PRONTO SOCCORSO: LE ATTESE |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||||
giovedì 04 febbraio 2010 | ||||||||||
Negli
ospedali delle grandi città, spesso anche in ospedali di provincia, capita di
fare estenuanti attese in "camera calda" ...
locale antistante il Pronto Soccorso, dove si ammassano gli ammalati,
accompagnatori degli ammalati, barellati
in attesa scortati dai volontari delle ambulanze.
Non so voi, vi auguro di non dover andare in pronto soccorso per nessuna ragione, ma quando si arriva in P.S. bisogna armarsi di santa pazienza e predisporsi ad aspettare con serenità e tolleranza che un angelo candido apra la porta d'ingresso e decida di far passare per primo. Quando meno ve l'aspettate ecco che si apre la porta d'ingresso all'ambulatorio, c'è chi allunga il collo spiando chi e cosa c'è dentro, l'angelo, vestito da infermiera, o infermiere, lancia un veloce sguardo verso quella platea dolorante e accompagnatori visibilmente scocciati, poi senza profferir parola chiude senza lasciar passare nessuno, nemmeno gli allettati. Tutti si chiedono: -Ma che voleva? -
Semplice,
con quello sguardo veloce, apparentemente distratto, ha effettuato il TRIAGE!
Ha fatto una "scelta", e mi viene da pensare: "Che abbia uno scanner di ultima generazione infilato nel cervello? " Ora va a meditare, magari facendo una partita a freccette sul pc, chi far passare per primo. Quel bambino che urla come un ‘aquila per il mal di pancia (questo lo ha riferito la mamma), oppure quel tale con la benda da pirata in un occhio? Faccio passare il barellato, se no i volontari mi danno in testa, oppure quel codice giallo-rosso e il chisenefrega dove lo metti? Non è facile optare una scelta! Ad "inventare" il Triage (con l'accento sulla a nella pronuncia, è un termine francese e non trìage, con l'accento sulla I, come tanti sardi fanno!), fu il Barone Larry, che faceva parte dell'esercito di Napoleone Bonaparte, (pensate quanto tempo fa!), nella campagna d'Italia del 1790 e qualcosa , per far fronte alle urgenze sanitarie, applicò dei cartellini colorati ai vari feriti. Questi erano codici di precedenza, utilizzati ancora oggi: codice rosso: paziente in pericolo di vita, codice giallo: potenziale pericolo di vita (minaccia di cedimento di un organo vitale) codice verde: paziente che non presenta particolari disfunzioni (in pratica può aspettare facendo cruciverba difficili, così è impegnato e non rompe) codice bianco: nessun urgenza, (può anche portarsi una brandina da casa, termos, baracchino, e svernare in camera calda) Ma torniamo all'infermiera-scanner. Dopo la fugace apparizione, la porta si riapre e finalmente fa entrare il primo paziente, quello più grave, sollecitamente attorniato di medici e infermieri professionali, che provvedono alle prime cure salvavita per dirigerlo poi in reparto. Non me ne vogliano gli operatori del settore per la "velata" (mica tanto) ironia, ma durante le attese in P.S. ho avuto il tempo di far volare la fantasia, cercando in qualche modo di sdrammatizzare il momento critico. Anche i volontari hanno un'anima (anzi hanno solo quella!), mica è facile far finta di niente se devi far compagnia a un malato sofferente che aspetta di essere visto dai medici. Noi (volontari) soffriamo con loro, quel "Triage" lo viviamo in prima persona, perché siamo persone! I malati lo sono! Prima di entrare in quel luogo dove diventano "casi clinici" (cartelle cliniche, numeri di letto, anziché Pinco Pallino si chiamano: Toroide, Ernia Strozzata, Cancro de Cancris ecc.) E' giusto sottolineare che ci sono medici e infermieri meravigliosi, che dedicano la loro vita alla missione che hanno scelto , non solo per lo stipendio di fine mese. A loro dico: GRAZIE DI ESISTERE! Con affetto. La Vostra volontaria Mariella
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