Le orchidee selvatiche e le fate |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
mercoledì 22 aprile 2009 | ||||||||
Anche questa
mattina ho camminato inerpicandomi su per la macchia, c'era umido e grigiore
intorno, dai cipressi venivano pigolii incerti di passeri assonnati, persino le
tortore apparivano pigre e contrariate dalla mia intrusione su per i vialetti
ricavati tra i mirti, poi mi son fermata ed ho aspettato l'alba seduta sul muretto di tufo, osservando le tele dei ragni punteggiate di
brina luccicante e l'affannarsi
disordinato ed incerto delle prime
formiche.
Ho ricordato con nostalgia quanto amavi questo piccolo poggio, ci venivamo insieme ; da allora molto tempo è passato e m'è parso un soffio: eravamo sedute sullo stesso muretto ed era un torrido agosto , tu ridevi felice dicendoti certa che quello fosse luogo da fate ed elfi, che ne avrei avuto la prova in Primavera quando l' avremmo trovato cosparso di orchidee selvatiche e campanule , ed ecco che dopo tanti e tanti anni io con i miei capelli bianchi, riandavo col pensiero alla mia giovane madre, a quegli attimi felici , e intanto nella solitudine del primo mattino aspettavo che il sole, da bravo primo attore, si decidesse al suo trionfale ingresso nel nostro canalone. Ero in questo modo assorta nei ricordi quando li ho visti finalmente, dopo tanti anni i fiori delle fate come promesso allora: decine di piante di piccolissime orchidee selvatiche spuntavano dall'erba folta delicate e discrete, poco in là svettavano tra i lini steli flessuosi di campanule, se davvero fosse comparsa una fata o un elfo credo non mi sarei meravigliata. Forse o vissuto una magia, una magia che ha vinto il tempo e per un breve istante ti ha riportata a me giovane madre, ed ancora una volta hai mantenuto una promessa.
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