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Marista e le piccole cose ,un altro tempo un altro giardino PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 06 ottobre 2014

Foglie cadute
sul giardino che sembra
vecchio cent'anni.

( Basho)

bato 13 novembre 2010
Foglie di novembre
bato 13 novembre 2010
Foglie di novembre


Marista e le piccole cose ,un altro tempo un altro giardino

Pioggia lieve come un presagio di autunno, le prime foglie ingiallite cadono sull'erba, sono  belle, lucide, vivono di nuova vita dopo l'arsura estiva.Esco in giardino, mi decido,un tepore umido e profumato m'accoglie.Normalmente passo di sfuggita in giardino, per lo meno  da quando non curo più le mie piante, ora invece mi soffermo, è finita l'afa, mi muovo quasi a mio agio, rinfrancata, e mi appare tutto desolato, proprio come come me, mi vien da considerare distrattamente.






Giunchiglie


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualche vecchio albero è morto, il prugno rosso abbracciato stretto al suo fratello minore dai frutti dolcissimi, non ha resistito al caldo umido, e sono morti insieme, abbracciati come sempre. Ora stanno lì, rinsecchiti e popolati da formiche, aspettano solo di esser tagliati. So che mi dispiacerà. La giù in fondo, nel folto dei rami del giardino inselvatichito, spicca una festosa ghirlanda di fiori rossi, una buganvillea, nemmeno ricordavo di averla piantata in quell'angolo,chi sa quando poi. Coraggiosa si inerpica fin dentro il vecchio pino, su in alto, a sfiorare i nidi delle gazze, e ,vittoriosa esce dall'intrico dei rami per tuffarsi decisa in un enorme cespuglio di corbezzolo più in basso. Dio mio, anche la natura qui è disordinata e ribelle ! Una specie di vecchia panchina in pietra , raffazzonata un po alla meglio tanti anni fa, ora sta cedendo, pare voglia cadere in avanti. No, è ancora solida, mi regge accogliendomi indifferente e ruvida di licheni. Si sta bene qui,mi è mancato questo angolo .Un refolo dal mare lontano mi porta il fresco profumo della cedrina, non può essere, è viva ancora? Si,la delicata cedrina ha resistito, ha le foglie piccole, i rami stenti, fragili,ma è ancora qui. Ne colgo un rametto, e d'incanto Lei è qui, è venuta infine, è davanti a me. Se ne sta seduta pigra e sorniona nella poltroncina preferita, mi fissa silenziosa, poi mi apostrofa asciutta:“perchè hai raccolto tanta cedrina” è un po accigliata. In effetti ho esagerato, dei rami profumati intervallati da piccole spighe di fiori bianchi,ne ho fatto un fascio da mettere in un grande vaso sul davanzale della veranda, così che al mattino quando si fa la colazione, il suo profumo arrivi sino al mio posto.

Un altro tempo, un altro giardino e mia madre è visibilmente contrariata. La osservo e mi dico che ha ragione papà: quando mamma si indigna ( lui usa questo termine)..gli occhi mandano lampi verdi. Ma son tempeste brevi . Continuo tranquilla a godermi la fragranza del piccolo arbusto e nuovi ricordi arrivano, mamma ora ha un abito a fiori, apparecchia per il te con la solita calma e precisione..porta dei dolcetti che non riuscirò ma a riprodurre, il sole entra obliquo da dietro le tende, di mussola? I raggi del tramonto le illuminano la folta massa di capelli che spiccano castani  sul viso pallido,bella. Tutti ridono, anche la Maria, felice perchè finalmente il marito ha trovato lavoro ed il figlio è stato promosso, quindi in autunno andra' a lavorare e sarà in un bar vicino a Piazza di Pietra; papà credo ci abbia messo una buona parola, lui aiuta tutti. Festeggiamo queste buone novità . Siamo contenti ,hanno sofferto in quella famiglia molto per la guerra,.hanno perso casa, terra..parenti,.un contadino senza la sua terra è nulla, mi dice mamma. Per il poco che si può, li si aiuta Ma ora Maria ride e scherzosa mi tira le trecce. Si trova bene ad aiutare in casa nostra dice, siamo allegri e lei si sente come fosse a casa sua, libera. Io non capisco cosa intende.. capirò poi frequentando altre case.

La mia cedrina la ho troppo strapazzata. Vorrei restare qui a ricordare, per sempre,  deve esser tardi Il mio barboncino nero sparisce dietro un cespuglio, ma è solo un fantasma o quasi, inutile chiamarlo, d'improvviso mi viene da piangere. Dal mare vengono brevi refoli freschi, il pino sussurra e in un attimo sono di nuovo a Roma, sotto gli alti pini di uell'altro giardino in un altro tempo, dal quale debbo distaccarmi, ma non ci riesco..Mamma mi guarda ancora  accigliata, non parla, mi sta rimproverando credo. Si, debbo andare. Tempesta, la gatta di mia figlia, silenziosa mi ha raggiunto, si struscia sulle mie gambe e si lecca il naso, il messaggio è chiaro,ha fame..obbedisco. Prendo la strada più lunga per casa ,un po mi stanco è vero, ma sono contenta, mi dico che pian piano riuscirò a risistemare tutto. Ogni giorno una piccola cosa, e tutto tornerà in ordine.



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