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Marista
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A Roma una fontana dalle acque magiche potenti rimedio contro il malocchio PDF Stampa E-mail
Scritto da Marista Urru   
sabato 16 gennaio 2010

Fontana di piazza San Giovanni in Laterano
Questa fontana si trova a ridosso dell’obelisco lateranense, innalzato nella piazza da Domenico Fontana nel 1588,.

Abbiamo spesso scherzato da giovani sulla fontana contro il malocchio, sapevamo della leggenda che vuole che se nella notte di San Giovanni ti bagni le mani nella acqua della bella fontana ai piedi del grande obelisco , terrai lontano da te i malefici delle streghe e il malocchio. Era quindi abbastanza diffuso  l'uso di fare una tappa, per propiziare  i prossimi esami della sessione estiva, o per tovare il giusto fidanzato in barba al malocchio gettato dalla vicina invidiosa o dalla amica  gelosa,  alla fontana di Piazza San Giovanni  la notte tra il 23 ed il 24 giugno .


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ROMA un "purcino speciale" a Roma PDF Stampa E-mail
Scritto da Marista Urru   
sabato 04 aprile 2009





























Piazza di Santa Maria sopra Minerva  è un gioiello, chi ne avesse tempo potrebbe  trascorrervi giornate intere   e ammirandola pezzo a pezzo  le tante sono le  bellezze artistiche  racchiuse nella Chiesa.

Ma per chi volesse visitare a fondo  questa città è utile anche la conoscenza di tutta una  serie di aneddoti e storie curiose di Roma, che aggiungono sale e aroma alla bellezza della città eterna, la cui particolarità è  non solo nei monumenti, ma anche nel ricordo  di quel particolare mondo che espresse queste bellezze  e nella impronta che ancora resta  di modo che  perdino i monumenti e le bellezze della città , si impreziosiscono non solo dei colori e del famoso venticello di  Roma, ma anche delle tracce, dello spirito  di un popolo  timorato e dissacratore al tempo stesso, tenero e a volte soprendentemente violento,  poeta e  sognatore,ma disincantato, un unicum  assolutamente non riproducibile ed affascinante.

Scrivo della Chiesa che sorge alle spalle del Panteon edificata appunto sui resti di un tempio dedicato a Minerva.

Per esempio, vi siete mai chiesti come mai il popolo romano sia potuto arrivare a chiamare l'elefantino che fa mostra di sé al centro della piazza, il "pulcino della Minerva"?
E' una storia divertente , e vi è compresa una delle piccole vendette del grande Bernini.

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Da Facebook appello per salvare libreria Remainders di Roma a Piazza san Silvestro PDF Stampa E-mail
Scritto da Marista Urru   
giovedì 18 dicembre 2008


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cultura è  una cenerentola in Italy. Ne parlano in molti, la invocano, ma in realtà l’impressione è che le si neghi la attenzione che meriterebbe.

 

Altrimenti non sarebbe possibile il silenzio, rotto che io sappia solo  Facebook e dai blog, ma non riportato dai media locali, ch non son pochi, su un nuovo misfatto che si sta per consumare nel cuore di Roma a Piazza San Silvestro: stanno per  fare chiudere la libreria Remainders.

 

Andiamo con ordine: intanto una libreria remainder  per chi lo ignorasse, è quel luogo benedetto in cui le giacenze o le rimanenze vengono vendute a metà prezzo o comunque scontate fino al 70% ed oltre. E non si tratta di frequentarle solo perché si risparmia, potete trovarci libri rari, fuori produzione, non di rado potete fare veri e propri affari.

 

Per me romana  la libreria di San Silvestro è particolarmente cara, pensate che è lì dal 1965 e noi studenti ne accogliemmo la apertura   con gioia, consapevoli che il sistema di vendita era un ottimo veicolo di cultura e democratizzazione della cultura, funzione che sarebbe indispensabile esaltare e propagare e non affossare.

Il problema su cui forse si apre qualche spiraglio viene dalla indisponibilità dei proprietari dei locali a ricontrattare un prezzo accessibile al tipo di negozio.

Intanto su Facebook l’appello rivolto agli internauti  ad aderire alla petizione rivolta al Comune di Roma e alla Camera dei Deputati per cercare una soluzione alternativa alla chiusura, trova molti aderenti.

 

Questo il link, mi raccomando FIRMATE, costa niente e vale molto per tutti noi !!

 

http://firmiamo.it/sosremainders

 


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Il Tevere e Roma - La canzone del barcarolo e Gabriella Ferri PDF Stampa E-mail
Scritto da Marista Urru   
sabato 13 dicembre 2008

























Il Tevere, il fiume di Roma,  odiato ed amato protagonista di eventi ora lieti ora tragici, per qualche ora è tornato  al centro della attenzione.

