Basilica di Santa Maria sopra Minerva e Dio

Scritto da Marista Urru   
luned́ 01 ottobre 2007

Le Chiese di Roma costituiscono una parte importante del suo patrimonio artistico.

Belle, in un trionfo di luci  con colori caldi e sfumati, pastosi  e romantici , che spesso riproducono  le sfumature  rosso giallastre delle foglie dei platani  in autunno,   morbidi, e gioiosi,  esaltati  quasi sempre  dal contrasto col bianco del travertino grezzo che adorna molte facciate romane.

A Roma e nelle sue Chiese trionfa il barocco, ma parecchi  edifici costruiti in epoca medievale tra duecento e trecento, nonostante i rifacimenti successivi, mantengono alcuni aspetti gotici sia pure   ravvisabili solo  da un occhio esperto. Mentre, nonostante i rifacimenti ed i molteplici e discordanti interventi successivi, gli elementi gotici sono evidenti in Santa Maria sopra Minerva, anzi in un certo senso i restauri dell’ottocento, tanto  criticati,  paiono sottolineare di più l’elemento gotico.

Per questo, a torto,  la Chiesa della Minerva è nota come unico esempio di gotico a Roma.

Stendhal nelle sue famosissime “passeggiate romane”, mostra evidente freddezza verso questo fabbricato,  non sembra neanche particolarmente commosso della bellezza della piazza  antistante la facciata, eppure ebbe agio di ammirarla visto che dimorò nell’albergo, che colà  ancora esiste , e che porta il nome della piazza: “Minerva”.

Scrive Stendhal  : “ La Chiesa sorge di fronte ad un elefante che ha sul dorso un obelisco. I domenicani son riusciti a dare a questa Chiesa un aspetto pauroso, che ricorda l’inquisizione di Goa. Per ottenere questo scopo si è necessariamente dovuti ricorrere al Gotico”

Senza dubbio lo scrittore si è lasciato suggestionare  dalla storia dell’ordine Domenicano  . I Domenicani subentrarono alle suore nel 1280 ed ingrandirono la chiesetta preesistente, ovviamente siamo nel medioevo, barocca non potevano farla,  fu arricchita in tal senso appunto nell’800

A parte tutte queste considerazioni ,  vi si respira una atmosfera particolare, le tre navate gotiche, lungi da evocare sentimenti di paura, con l’aiuto forse della luce magica che filtra dagli splendidi rosoni e dalle vetrate, ti fanno sentire netta e chiara la presenza ed il mistero di Dio.

Ancora bambina, mi sono commossa più di una volta , guardavo verso il fondo della navata e “sentivo” Dio, lo percepivo  triste , quasi sospeso in attesa di un qualcosa che non  arrivavo a cogliere;  restavo lì a lungo, come in sua compagnia, e molti dolori e drammi quella presenza ha alleviato  a me  sempre  tiepida e dubbiosa come credente: sono decisamente  in debito.

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