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Mostruose cifre del crac finanziario mondiale che pagheremo noi PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 23 gennaio 2015

Allora siamo davvero di fronte ad una finanza criminale supportata da Parlamenti criminali  o ignoranti e da istituzioni criminali?




IL CRAC FINANZIARIO GLOBALE.. GUARDIAMOLO IN FACCIA PER QUELLO CHE E' E DIFFONDETE QUESTI NUMERI CHE CI PERMETTONO DI DIRE CHE SIAMO DI FRONTE AD UN AMMASSO DI CRIMINALI IRRESPONSABILI seduti  nei vari Parlamenti e proni acriticamente al sistema finaziario le cui follie mettono in conto SOLO A NOI CHE LI STAMO MANTENENDO. E SONO NUMERI CHE VENGONO DAL CUORE DEL CRIMINE STESSO: LA BANCA DEI REGOLAMENTI INTERNAZIONALI, la banca delle banche, il  BRI

 

"Il crac finanziario

L'insanabilità della crisi a forbice tra le attività speculative finanziarie, che aumentano eponenzialmente, e le attività produttive, che stanno collassando, è alla base delle analisi economiche di Lyndon LaRouche.
La cifra complessiva degli aggregati finanziari, la cui componente principale è quella delle operazioni in derivati, si stima intorno ai 2 milioni di miliardi di dollari (stime BRI autunno 2004, vedi nota sotto). Di contro il PIL mondiale si stima sui 41 mila miliardi di dollari.
In linea teorica, dunque, il rapporto tra finanza e produzione è di 50:1.
E' noto però che le cifre del PIL sono gonfiate con espedienti vari e sempre più "creativi"; inoltre, la percentuale di certi "servizi", spesso più dannosi che inutili, continua a crescere mentre il parco tecnologico si restringe.
Anche le cifre sulle transazioni finanziarie che non vengono registrate (OTC), sono tutt'altro che attendibili. Tante banche hanno finito per "partorire" degli hedge funds, dirette da loro "ex dipendenti", a cui affidano le transazioni meno "ortodosse". Per restare comunque alle cifre ufficiali, una sola banca, la J.P. Morgan Chase, deteneva in data 30 settembre 2004 più di 43 miliardi di dollari in derivati, una cifra superiore al PIL mondiale e quattro volte il PIL degli USA.
Dallo sganciamento del dollaro dall'oro e l'istituzione del sistema a tassi fluttuanti, nel 1971, il mondo finanziario ha dato vita ad una serie di bolle speculative all'insegna della "deregolamentazione" generalizzata:

Il mercato dei petrodollari a seguito della crisi petrolifera del 1973
La crisi del debito dei paesi latinoamericani ed altri nei primi anni Ottanta
La bolla dei junk bonds (le obbligazioni spazzatura) a partire dal 1986 (nel 2004 ne sono stati emessi per 139 miliardi di dollari).
La bolla dei derivati a partire dai primi anni Novanta
La bolla della New Economy tra la fine degli anni Novanta e questo decennio
La bolla immobiliare, soprattutto negli USA ed in Inghilterra
La bolla del debito pubblico e privato nei paesi del settore avanzato.

Il volume complessivo di queste bolle cresce a spese delle attività economiche reali:

nel terzo mondo FMI e Banca Mondiale hanno presieduto all'imposizione di un sistema in cui l'estrazione netta di ricchezza reale da quei paesi supera di gran lunga il totale dei crediti concessi.
nel settore sviluppato è stata imposta una deindustrializzazione a tappe forzate: negli USA con la scusa che importare costa meno che produrre e in Europa con la scusa che i patti di stabilità di Maastricht esigono il blocco del credito pubblico, non importa se tale credito sia indispensabile nella creazione di ricchezza e nel mobilitare l'impresa privata.


FONTE, MOVISOL,  DATI: BRI. Banca dei Regolamenti Internazionali



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