La classe dirigente ci mette le mani in tasca e dimentica 98 miliardi delle slot machine |
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Scritto da Marista Urru | |||||||||
lunedė 09 gennaio 2012 | |||||||||
Le slot machine :
una truffa ai danni dello Stato e presumibilmente a favore delle
mafie , che non ha apparentemente tolto il sonno alla nostra classe
dirigente, nè smosso Agenzia delle Entrate od Equitalia, eppure è
accertato, le concessionarie di gioco hanno accumulato una evasione
di ben 98 miliardi di euro, è inoltre accertato che ben 100000,00
slot machine d'azzardo, sono state omologate regolarmente dallo
Stato! Sorpresi? Credo di no, cominciamo ormai in molti ad avere una
certa percezione sulla natura dei polli che ci girano intorno.
Una Commissione ha indagato ed ha facilmente appurato che il tesoro è stato REGALATO alle società che gestiscono il gioco legalizzato che si avvantaggia della legalizzazione di un bel numero di macchinette d'azzardo. Si è anche potuto appurare che nei cda di alcune società siedono appartenenti a famiglie legate alle mafie.
Ora in una normale democrazia il popolo dovrebbe aspettarsi che dopo una simile scoperta, una attività frenetica delle Istituzioni si occupasse di fare chiarezza, pulizia e bla..bla.. Nossignore , da noi ci si è limitati ad insabbiare il tutto, esatto. Peccato, 98 miliardi se fossero andati all'erario e fossero stati impiegati onestamente, forse gli italiani onesti avrebbero potuti esser vessati e letteralmente derubati un poco meno, invece ai Monopoli che hanno permesso che l'impianto che doveva regolare il gioco, per un anno intero non funzionasse, permettendo l'evasione miliardaria, non è stato nè inquisito, nè spostato alcuno a cominciare dal Dottor Tino, il direttore generale , super manager ( retribuito con 1 milione di euro l'anno) manager regolarmente bipartisan : nominato dal PDL, ma nel cuore anche del PD. Intoccate anche la dottoressa Barbarito , e la dottoressa Alemanno (sorella dell’ex ministro di Alleanza Nazionale). Una storia complessa comunque che ci porterebbe alle Antille con connessioni interessanti con noti pregiudicati, già. Ma le connessioni interessanti non portano solo a dei pregiudicati, bensì compaiono due personaggi più che interessanti, nientepopodimeno che Visco il censore degli evasori, il "moralizzatore" deipiccoli bottegai, ed il Generale Speciale che tanto era inviso a Visco ed al PD che non furono sereni finchè il Generale non fu rimosso. Testimonia il Generale: «... Vincenzo Visco mi telefonò per avere notizie sull’indagine che riguardava Giorgio Tino, il direttore dei Monopoli di Stato che lui stima molto, Visco mi chiedeva informazioni sulle inchieste della Guardia di Finanza. In particolare mi ricordo una telefonata in cui il viceministro era arrabbiatissimo»... «Era la sera del 16 giugno 2006. Molti ufficiali erano con me a Villa Spada per la tradizionale cena di chiusura del corso superiore di polizia tributaria. All’improvviso tra i commensali si diffonde la notizia dell’arresto di Vittorio Emanuele. E subito dopo squilla il mio telefonino. Era Visco, furente: “Lei non mi ha detto nulla”. Voleva avere immediate informazioni sulla situazione processuale di Giorgio Tino, il direttore generale dei Monopoli, indagato nell’inchiesta di John Henry Woodcock. Tino è un manager che Visco tiene in alta considerazione». Sta di fatto che la magistratura contabile aprì un procedimento nei confronti del direttore dei Monopoli ipotizzando un ingiusto danno per l’erario di 1,2 miliardi di euro, Tino ne avrebbe dovuto arispondere in prima persona.
Come è andata a finire? Visco dopo circa un mese da questi fatti ha confermato Tino ( manager da 1 milione di euro l'anno ) al vertice dei Monopoli, e l'inchiesta è stata insabbiata .
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