Leggere & Scrivere Poesia di Anna Alessandrino CXLVI |
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Scritto da Marista Urru | |||||||||
giovedì 09 giugno 2011 | |||||||||
CXLVIA piedi scalzi sfiori i miei giorni oscuri benedetti da una gonna a balze in cui nascondi i gemiti. Tu che vedi al buio dove io la mia bambola riposi furore di fiamma che mai riposa. Non sono ali di farfalla i pensieri amaranto che per lei scrivi sugli orizzonti muti e vestita di tuono i cuori analfabeti vai ad occupare nei giardini incolti. E non danzi nella radura non ancora. Aspetti che la luna sorga per contar quei cuori osso dopo osso capello dopo capello e davanti a lei cantarli come ninna nanna nella settima volta del settimo cielo e richiamare all’alba l’ombra tua stanca. Ecco ora il nuovo gemito quello segreto nei fianchi scossi dalla danza lieve fiume di una terra pronta come la prima notte lo è una sposa. Non perderlo quel gemito ti prego. Coglilo raccoglilo chiudilo per me nel palmo perché io ritrovi il dove di quella bambola riposta un giorno al buio e la interroghi sui quando e sui perché da incollare con la resina sui tronchi.
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