Natale 2011 un augurio e un invito da Marista agli Italiani: Riprendiamoci quello che è nostro

Scritto da Marista Urru   
venerdì 23 dicembre 2011
Presepe

Un augurio sentito e meditato da Marista, si, riprendiamoci quello che è nostro e che ci è stato rubato, l'augurio è che noi tutti si trovi la forza per capire fino in fondo i torti che ci vengono fatti da gente di poco o nessun valore. Siamo stati ingabbiati in un mondo infame, duro e cattivo senza reale motivo che non sia l'arricchimento di pochi sulle spalle dei molti, e non è accettabile, si va contro la dignità dell'uomo, si va contro la natura dell'uomo, si fa violenza al proprio simile con gratuita ferocia, non è accettabile, non dovete, non dobbiamo accettarlo per la stessa dignità nostra e dei nostri figli

Sentite cosa fra l'altro scriveva nel 2004 un Cappuccino, Padre Aldo Bergamaschi,come commento al Vangelo di Luca laddove ( 19, 1 -10 ) si narra di Zaccheo il pubblicano che spontaneamente si converte alla vista di Gesù e dona metà delle sue ricchezze ai poveri , ma promette anche di restituire i beni ai frodati quadruplicandoli.


“Quel dare la metà ai poveri ci turba, Nota Padre Bergamaschi, perché tutti condanniamo il latrocinio giuridico, ma pochi sanno vedere con l’occhio di Cristo il latrocinio sociale che è sempre in atto. Ecco con quale occhio il cristiano giudica la situazione, in Italia, in Europa, in tutto il mondo. Marx aveva perfettamente ragione, quando definiva lo Stato in questo modo: “Lo stato è una classe che ne opprime un’altra mediante leggi”.


Lo trovo grandioso come commento al presente che ci attanaglia: Il dramma della nostra epoca è che si usano le leggi, e ormai da troppo tempo, per legalizzare ladrocinii sociali , estrema violenza degli Stati e delle classi dominanti sugli uomini. Con felice ed abusata sintesi : poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, mentre i bambini in Grecia svengono dalla fame e milardi di Euro finiscono nel ventre senza fondo di Banche e loro giannizzeri.

Per chi volesse leggere tutta la predica di Padre Bergamaschi, la riporto, convinta che se ne possano trarre spunti di consapevolezza attualissimi ancora, tanto più necesssari in un mondo sempre più miope che ha perso  spesso il senso della dignità e del rispetto delle persone, e niente meglio del messaggio evangelico può aiutarci a "mettere a fuco quello che non lo è più"


Vangelo: Luca (19,1-10) – I poveri prima dei frodati
In quel tempo, Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: E’ andato ad alloggiare da un peccatore!”.

Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io dò la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

La predica di Padre Bergamaschi:
“Gerico è una località storica di grandi richiami, era residenza invernale di Erode, siamo nel nord-ovest del Mar Morto, con palazzi, piscine, anfiteatro, giardini; Gerico, Cleopatra se l’era fatta regalare da Antonio. Città di confine, centro commerciale, aveva gente di imposte al servizio dei romani, Zaccheo era il loro capo, capo dei pubblicani. Pubblicano vuol dire: appaltatore, parola ancora in circolazione mi pare. Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, conosceva le disonestà dei ricchi e le miserie dei poveri.

Sul piano religioso forse era una persona inquieta come quel pubblicano che pregava nel tempio. Nell’incontro con Gesù a casa sua quale fu il tema del colloquio? L’evangelista Luca non lo dice, proverò a immaginarlo.

Tra un boccone e l’altro Gesù avrà detto che ci sono due tipi di latrocini: 1) c’è un latrocinio giuridico (chi viola il codice); 2) c’è un latrocinio sociale, che pochi vedono e c’è anche quando le leggi sono osservate. E’ una maniera barbara di istaurare dei rapporti fra di noi, perché si può fare tutto ciò che non è proibito dalla legge. Questo principio l’ho udito da un parlamentare italiano e da altri e lo ha stabilito la Rivoluzione Francese.

Porto l’esempio del treno dove ci sono carrozze per fumatori e non, c’è dunque una legge. Ma sul treno c’è forse scritto da qualche parte che non ci si può accoppiare? Questo è accaduto qualche anno fa in Inghilterra e i passeggeri dello scomparto hanno dovuto assistere allo spettacolo senza poter protestare, cosa che avrebbero potuto fare se avessero fumato in una carrozza dove era proibito. Ecco perché la legge – quella legge ripetuta dalla Rivoluzione Francese – è nefasta, ed è nefasta per il problema della socialità.

Dopo il colloquio che Zaccheo ha avuto con Gesù, ecco la nuova morale scoperta da uno che si riconosce ladro ascoltando Gesù e la sua predicazione. La nuova morale è assunta in autonomia, non è Gesù che gli dice quello che deve fare, ma lui che in maniera autonoma, dopo avere scoperto di essere un ladro di prima grandezza si decide a mettersi in ordine. Infatti la morale la deve creare il cristiano in autonomia, dopo avere ascoltato la novità del Messaggio evangelico.

