Un post difficile: Chi sono / Marista |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
domenica 02 novembre 2008 | ||||||||
Il mio quasi - giardino e nello sfondo la macchia mediterranea su cui la lunga mano dei costruttori/ barbari si allungherà presto. °°°°°°°°°°° Oggi provo a scrivere un post per me difficile, lo faccio solo perché più d’uno mi ha fatto notare che una persona di buona educazione, quando apre un sito in cui pretende in qualche modo di dare consigli , distribuire le proprie idee e conoscenze DEVE far sapere chi è, presentarsi. Perché non lo ho fatto prima?Solo perché mi son detta che non avrebbe avuto nessuna importanza , a chi vuoi che interessi aver conoscenza di chi cavolo sia Marista fuori dal web?
Comincio dalla età,
mi tolgo la piccola spina: ho ben
63 anni. Nata in quel di Roma, dove ho avuto la fortuna di godermi il periodo
di una città ancor viva di cultura, di turismo anche culturale , quando era facile incontrare Ungaretti nel
ristorantino abituale nei pressi di piazza di Pietra e sentirlo declamare gli ultimi versi, oppure
al mitico Caffè Greco ritrovarsi a
scambiare impressioni e convenevoli con Antony Quinn, uno per tutti fra tanti
habitué, che appariva persona squisita e
simpaticissima oltre tutto. Capitava
allora di incontrare, sempre a rimorchio di mio padre, il freddo De Chirico, abitualmente molto parco
di parole e convenevoli, almeno io lo ricordo così., ed una schiera di pittori,
scrittori, giornalisti, senza fretta e
senza spocchia, era facile e normale scambiarsi notizie, impressioni,
pareri anche affetto e stima.
A me, che mai
son stata secchiona, succede: si entrava in una oasi di pace, di cortesia e di efficienza e per chi veniva da quelle della Sapienza ormai martoriata
dai moti del 68 , con i volumi mancanti di pagine, con libri scarabocchiati,
con i banchi pieni di scritte oscene, i muri deturpati in attesa di ripulita
che io mai vidi, e da una città in cui il nuovo chiassoso ed un po’ cafone
avanzava spietato, I casi della vita mi hanno in seguito portato in un Ente che si occupava tra l’altro di organizzare di sfilate di alta Moda nella Roma caotica ed entusiasmante dei grandi Sarti, degli accessoristi, anche se ormai già contenente il baco della decadenza, e già consapevole del baratro che le si stava aprendo innanzi, preparatosi lentamente ed incominciato ad emergere alle coscienze dopo gli anni 70. Si era in realtà già pieni di rimpianti e nostalgie e timori, mentre un nuovo mondo, duro e spietato creava i primi drammi, le prime epurazioni, e chiudevano saracinesche e nuovi e sconosciuti soggetti riaprivano quelle saracinesche dopo aver snaturato l’esistente, troppo spesso con dissennatezza incolta ed arrogante. Ho potuto assistere alla agonia neanche troppo lenta ,di un mondo rassegnato, vinto; ho visto sparire le botteghe storiche, la cui fine veniva inesorabilmente affrettata anche dai da regolamentini ministeriali che sembravano operare chirurgicamente perché i vecchi romani sparissero e al loro posto avanzasse il “nuovo” nascosto nell’ombra, prono al guadagno facile e selvaggio, pronto alla imitazione incolta ed approssimativa di altre città belle anche loro, ma diverse per tradizione , cultura e coformazione, per cui ho potuto veder diminuire il turismo, ho colto sfoghi dolorosi e sussurrati letteralmente degli intellettuali intimoriti, degli attori d’oltralpe, dei giornalisti della stampa estera che ci commiseravano. Ho raccolto gli sfoghi di tante e tante persone che si sentivano addirittura perseguitate dal nuovo che inesorabile avanzava, ho appreso con dolore di quanti si sono suicidati o son morti di crepacuore, vedendo sfumare i progetti di una vita; ho assistito con autentico dolore , visto che lavoravo nel campo, alla distruzione ragionata da parte dei poteri forti , sempre quelli nell’ombra, di un piccolo e laborioso mondo che, persa la coesione, si è frantumato, ognuno cercando scampo dove e come poteva, alcuni ce la hanno fatta, molti sono stati distrutti e certo per loro , per me, non ci fu né cassa integrazione né niente… solo indifferenza di pasciuti ed ignoranti personaggi che già pensavano a come arricchirsi sulla pelle di chi cedeva. Storia vecchia, e la storia si ripete. Storia occultata di cui nessuno vi racconterà .
Ho superati i rimpianti e chiusi i ricordi ed i rancori dove debbono stare, mi dedico alle mie piante (poco), ai miei 5 gatti ai miei 2 Germani, e ad una serie imprecisata di animaletti che passano per il mio quasi giardino ( quasi, perché sempre pulito, accudito, aggiustato a metà), il tutto con appoggio e compagnia di un marito oberato dal lavoro, il Federico , geniaccio matematico dal cuore tenero, che gira come una trottola per l’Italia e per il quale faccio da quasi segretaria ( non sempre ci riesco , la posta che arriva è troppa, i casi urgenti di poveri cristi vittime del sistema bancario, moltissimi).
Sta di fatto che benché non siamo molti, in casa c’è un inquietante via vai , ed un continuo squillare di telefono, ma io ho sempre vicino, fedele come un cane, tanto che mi segue anche nelle passeggiate in campagna passo passo, il mio gatto luke e quando scrivo ho lui o in braccio o sullo scrittoio tra me e la tastiera, come in questo momento.
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