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Scritto da Marista Urru   
venerdì 28 maggio 2010

rosa canina


Con una fronda di mirto giocava ed una fresca rosa; e la sua chioma le ombrava lieve e gli omeri e le spalle.

Salvatore Quasimodo





















Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

[Alda Merini, da Vuoto d'amore, 1991


Mosca, 1962

Sotto la pioggia camminava la primavera

con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.

Nazim Hikmet



Già la pioggia è con noi,
scuote l'aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d'improvviso un giorno.

 Salvatore Quasimodo

 

 

"Maestro, ho paura del tempo"

E un giorno che sedevano sotto le lunghe ombre dei bianchi pioppi, parlò uno e disse: "Maestro, ho paura del tempo. Passa sopra di noi e ci deruba della nostra giovinezza, e che cosa ci dà in cambio?".

Ed egli rispose e disse: "Prendi una manciata di buona terra. Trovi in essa un seme, e forse un bruco? Se la tua mano fosse larga e durevole abbastanza, il seme potrebbe diventare una foresta, e il bruco uno stuolo di angeli. E ricorda che gli anni che trasformano i semi in foreste e i bruchi in angeli appartengono all'oggi, tutto l'insieme degli anni, solo a questo oggi.

E che cosa sono le stagioni degli anni se non i vostri pensieri che cambiano? La primavera è un risveglio nei vostri petti, e l'estate nient'altro che il riconoscimento della vostra fecondità. E non è l'autunno l'antico che canta in voi una nenia al fanciullo che ancora è nel vostro essere? E che cosa, vi chiedo, è l'inverno se non un sonno gonfio dei sogni di tutte le altre stagioni?".

di Gibran Kahlil Gibran












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  Commenti (1)
1. è bellissimo
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 19-06-2011 13:13
Il mio commento non sarà spero brutto,ma comunque è bellissimo e non trovo le parole per desrcriverlo,perchè non bisogna nascondere i propri sentimenti o le proprie paaure.Quello che vuole trasettere secondo me è favoloso e si capisce proprio quello che si senete, forse non mi capite, ma io vi dico che è favoloso capire le altre persone.

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