 Molti Romani   ieri e stanotte sono rimasti in ansia e curiosità  sui ponti a scrutare se per caso arrivasse l'onda di piena, migliaia di foto sono state scattate nella attesa. Un tempo invece si aspettava la piena e nel punto più alto si poneva una bella targa  con una tacca, a ricordo. Roma è piena di questi ricordi, fino a che non furono costruiti gli argini che certo posero rimedio ad un grave problema, ma in un certo senso straniarono il fiume dai romani, oltre a stravolgere paesaggi bellissimi.

Comunque il legame tra i romani ed il loro fiume è ancora vivo e doloroso, viste le condizioni in cui le sue sponde ed il suo bacino, tra alti e bassi in cui i bassi prevalgono insieme ai proclami ed alle promesse, vengono tenute.

Stamane mi son svegliata con una canzone famosissima nella testa : il barcarolo.
La ricordo cantata da Gabrilella Ferri ,  mi riporta ad una sera d'estate di anni fa, quando Gabriella  abitava  ancora a Campo dè fiori e pareva che da quella piazza non dovesse mai andarsene, che lei e la Piazza fossero un tutto uno.

Eravamo in molti seduti ai tavoli del Ristorante " La carbonara", come spesso accadeva c'era  Gabriella e si parlava, ( lei molto poco) quando  qualcuno le mise in mano una chitarra e la invitammo a gran voce a cantarci questa canzone, fu bravissima come sempre, pure a me sembrò che ci mettesse quella notte più anima del solito, se fosse possibile..  forse perchè si stava tutti insieme parlando della fine di un mondo amato, la  nostra Roma che andava sparendo soffocata e bistrattata dal nuovo che avanzava più rovinoso delle onde barbariche,  e si diceva che a molti  sembrava di udire il lamento  di belva ferita nella notte , ci venne naturale  raffrontarlo  al "ruggire  di leoni" che  descriveva Levi nell'Orologio  : "..Non ho mai capito che cosa producesse quel rumore. Forse invisibili officine, o motori di automobili sulle salite? O forse il suono nasce, più che da un fatto presente, dal profondo della memoria, quando tra il Tevere ed i boschi, sulle pendici solitarie, si aggiravano le belve e le lupe allattavano ancora i fanciulli abbandonati?.... E’ un rumore pieno d’ozio, come uno sbadiglio belluino, indeterminato e terribile…" Ma tutto stava rovinando e il canto di Gabriella inumidì gli occhi di molti di noi, ci suonò come un epitaffio e col tempo ne avemmo la conferma , molti di noi che hanno potuto la hanno abbandonata la città tanto amata e tanto mal trattata ed incompresa dalle troppe genti venute come padrone e senza poter capire. Ce ne siamo andati  nei dintorni, la natura benigna, prima di cedere  del tutto anche  qui negli eremi di provincia  palazzinari ed al  political- cafonal ricco  ed imperante, ci consola benigna, mentre inesorabile in tempo ci distacca dalle ansie, invechiando si impara ad accettare anche i barbari oltre alle calamità naturali.

la canzone del barcarolo , e segue testo :

http://www.youtube.com/watch?v=pmiqqpiW378

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ROMA - Chitarra romana PDF Stampa E-mail
Scritto da Marista Urru   
martedì 21 ottobre 2008


Chitarra romana

( la cantava Claudio Villa, ma ancora tra i tavoli delle trattorie qualche stornellatore la intona per gli avventori, oggi come allora rinverdisce il ricordo della Roma di Rugantino, con fornarine, mute fontane, amori , su tutto le stelle , mentre il  Tevere sonneccchia sornione)










Testo della canzone - continua

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ROMA- Orologio ad acqua del Pincio PDF Stampa E-mail
Scritto da Marista Urru   
domenica 19 ottobre 2008




















L’orologio, un idroconometro autoregolantesi, fu commissionato nel dicembre 1871. Per poter impiantare  l'idrocronometro fu necessario  che Gioacchino Ersoch  studiasse come fornire la disponibilità idrica e come realizzare un serbatoio di acqua. Mentre per la fabbricazione dell’orologio idraulico dal meccanismo autoregolante,  si offrì il sacerdote – scienziato domenicano Padre G.B. Embriaco.

In questa opera straordinaria la tecnologia si accompagna alle forme della natura secondo i principi del positivismo, le lancette  riproducevano forme vegetali e il meccanismo interno, e’   nascosto in parte da fiori di bronzo


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