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Paolo Barnard e Mmt: tornare padroni del nostro destino PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 17 ottobre 2012



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Nel febbraio 2012, praticamente da solo, Paolo Barnard ha organizzato il primo summit sulla Modern Money Theory (Mmt), a Rimini. Il risultato fu sorprendente: 2.200 persone paganti giunte da tutta Italia. Nulla di simile si era mai verificato in Italia, e forse in Europa. Ora, a distanza di qualche mese, Paolo Barnard, giornalista già co-fondatore di Report ma da qualche anno confinato quasi in un esilio informativo che ne fa un raro esempio di giornalista-attivista, rilancia: a fine ottobre, prima a Rimini (20-21) e poi a Cagliari (27-28) si svolgeranno altre due conferenze. Il titolo è esplicito: “Non eravamo i Piigs. Torneremo Italia”. Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono all’unificazione monetaria europea).

Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono all’unificazione monetaria europea).

«Lo scopo degli incontri di Rimini e Cagliari sarà quello di scrivere un Manifesto per avere una via di uscita concreta dall’eurocatastrofe», spiega Barnard. «Affronteremo tutti i temi ingiustamente usati dall’informazione ufficiale per terrorizzare i cittadini: saranno organizzati attraverso capitoli degli argomenti principali. Come gestire il debito pubblico, quello privato di famiglie e imprese, come evitare l’inflazione che si teme possa arrivare con la svalutazione. E poi ci sarà spazio per illustrare come, attraverso le politiche della Mmt, sarà raggiungibile la piena occupazione e ci sarà la possibilità di rilanciare, e alla grande, l’economia nazionale; e come saranno regolati i commerci internazionali». In pratica si cercherà di dare la risposta ai timori che cittadini e imprenditori hanno quando immaginano una “rottura” dell’euro. «Certo. L’obiettivo è che un Manifesto così costruito possa entrare nel dibattito pubblico e costituire una valida alternativa rispetto al terribile presente».

Ma questo non dipenderà soltanto dai relatori, aggiunge Barnard in un’intervista sul sito “Democrazia Mmt”: sarà importante che se ne facciano carico gli stessi partecipanti dei summit: «Se torneranno a casa come se non fosse accaduto nulla, sarà stato tutto inutile. Se invece lo diffonderanno ai lavoratori, alle famiglie, agli artigiani, agli imprenditori, la speranza è che il nostro lavoro diventi un patrimonio comune». Obiettivo: rivolgersi alle forze politiche che chiederanno il voto ai cittadini per le elezioni del 2013. «Il mio – aggiunge Barnard – è un discorso democratico classico, per questo sembra strano se rapportato alla situazione italiana: si darà l’appoggio soltanto a chi si impegnerà pubblicamente a rispettare i punti programmatici del Manifesto. Primo fra tutti, i piani di piena occupazione».

Nei due summit ci sarà una forte interazione tra i presenti e i relatori: un ampio spazio dedicato al dibattito, per chiarire tutti gli aspetti necessari a garantire sovranità monetaria, piena occupazione, tutela dei risparmi e controllo dell’inflazione. Domande organizzate in base alle diverse necessità: le famiglie e il loro risparmio, le imprese e gli investimenti e la concorrenza, il ruolo dello Stato. «Tutti argomenti che poi confluiranno nel Manifesto». A febbraio la stampa nazionale “silenziò” del tutto il primo summit di Rimini, ignorato anche da partiti e sindacati. Barnard teme una replica della “congiura del silenzio”: «In questo momento la Mmt e i suoi attivisti italiani “devono” essere ignorati. O manipolati. Quindi saranno tutti assenti, di nuovo. In questo momento il potere si sta attivando per distruggere o disattivare la portata della Mmt: ecco i tentativi dei meridionalisti o addirittura della massoneria di serie B italiana. Certo, ho diversi segnali di interesse, ma tutti stanno attenti ad uscire allo scoperto, perché hanno paura. Parlo ad esempio di un chiaro sommovimento interno al Pdl».

