Ora abbiamo anche l'UNICORNO |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
mercoledì 11 giugno 2008 | ||||||||
E’ stato avvistato nel centro scienze naturali di Prato, un Unicorno. Si tratta di un capriolo di 10 mesi con un corno solo, grazie a una mutazione genetica. Il bell’animale è molto timido, più ancora degli altri individui della sua specie, e si trova nel centro per caso: la madre era stata portata nella riserva dopo essere stata investita da un auto. Approfittiamo della notizia per ricordare a mo' di curiosità ed in grandi linee la storia dell’Unicorno, magica creatura dagli stupefacenti poteri terapeutici, conosciuta nelle antiche leggende di molti popoli
Nel Bestiario medievale ci viene presentato simile al capretto, ma ferocissimo; nessun cacciatore può avvicinarglisi a causa della sua forza straordinaria. Per cacciarlo, i cacciatori gli espongono davanti una vergine immacolata e 1′animale balza nel suo seno; dalla vergine viene allattato ed è da lei condotto al palazzo del re. Una altra consolidata leggenda vuole che gli animali della foresta si riunissero tutti assieme attorno ad una sorgente d’acqua avvelenata da un drago non sapendo cosa fare, quando ecco che arriva l’unicorno , entra nell’acqua e traccia un segno di croce col suo corno purificando l’acqua. Ne derivò che ci si convinse che il corno simboleggia la croce di Cristo. Come l’unicorno salva gli animali purificando l’acqua avvelenata, così il Cristo Redentore dona ai peccatori la salvezza eterna col suo sacrificio sulla croce. Da questo a convincersi che il corno fosse un eccezionale strumento taumaturgico, il passo è breve quindi principi e re per neutralizzare i veleni, chiedevano polvere di corno del raro animale, ed erano disposti a pagarla a peso d’oro. I furbi mercanti trovarono un buon espediente per ovviare alla naturale rarità del “prodotto”: fornirono principi, sovrani e ricchi signori di polvere di corno del Monodon monoceros, un innocuo cetaceo, e si arricchirono bellamente, lasciando eventualmente che gli augusti personaggi seguissero il proprio destino, morendo comunque avvelenati . L’Unicorno non poteva mancare in Cina, dove con il drago, la tartaruga e la fenice, fu considerato animale di buon augurio e apportatore di fortuna. E ora noi moderni, razionali ( forse) disillusi e scettici (sicuro), concediamoci di considerare questo bellissimo esemplare di capriolo fonte di bene; concediamoci una sana illusione: che, per un capriccioso prodigio la sua comparsa stia davvero a significare che l’Italia uscirà presto dai tempi bui, che in qualche modo sarà liberato questo infelice Paese dai veleni che lo intossicano ormai da troppo tempo. Che infine sia avvenuto un miracolo : alla fonte dell’acqua pura, al sapere della mente UNA, della ragione purificata dai veleni, ci si possa serenamente abbeverare tutti, senza più timore di esser sbranati dalle belve provenienti dalle tenebre della ragione.
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