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LE SCOMODE VERITA' SULLA UCCISIONE DELLA ORSA DANIZA PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 12 settembre 2014



daniza



da Claudio Lippi

A me della storia dell’orsa Daniza ha stupito un po' tutto...
Non solo dal punto di vista empatico o ambientalista, quanto dal punto di vista del comune cittadino che viene proiettato nel tipico “casino all’italiana”. Da noi solo la burocrazia imperversa sovrana e il tipico “magna-magna” nostrano calpesta qualsiasi cosa, la vita delle persone, degli animali e il buon senso.

Le anomalie poi vengono come sempre distorte (pro o contro) per questioni di natura politica. Invece andrebbe sempre ricordata la grettezza della nostra civiltà: infatti in realtà Daniza è stata solo usata per fare soldi e per null’altro che questo, oltre ad essere, ai tempi una bandierina politica.

La prima cosa da sfatare è il mito che il cercatore di funghi se la sia andata a cercare.

 Basta fare una ricerca e salta fuori che il poveraccio stava in una zona in cui è permesso raccogliere funghi e quindi lui non si trovava in posti in cui non sarebbe dovuto essere. Il poveraccio se l’è trovata davanti e se l’è cavata con poco. Ovviamente essere aggrediti da un orso mentre sei in una zona di libero accesso (e non in un’area protetta), qualche allarme lo genera. Buon per lui che è vivo (visto che non stava facendo nulla di male). Oltretutto fu il primo a chiedere che non venisse fatto male all’orsa ed è stato il primo a segnalare che era una femmina con i cuccioli. Tanto di cappello.


Perché minacciare questo poveraccio? Perché è facile. Ha un nome e un cognome ed è abbastanza semplice rintracciare un povero disgraziato che non ha proprio fatto male a nessuno. Opinione personale contro gli attivisti: gli attivisti (indipendentemente dall’argomento per cui si attivano) cercano di fare il maggior numero possibile di danni al soggetto che c’entra meno e possibilmente, al soggetto più debole. Non vedremo mai e poi mai gli attivisti rompere le scatole a chi gli può sparare. Voi avete mai visto un attivista prendersela contro i boss del narcotraffico? No, ovviamente. Ai boss ci deve pensare lo stato con i poliziotti, che però sono dei fascisti. I boss ringraziano gli attivisti, sempre.

A questo punto della storia arriviamo noi comuni cittadini che ci sentiamo dire che: a) un’orsa con i cuccioli ha aggredito un cretino che andava a cogliere funghi chissà dove e chissà cosa ha fatto lui all’animale; b) che l’orsa verrà abbattuta e che il destino degli orsetti è incerto; c) che tutti i cacciatori del Trentino non vedono l’ora di sparare all’animale per tenersi la pelle per trofeo.

Al di là del fatto che per abbattere un animale di un parco naturale servono parecchi permessi e ben più di un ferito lieve, qualche dubbio sulla storia sorge leggendo in giro in rete che forse c’è un problemino (dal punto di vista massmediatico considerabile di poco conto) , che l’orsa da quelle parti… non ci sarebbe dovuta essere e, cosa ancora più bislacca, nessuno è in grado di monitorare la sua presenza in natura. Sta lì, lontano da dove dovrebbe essere, un po’ troppo vicino all’abitato, affamata e con due cuccioli (poi saliti a tre).

Apriti cielo: gli ambientalisti insorgono! L’orsa è autoctona di quei boschi. C’è nata e c’è sempre stata! È l’uomo che ha invaso il suo territorio e non viceversa!

Peccato che non è vero. Daniza è slovena: da quelle parti l’ha portata proprio l’uomo.

Mettiamoci una croce sopra: la verità è che in Italia nel 1996 si sono accorti che c’erano 2 o 3 orsi bruni in tutto l’arco alpino. Questo animale non è in via d’estinzione nel mondo: solo nel nostro continente è stimata una popolazione di circa 14.000 esemplari. Il problema è che in tutta l’Europa centrale e mediterranea il loro numero è bassissimo. Sono tutti extra-comunitaria o giù di lì. Il motivo del loro basso numero è la caccia a cui sono soggetti da circa… 5.000 anni a questa parte.

A un certo punto, i nostri ambientalisti propongono di immettere nuovi esemplari nella zona del Brenta. Comprano (catturano?) così 9 esemplari in Slovenia (presso una riserva di caccia vicino al confine) e li immettono in Trentino (li spostano di qualche chilometro, per farla breve). Bello. Bellissimo… Alla UE questa pensata costa 4 milioni di euro. 450.000 euro ad orso e spiccioli.