Ecco cosa dice Zaccheo: “Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù non dice bravo, ma dice semplicemente “La salvezza è entrata in questa casa”.

La carità viene prima della giustizia. Ecco come don Primo Mazzolari interpretava il fatto che i poveri vengano prima dei frodati: “i poveri hanno la precedenza perché sono gli ultimi; i frodati appartengono in genere alla stessa famiglia dei frodatori”. Tutti e due rischiano dietro la spinta del guadagno. Zaccheo dà la precedenza ai poveri, perché capisce che la prima ingiustizia non è il possedere con frode, ma il possedere molto, mentre c’è chi muore di fame.

Altro è un possedere che garantisca alla persona (ama il prossimo come te stesso) (amatevi come io ho amato voi: senza profitto) la sicurezza sociale prevista dal Vangelo. Il Vangelo non prevede i poveri, ma prevede gli eguali, tutti i passi in cui si parla dei poveri vanno interpretati secondo questa valenza; altro è un possedere che da qualche parte produce povertà.

Quel dare la metà ai poveri ci turba, perché tutti condanniamo il latrocinio giuridico, ma pochi sanno vedere con l’occhio di Cristo il latrocinio sociale che è sempre in atto. Ecco con quale occhio il cristiano giudica la situazione, in Italia, in Europa, in tutto il mondo. Marx aveva perfettamente ragione, quando definiva lo Stato in questo modo: “Lo stato è una classe che ne opprime un’altra mediante leggi”.

Sentite i privilegi dei parlamentari in Italia dopo i loro stipendi: i portaborse, il rimborso delle spese di affitto, la indennità di carica; poi, il telefono cellulare, la tessera del cinema, la tessera del teatro, la tessera dell’autobus, della metropolitana, dei francobolli, dei viaggi arei nazionali, la circolazione autostrade, piscine, palestre, aereo di Stato, ambasciate, cliniche, assicurazioni infortuni, assicurazione morte, auto blu con autista, ristorante, tutto questo gratis. Questo non è detto con animo cattivo, o per mormorare dal momento che queste cose le ho già dette ad alcuni parlamentari, ma per aprirvi gli occhi sulla situazione.

Quel parlamentare cristiano al Parlamento Europeo, più che andare a dire che lui è contro certi matrimoni (problema morale che il cristiano deve risolvere in autonomia), dovrebbe dire che coltivano l’ingiustizia sociale in maniera endemica, che sono tutti degli Zacchei e istituzionalizzano il latrocinio sociale.

Proseguo scandalizzato: la sola camera dei deputati costa al cittadino 2.215 Euro al minuto. Non voglio istigarvi per carità, ma spiegare il passo evangelico, dove Zaccheo esce da quello stato in forza del richiamo di Gesù.

Zaccheo, lascia ai poveri e ai frodati, non lascia nulla a Gesù Cristo, lo dico perché un predicatore ha osato interpretare le parole di Zaccheo come una offerta a Gesù perché li desse ai poveri. Gesù dice che la salvezza è entrata in quella casa perché finalmente la fede nell’Assoluto mette un po’ di ordine nel contingente.

Quella di Zaccheo è una soluzione tra le tante possibili. E’ entrata la salvezza, ciò che Zaccheo potrà fare adesso che ha capito il senso del Messaggio evangelico, – che prima di tutto mira all’eguaglianza tra gli uomini soprattutto tra quelli che credono – è imprevedibile. Zaccheo non segue Gesù – il giovane ricco era stato invitato da Gesù a farlo – forse era sposato e aveva dei figli. Zaccheo però taglia in due quello che lui ritiene necessario per sé e fa un grande gesto evangelico, andando attorno al patrimonio, rendendo cristiana la sua presenza nel sociale.

Diventa cristiano, il mondo continua come prima, ma lui non è più responsabile di quelle ingiustizie, perché per quanto stava in lui ha messo rimedio a questo disordine”.


(Reggio nel Web n. 94 del 2 Novembre 2004)



Scrivi Commento
  • Si prega di inserire commenti riguardanti l'articolo.
  • Commenti ritenuti offensivi verranno eliminati.
  • E' severamente vietato qualsiasi tipo di spam. Cose del genere verranno cancellate.
  • I commenti verranno approvati dall'Amministratore prima di venire pubblicati.
  • Ricordarsi di inserire il codice numerico nell'apposito box
  • Se il codice è errato riaggiornare la pagina (refresh)
Nome:
Sito web
Titolo:
Commento:

Desidero essere contattato quando vengono pubblicati altri commenti


Riporta quest'articolo sul tuo sito!

  Lascia il primo commento!

Powered by AkoSuite 2007

Condividi con