma un nulla, meno di un soffio rispetto al mondo. Inutile poi aspirare alla perfezione ( e qui andavo a nozze , simpatico sto tipo ), siamo tutti imperfetti.. evviva.. la pigrizia allora non è grave come mi dicono! E fu un bel sollievo. Non è naturalmente tutto e solo qui il senso del libro, ma ricordo benissimo che questo era più o meno scritto di pugno dall'autore nella prefazione, e che questo fu una spinta formidabile per leggermelo con interesse .
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