ROMA - Il Muro Torto e le sue leggende

Scritto da Marista Urru   
sabato 13 settembre 2008

 

il murotorto RomaRoma dalle mille leggende, piena di misteri  e di segreti: passaggi, cunicoli, scalette segrete che portano in cantine che a loro volta hanno uscite sconosciute ai più.

 Se ne perde il ricordo di queste storie di morti violente, amori impossibili, fantasmi e maledizioni,  tanto più che spesso i   Romani poco amavano parlarne, ed i nuovi calpestatori del suolo Romano  sono frettolosi e distratti; se  aggiungiamo gli interventi poco rispettosi accumulatisi  negli ultimi decenni che hanno sbarrato porticine e chiuso cunicoli,   di sicuro  brandelli di storie di congiure e tradimenti sono svaniti insieme ad angoletti tipici e intrisi di magia.




Comunque ancora resta la superstizione per esempio che il famoso Muro Torto sia stregato : per chi non fosse di Roma, sto  scrivendo di quel viale che da piazzale di Porta Pinciana va al Piazzale Flaminio, all’inizio di una delle più belle vie consolari. Il viale è fiancheggiato da un muro fatto costruire da Aureliano in sostanza completando e rafforzando dei bastioni preesistenti.

Poi man mano qualche cedimento si ebbe, finchè nel 500 per difendere Roma dai Goti Belisario riprese a fortificare quelle mura, ma inspiegabilmente si interruppe  laddove il muro presentava una vera e propria breccia, tanto da parer spezzato proprio là dove la strada prima di sboccare a Piazzale Flaminio fa l’ultima curva,  nel lato più debole e bisognoso di esser fortificato.

Spiegazione razionale non ci è arrivata, ma si formò una leggenda che voleva che San Pietro avesse promesso di protegger lui quel luogo e che abbia mantenuto la promessa, nessuno quindi mai ebbe il coraggio di rimuovere i ruderi,  per cui i Goti stessi, inspiegabilmente mai cercarono di passare da quel lato delle mura rimasto indifeso. Col tempo si favoleggiò,  chi sa perché, che alla base di quelle mura fosse la tomba di Nerone, e questo bastò affinché colà si pensasse di seppellire delinquenti e peccatrici. Non si sa bene poi  da quando, venne in uso di gettarsi dall’alto del muro per porre fine e a vite disgraziate. Storie drammatiche in tal senso fiorirono a bizzeffe tra i Romani, ricordo che quando ero  a scuola,  capitava facilmente la compagnuccia con qualche storia da brivido che finiva fatalmente  con una povera innamorata abbandonata che si buttava a Tevere o meglio per esser più sicura di morire,  dal Muro  Torto. Finchè il Comune fece mettere provvidenziali reti e pian piano la cupezza del luogo , sempre in ombra che io ricordi, è svanita, anche se un po’ di nomea di luogo menagramo, la conserva ancora.

Infatti gironzolando per il web è facile trovare notiziole in tale senso, come il graffito firmato ." "Muro torto dove fai il chioppo". Oppure al sito giornale  RomaOne il racconto di uno dei tanti incidenti d'auto inspiegabili occorsi , con tanto di apparizione di fantasmi dei carbonari, dal titolo indicativo : " Muro torto, dove un guasto può fare fare quaterna"
http://redazione.romaone.it/4Daction/Web_RubricaNuova?ID=84427&doc=si










 

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