La magia di San Francesco |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
martedì 31 marzo 2009 | ||||||||
San Francesco lo ho abbandonato in un certo senso, la vita mi ha distratto. Presto da bambina mi innamorai del Santo, me ne parlavano a scuola, o in casa, io tacevo e mi rammaricavo del troppo tempo che mi divideva da lui, mi pareva che sarebbe stato un amico entusiasmante: l'amore per la natura, gli animali, i fiori, il fatto che parlasse perfino con i lupi, la dolcezza e la calma, tutto pareva fatto a misura di bambino, mentre il mondo adulto e reale intorno a me a volte mi sembrava, lo ricordo benissimo, strano ed incomprensibile e fuori dal riparo della mia casa, anche crudele. Mentre ero e sono attratta dalla magia della semplicità del quotidiano, della natura in tutte le sue espressioni , dell'amore per il creato e le creature che lo occupano.Fu in un certo senso quello per San Francesco un amore come solo i bambini possono provare, segreto ed esclusivo. Ma la vita ha i suoi tempi, le sue stagioni, e San Francesco fu messo in un angolo del cuore, come suol dirsi, dopo una troppo breve pausa di rigenerazione spirituale nella pace di Assisi e Gubbio con mia madre, che ricordo bene mi disse non appena ebbi terminato la licenza liceale, - se vuoi ti porto in Umbria, prima che tutto cambi ed il mondo cancelli anche lì ogni " brandello di spirito e di umanità".- Non capii bene che intendesse con i "brandelli di spirito",era così mia madre: con aria distratta e lontana ti diceva di queste cose, e poi pareva dimenticarsene. Comunque andammo e fu un bellissimo periodo davvero, in effetti poco dopo intorno a noi prima, poi nel paese tutto, molto cambiò ed a pensarci bene davvero i "brandelli di spirito" non sembrano rimasti più in Ialia . Certo qualunque sia il destino dell'atmosfera magica di Assisi o dei brandelli di spiritualità evocati da mia madre, San Francesco resta. A dispetto di molti. E' questa la grandezza dei Santi, restano e quello che hanno insegnato supera i secoli, le guerre, gli odi, le miserie umane. Questa verità anche un non credente o un miscredente, possono coglierla facilmente, ed è una delle ricchezze più grandi del Cristianesimo, la realizzazione da parte di alcuni, dello Spirito Divino, che io sento e percepisco, e mi perdoneranno i cattolici veraci, come la espressione della natura spirituale che è insita nell'uomo, dimensione che molti preferiscono negare temendo di perdere chi sa quali beni materiali, senza comprendere che sviluppare la parte spirituale insita nell'uomo, nulla toglie alla parte materiale, ma se mai aggiunge sapore e significato alla vita, altrimenti davvero vuota ed insulsa fonte di disperazione . Comunque in questi giorni San Francesco in qualche modo è tornato nella mia mente, un insieme di piccole coincidenze : un olivo da curare, dei passeri giocosi, un monile di cuoio a forma di Tau. In breve: mi sono alzata presto, volevo cominciare i lavori vicino all'orto, sono andata verso un olivo che andrebbe potato e curato da tempo, mentre lo osservavo preoccupata, un nutrito gruppo di passeri si è rincorso tra i suoi rami , facendo una notevole gazzarra, cui si sono uniti subito i germani , mi è venuto spontaneo rivolgermi ai passeri chiedendogli, come a dei bambini, di non fare rumore a quell'ora ( lo so sembra strano, ma capita anche ad altri) , ed ecco arrivare il ricordo di mi padre, tanti anni fa che mentre guardavo quello stesso olivo, giovane ed appena piantato, e parlavo con dei passeri posati sui suoi rami, invitandoli a scender sul terreno vicino ai miei piedi per mangiare, aveva osservato con un sospiro tra l'esasperato ed il preoccupato che davvero sembravo San Francesco. Una episodio da nulla, ma per anni la consapevolezza del tono preoccupato di mio padre, mi ha accompagnato,non trovavo una spiegazione razionale; e stamattina ricordandolo, riunendolo alle parole di mia madre, considerando il mondo in cui viviamo, l e difficoltà incontrate nel mio cammino di vita di fronte a certo "nuovo che avanza", chiamiamolo così, mi hanno dato un po' la misura dell'affanno in cui viviamo ormai, e del cui approssimarsi i miei sembravano dolorosamente consapevoli e preoccupatissimi per me. Anche la catenella col simbolo del Tau ha la sua importanza in questo revival di ricordi, ma ne scriverò, se potrò, in un prossimo post.
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