Anna Alessandrino: il "Tempo lucente" di Mariagrazia Genovese

Scritto da Anna Alessandrino   
venerd́ 29 marzo 2013

  

Ho conosciuto Mariagrazia Genovese sul web, grazie alla poesia, passione che ci accomuna.

Colta, amante della buona musica, soprattutto di quella classica (è stata tra l’altro insegnante di pianoforte), vive a Messina con il marito e i suoi amatissimi gatti, a cui si è ancor più legata da quando suo figlio Gabriele lavora e studia a Bruxelles.

Scrive poesie da anni e nonostante questo non ama il clamore, la visibilità ostentata e cercata a tutti i costi, forse perché la sua modalità di fare poesia è fare anima.

È quello che ho pensato leggendo i versi della sua silloge Tempo lucente, che verrà presto data alle stampe.

Fare anima è una espressione cara a Keats (Chiamate, vi prego, il mondo ‘la valle del fare anima’. Allora scoprirete a che cosa serve il mondo.) e ripresa dallo psicanalista americano James Hillman, per significare quel lavorìo di ricerca di sé, che si attua nel momento in cui si entra in rapporto con la propria interiorità, e che permetterà all’Io di imparare a sognare e a rendere leggibile quella terra di mezzo che sta tra noi e gli eventi.

Ecco, Mariagrazia fa della poesia la sua terra di mezzo, terra che apre agli altri quando scrive di dolori, amori, dubbi, ma anche di speranze, gioie, consapevolezze e scoperte interiori, arrivando a condividere ciò che dall'esterno la tocca.

Il suo è un viaggio interiore che ripone una incondizionata fiducia nella forza della parola poetica in grado di manifestare non solo i più reconditi pensieri, ma soprattutto quel forte sentire dell’esistenza, della quale ne accetta fragilità e perdita, tanto da scrivere, nei due versi dedicati alla madre:

 Fulgida  levasi l’anima

come morte di stella.

 La poesia di Mariagrazia rivela una interiorità che rende necessario abbandonarsi completamente ad essa, per accogliere la forza creatrice della Parola:

Ho smesso le vecchie vesti.

Ho dato, in esse,

tutto quel che posso….

…E lascio alla Parola

il potere

di dilatare il Tempo.

 Così scrive in Vita nuova.

E, perché ciò avvenga, lascia che il suo tempo interiore sia quello dell’anima, quello che segue il ritmo naturale delle cose…

 Apriti, oh cielo, alle ali del mattino…

…brezze diurne invadono il cuore.

Tutto è possibile in un altro domani. (Brezza del mattino)

 …o quello che si vorrebbe addirittura fermare quando la felicità ci inonda di luce e colori, come confessa nella poesia Tempo lucente, che apre la silloge e alla quale dà il titolo:

 Devo fermarlo

questo mio tempo felice.

Liquido e lucente….

...Tempo immerso

nel verde e azzurro

paravento di felicità.

 Ma i versi della Genovese sanno muoversi anche in una dimensione accorata quando la poetessa, in Alba, vuole indicare il cammino da seguire per avvicinarsi il più possibile al vero:

 …Spezza la catena

che t’opprime

e scegli  la Verità

del pianto o della gioia.

Lascia che vibri sonora

la corda del tuo cuore.

Che la tua voce si alzi

forte e chiara…

…se solo vorrai

sorgere

nel chiarore dell’alba.

 …o quando si rivolge all’amato in Dimmeli i tuoi pensieri

 …anche se ogni parola

è già stata detta.

Dimmeli ancora

che non ti conosco.

Oscura è l’anima

tua.

Per me.

 Grazie alle sue poesie, inoltre, Mariagrazia riesce a cogliere l’intimo segreto del mondo e soprattutto di  se stessa quando fa rivivere quel daimon, quel demone che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita e che ci induce a essere in quel determinato modo o a fare certe scelte, e non solo, casuali o illogiche. Sensazioni che ben descrive in Pensieri alla rinfusa e ne La strada sbagliata:

 Labirintici meandri

imboccati  per sbaglio

i miei pensieri.

Irti di rovi.

Intravedo nei varchi

specchi

e muri di gomma.

 Con la stessa naturalezza Mariagrazia, però, sa mettere a fuoco anche la concretezza dei luoghi dell’esperienza (Ferragosto) e degli elementi della vita, quando ampliando lo sguardo si apre e si pone in relazione con la realtà esterna, cogliendone vizi e virtù (Divagazioni).

E non è poi un caso se in questa silloge poetica inserisce l’unico racconto, Stati d’anima, in cui parla con una struggente nostalgia di Arturo, un bellissimo e amatissimo gatto Blu di Russia, della cui perdita non sa darsi pace, tanto che un giorno…beh, dovete leggerla!

Non è forse anche questo fare anima?

Ho provato una miriade di emozioni leggendo i versi e le parole di Mariagrazia Genovese perché ho attraversato la vita e ho ripercorso, con lei e attraverso lei, le esperienze fondamentali di ogni essere umano: amore, morte, abbandono, gioia dell’essere al mondo, interiorità, frustrazione e vita quotidiana.
Ve lo chiedo ancora una volta, dunque, non è fare anima, tutto questo?

                                                                                                   Anna Alessandrino

 Ancora una parola: ogni poesia è stata tradotta anche in inglese, lingua che la poetessa conosce molto bene, un omaggio agli amici  di questa madre lingua. E' il motivo del sottotitolo Shining time sulla prima di copertina.

 




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