La difficoltà di scrivere e Italo Calvino

Scritto da Marista Urru   
domenica 05 agosto 2007

Mi scrive una  giovane amica che ancora non si sente di farsi  leggere "da tutti",  eppure è bravina.  Certo non è meno di tutti noi improvvisati grafomani del web: “quanto è difficile scrivere! Marista , io non riesco a metter nero su bianco quello che vorrei… “

Con me sfondi una porta aperta, giovane amica.

Mi è  sempre stato difficile scrivere, e con gli anni niente è cambiato,  un poco per pigrizia, ma soprattutto per il timore di esser in qualche modo “valutata” da colui che avrebbe poi inevitabilmente letto quel che andavo scrivendo.

Ricordo come fosse ieri l’ansia che mi dava dover scrivere  ancora ragazzina, lettere ricorrenti   ad una lontana parente che percepivo come assai colta e raffinata, ne temevo il giudizio  ero quindi letteralmente a vuoto di idee.

Niente di quel che scrivevo mi pareva fosse degno di essere letto dalla raffinata  colta  e anziana signora;  risultato, scarta qua, aggiusta là: lettere striminzite, penose, senza contenuto.

Raramente mi è invece capitato, e per qualche motivo che non so, di scriver di getto e bene, e accadeva che i miei  temi che venissero letti in classe o addirittura avessero l’ onore  di esser letti anche nelle "altre sezioni".

Non mi capacitavo neanche io di come fosse avvenuto il miracolo, so che quando succedeva allora come qualche volta anche  ora, il foglio avanti a me non era e non è  più estraneo e quasi nemico, non è più un  vuoto contenitore da riempire possibilmente “bene”, al meglio comunque, ma  per magia è come se su quel foglio fosse già scritto tutto.

Non so spiegarlo , ma a me in tale fortunato e raro caso, non resta che l’esercizio fisico di scrivere : una corrente invisibile collega direttamente la mia mente, libera da remore, paure, condizionamenti, indecisioni, e permette che io facilmente trasferisca al foglio pensieri e sentimenti, sogni, impressioni, tramite la penna.
Non che con questo io diventi una “scrittrice”, ma solo riesco a riportare sulla carta quel che penso, senza fraintendimenti, senza eccessivi errori, e soprattutto riesco adesprimere esattamente quel che sento,  credetemi  non è facile per tutti.

A questo proposito, ieri mi capitava un momento negativo per scrivere  (che è la norma per me), nel tentativo di distrarmi, ho ripreso un romanzo di Italo Calvino : “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

E' una lettura che procede  a rilento e svogliatamente, al momento avrei bisogno di brevi letture  “leggere” . Ma ecco che al capitolo ottavo mi sono interessata eccome, l’IO narrante  che si trova a dover scrivere, ma si sente osservato dalla folla dei propri lettori “ che sporgono lo sguardo sopra le mie spalle e s’appropriano delle parole man mano che si depositano sul foglio..”, stanco, infine  esclama :

 “ Come scriverei bene se non ci fossi! Se tra il foglio bianco e il ribollire delle parole e delle storie che prendono forma e svaniscono senza che nessuno le  scriva non si mettesse quello scomodo diaframma che è la mia persona! Lo stile, il gusto, la filosofia personale, la soggettività, la formazione culturale, l’esperienza vissuta, la psicologia, il talento, i trucchi del mestiere: tutti gli elementi che fanno sì che ciò che scrivo sia riconoscibile come mio, mi sembrano una gabbia che limita le mie possibilità.
Se fossi solo una mano,una mano mozza che impugna una penna e scrive…Chi muoverebbe questa mano? La folla anonima?Lo spirito dei tempi? L’inconscio collettivo? Non so. Non è per qualcosa di definibile che vorrei annullare me stesso. Solo per trasmettere lo scrivibile che attende di esser scritto, il narrabile che nessuno racconta."

Visto, giovane amica, ho trovato, quello che non so dirti io te lo ho fatto dire da un grande scrittore : Italo Calvino.

Tu forse non scriverai grandi cose, ma c’è uno scrivibile che attende di esser scritto, che solo TU puoi scrivere, e un narrabile che attende di esser narrato, che solo TU puoi narrare.

Altro non ti deve interessare, non ci deve interessare perchè davvero secondo me è già lì sul foglio che aspetta di esser portato alla  visibilità perché possa essere letto,  il tuo scrivibile, il tuo narrabile.

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  Commenti (2)
1. Scritto da Luca bello, il 22-08-2007 22:10
un saluto,pigra!non hai scritto l'articolo promesso sulla Chiesa romana che ti avevo chiesto! 
luca
2. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 09-08-2007 20:14
Ciao marista,ho trovato il libro di Calvino che citi. Mi pare di capire che lo trovi noioso, dissento : scorre, ? veramente un modo nuovo, secondo me almeno, di presentare le situazioni. 
Grazie di averlo indicato 
Luca 
P.S. me lo porto in montagna

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