Eppure, negli Usa non mancano giornali come il “Washington Post” che si sono occupati della Modern Money Theory. Quello italiano è puro provincialismo bigotto oppure c’è davvero il timore che una proposta del genere possa far saltare l’Eurozona e quindi l’attuale ordine continentale? «Anche negli Usa non è stato facile rompere il silenzio dei media», ammette Barnard. «Qui in Italia la stampa e la politica hanno ignorato la Modern Money Theory anche quando non c’era un fronte anti-euro così marcato». Manca, ovviamente, un approccio laico su cos’è veramente la moneta e su come la si può usare a favore delle comunità nazionali, e non contro – come invece avviene nell’Eurozona. Senza contare, ovviamente, le manovre di disturbo orrchestrate nell’ambito di «una campagna di discredito preoccupante». Esempio: a due giorni dal primo summit di Rimini, febbraio 2011, Federico Rampini su “Repubblica” «scrisse un articolo sulla Mmt senza citarci, ed ora dedica un capitolo del suo libro alla Mmt senza scrivere neanche una riga su quello che sta avvenendo in Italia».

Atene, Madrid e Lisbona sono in piazza. Molti si chiedono perché in Italia le misure di austerità, chiaramente recessive, siano comunque così bene accettate, apparentemente. «Va detto che rispetto a Spagna e Grecia la ricchezza privata è superiore di tre o quattro volte, anche sei rispetto agli ellenici», premette Barnard. «Un popolo si ribella quando è alle strette, mentre credo che solo una minoranza di italiani sia nelle condizioni che attualmente riguardano almeno la metà degli spagnoli». In questa fase si attinge al risparmio privato, stimato in 8.900 miliardi di euro. «Però c’è anche il fattore del carattere italiano, e questo è desolante: siamo incapaci di sentirci grandi, si ripete quello che avveniva ai tempi di Roma, duemila anni fa. Si spera nei favori, nella questua, nelle furbate. Ecco perché si preferisce non esporsi».

Altro capitolo, le frizioni con alcuni “economisti eterodossi”, come Gennaro Zezza, Sergio Cesaratto e Alberto Bagnai. In Italia, sostiene Barnard, gli economisti sono migliaia, però nessuno di loro mostra interesse per questa teoria: molti «la considerano deleteria per il futuro della loro carriera accademica». Zezza, Cesaratto e Bagnai? Secondo il promotore italiano della teoria della moneta moderna, «si ostinano a non capire i fondamenti della Mmt e soprattutto non sono in linea con la denuncia coraggiosa della catastrofe in corso». Problema: «Non possiamo pensare di cambiare le cose senza coraggio e decisione, non possiamo compiere passi indietro nella nostra denuncia». Per Barnard, sta accadendo ciò che si era previsto: austerità, recessione, fallimenti, disoccupazione. «Per questo pensavo in una maggiore presa di posizione degli imprenditori». Nonostante tutto, però, le adesioni al summit sono già un migliaio: «Se in Italia si facesse un convegno e partecipassero 800 persone, sarebbe considerato da tutti un successo. Se aggiungiamo che c’è un costo di partecipazione di 40 euro, siamo a livelli impensabili»


Fonte:http://www.libreidee.org/2012/10/barnard-padroni-del-nostro-destino-la-politica-ci-ascolti

http://democraziammt.info/site/

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  Commenti (1)
1. Auguro successo a Barnard
Scritto da Nessie website, il 17-10-2012 12:10
Barnard ha compiuto sforzi titanici per cercare di toglierci da questa trappola dell'Euro, e mi spiace davvero che venga sottovalutato, quando non addirittura osteggiato apertamente. Perfino sul blog di Foa ci sono degli emeriti imbecilli che lo sottovalutano. Auguro successo a questi meetings, ciao Marista.

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