Previsione? Ad occhio e croce da 9 esemplari (3 maschi e 6 femmine, compresa Daniza), in 30 anni, dovrebbero spuntare fuori circa 450-500 orsi. La pensata non è tanto bislacca, anche se in realtà non è che sia riuscitissima: nel 2007 si stimano siano presenti 25 animali (poco più che raddoppiati in 10 anni). Ad oggi forse sono circa una cinquantina, cuccioli inclusi.
Ma allora il problema dove sta?
Semplice. Il problema è che Daniza stava dove non doveva stare e che a un certo punto è stato chiesto alle autorità competenti di vedere i monitoraggi dell’animale dal 2000 ad oggi… E qui è caduto l’asino dal cielo.

Che monitoraggi? Beh… a quanto pare Daniza e gli altri 9 esemplari immessi a partire dal 1999 sarebbero dovuti essere monitorati, tramite un collare e una targhetta auricolare, tenuti sempre sotto osservazione per questioni scientifiche e per assicurarsi che il progetto di ripopolamento avesse avuto successo.

In teoria tutti e nove ne erano dotati, compresa anche Daniza. Così come risulta dal PDF scaricabile dalla pagina ufficiale del progetto:

http://www.pnab.it/natura-e-territorio/orso/life-ursus.html

Dunque perché l’altro giorno hanno narcotizzato l’orsa?
Come ha fatto ad avvicinarsi talmente tanto da essere stata vista l’ultima volta in un ovile?

L’orsa avrebbe ammazzato 8 pecore e 3 capre negli ultimi giorni.
Ora, in natura, l’orso bruno mangia carne quando non trova di meglio. Prevalentemente mangia bacche, radici, germogli e funghi (ecco perché stava in una zona dove poteva trovarli). Invece negli ultimi tempi era arrivata a nutrirsi di carne e siccome le pecore in un recinto sono preda facile, ha ammazzato quelle per nutrire i suoi cuccioli.

In buona sostanza, Daniza è morta perché dei burocrati se la sono fatta sotto. Non volevano dare spiegazioni del perché un’orsa stava così vicina all’abitato quando invece doveva trovarsi dentro i confini del Parco Naturale Adamello Brenta.

Daniza è morta perché qualcuno non aveva fatto fino in fondo il suo lavoro ed ha preferito correre ai ripari. La sediamo e la catturiamo… Ma qualsiasi veterinario sa che basta poco per ucciderla. Basta sbagliare la dose, calibrata in base ad età e peso dell’animale e al suo stato fisico e di salute. E come fai a sapere che peso ha Daniza se non le fai un controllo dal 2007? Semplice: non lo sai.

Queste informazioni si trovano tutte tramite Google:
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/daniza_morta_cattura_trentino_ferragosto_narcosi/notizie/896852.shtml
http://notizie.tiscali.it/socialnews/Grazioli/14375/articoli/La-storia-di-Daniza-l-orso-che-fa-paura-Diamo-napalm-a-tutti-gli-animali-pericolosi-cos-possiamo-raccogliere-i-funghi.html
http://www.pnab.it/natura-e-territorio/orso/life-ursus.html
http://www.pnab.it/fileadmin/parco/documenti/orsi_rilasciati1999-2002.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Ursus_arctos#Alimentazione
http://it.wikipedia.org/wiki/Ursus_arctos#L.27orso_bruno_in_Italia
http://www.tuttozampe.com/anestesia-cane-rischi-evitarli/48980/
http://www.regione.veneto.it/web/economia-e-sviluppo-montano/raccolta-funghi1

La questione è che una storia come questa ci fa indignare, arrabbiare e ci fa indirizzare la rabbia verso “i soliti sospetti” (per fare una citazione cinematografica): facile dire che è colpa di chi vive vicino al parco, facile dire che l’orsa viene ammazzata per permettere alla gente del posto di raccogliere funghi, facile dire che è tutta colpa di chi “si fa” aggredire da una “povera madre”.

La verità è che i raccoglitori di funghi vanno a raccoglierli dove possono, secondo delle regole precise, per evitare di crepare avvelenati; la verità è che in Italia c’è stata una “stagione” in cui si è voluto immettere in natura animali non più presenti nel nostro territorio, senza tener conto dell’antropizzazione o della realtà dei territori; la realtà è che reintrodurre questi animali è un business mascherato da amore per la natura. Daniza e i cercatori di funghi sono solo gli oggetti del contendere: i manovratori sono coloro che si divido, si amministrano e si godono i proventi di 4 milioni di euro spesi per far credere che c’è qualche politico amante degli animali.



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