Gli Alberi F. Fortini . Lo spirito della natura |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
mercoledì 22 luglio 2009 | ||||||||
"Gli alberi" fa parte della raccolta Questo muro ( 1973 )
GLI ALBERIE' polemico Fortini ( Franco Lattes) con la società del suo tempo ed è amareggiato, il cambiamento sperato per il quale aveva combattuto partecipando alla resistenza in val d'Ossola, in realtà non c'è stato, il poeta sente forte la delusione per la crisi della sinistra, per la burocratizzazione del socialismo che egli lucidamente percepisce, per la supina accettazione del capitalismo da parte di "schiavi ciechi e quieti come merci..". Delusione ed amarezza emergono in questa poesia : la vista di alberi e siepi che vivono una vita apparente, ma muoiono in una terra che " non respira abbastanza", strozzati in realtà da polvere e fumo, gli fornisce la possibilità di evidenziare il parallelismo secondo il quale egli vede come gli uomini non stiano in realtà vivendo veramente, non hanno tempo di amare la natura, di goderne , di arricchirsene, ma in questa desolante e lucida consapevolezza sembra introdurre nel finale un barlume di speranza nel futuro : rivolto alla figlia simbolo delle speranze future , termina così, " e tu impari chi è tuo padre", a me sembra esprimere la eterna speranza di una nuova e migliore generazione che senza rompere il legame con quanto di spiritualmente positivo ci regala il passato, sia in grado di volgere uno sguardo limpido al futuro Ho letto Fortini a suo tempo non amandolo particolarmente: ne coglievo la vena polemica, ma non arrivavo a percepire completamente la lucidità che permeava i suoi scritti che invece letti ora mi sembra rivelino una vena quasi profetica. Gli alberi sembrano identici che vedo dalla finestra. Ma non è vero.Uno grandissimo si spezzò e ora non ricordiamo. Altri hanno un male. La terra non respira abbastanza. Le siepi fanno appena in tempo a metter fuori foglie nuove che agosto le strozza di polvere e ottobre di fumo. La storia del giardino e della città non interessa. Non abbiamo tempo per disegnare le foglie e gli insetti o sedere alla luce candida lunghe ore a lavorare. Gli alberi sembrano identici la specie pare fedele. E sono invece portati via molto lontano.Nemmeno un grido, nemmeno un sibilo ne arriva. Non è il caso di disperarsene, figlia mia ma di saperlo mentre insieme guardiamo gli alberi e voi imparate chi è vostro padre. Franco Fortini da Questo muro , 1973 °°°°°°°°° Una tradizione vuole che ogni albero abbia un suo spirito, se con animo e mente liberi lo guardi con l’amore ed il rispetto che esso merita, alla fine il suo spirito si metterà in contatto con te e tu potrai arrivare a compenetrarne l’essenza. Una favola , una leggenda dimenticata appartenente a tempi in cui ancora parlare di natura aveva un significato, oggi si fa un grande scrivere e parlare di ecologia, natura, alberi, ma lo si fa sempre o quasi da un punto di vista utilitaristico. In realtà dopo aver distrutto o comunque danneggiato l’equilibrio ecologico nella quasi totale indifferenza dei più, ci si pulisce la coscienza evocando concetti alti e nobili : ecologia, verde, polmone verde delle città, amore per la natura, parole vuote dietro alle quali trovi al massimo interessi politici o affari. Troppo spesso sembra di assistere a quelle funebri litanie che usavano una volta avanti al morto, individuo che magari mai calcolato in vita se non odiato, veniva sperticatamente lodato da una sacco di ipocriti in gramaglie. Situazione bene rappresentata da uno scrittore di quelli veri del tempo che fu , Achille Campanile ( Il povero Piero) Bisognerà tornare a guardare gli alberi e la natura, con amore, dovremo tornare a capire l’anima delle cose, chi sa che in questo modo non ritroviamo un poco della nostra anima perduta.
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