Da Parpaiola letter from Germany n.13 La birreria dei frati di Andechs |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
luned́ 07 giugno 2010 | ||||||||
da Storie di altri Mondi e altri Epiloghi Immaginate un giorno qualunque nella Birreria dei grandi maestri birrai bavaresi, i frati Domenicani di Andechs, magari in una delle tante piovigginose giornate d'estate, piena come al solito di habitué e turisti che ben sanno che là si mangia e si beve veramente bene. I turisti sono per lo più bifolchi della Bassa Sassonia, venuti a Bremen ad annusare un po' di civiltà. Siedo , come mia abitudine , ad un tavolo accanto alla balaustra della Rotonda nel bel mezzo del locale, non lontano dal Banco della birra che senza tanti discorsi e preamboli, mi viene servita ogni 20 minuti. Non c'e nemmeno bisogno che io ne chieda, ci conosciamo da diversi anni ormai, e così finche non dico: basta, mi servono una birra fresca ogni volta che il mio bicchiere da 0,25 cl, è quasi vuoto. Seduto al solito seggiolone, al tavolo in mezzo al locale nei pressi della rotonda che nasconde la scala di marmo a chiocciola che portava agli Uffici e ai servizi sanitari al piano di sotto, passo in genere con calma in revisione ciò che ho scritto durante la notte. Rivedo mentalmente quanto sono solito denunciare della misera situazione in cui si trovala Marina Mercantile tedesca , della criminale idiozia che la gran parte degli armatori tedeschi ha dimostrato di possedere avendola rovinata. Spesso prendo degli appunti, ma capita anche che me ne stia semplicemente seduto lì tranquillo senza pensare un granché mentre mi guardo intorno. Con il tempo, proprio grazie alla mia abitudine di sedermi ad un tavolo posto in quella posizione strategica, accanto alla Rotonda che copre l'ingresso ai bagni, mi sono potuto specializzare nell'arte di individuare dal viso delle persone, coloro che volendo andare alla toeletta, non sanno dove dirigersi. L'Andechs è una delle migliori birrerie a Bremen, veramente il locale è effettivamente Top of the Pop, anche la sua cucina è molto apprezzata, ma il tutto ha una piccola macchia: quando si vuole andare alla toeletta, quando veramente si deve farlo ed anche alla svelta , cosa che accade con regolarità per via della buona Birra, non è facile riuscire a trovare dove ci si deve dirigere. Nessuno proibisce a nessuno di andare al bagno, è previsto che ci si debba andare, solo che si dovrebbe poter sapere dove si deve andare per poter andare, altrimenti non si và da nessuna parte, il che naturalmente complica un poco la situazione fino a raggiungere livelli di emergenza davvero pericolosa. Eppure i servizi igienici nella birreria dei frati ci sono, e sono belli e spaziosi, freschi e profumanti alla lavanda , eccome se ci sono, bisogna solo riuscire a sapere dove diavolo si trovano, tutto lì. È proprio così che stanno le cose: nella Birreria di Andechs, ricavata dalle mura di un Convento dei frati predicatori del lontano 1200, parte delle quali sono ancora visibili, se non si è pronti a capire quale è la via giusta, non si fa la pipì. Fu per questo che mi trovai, non solo a studiare i visi della Gente per carpire loro i più intimi segreti, da bravo osservatore dell'animo umano, ma anche a spiare le loro espressioni per arrivare ad intendere i loro più intimi desideri come quello sacrosanto di andare a pisciare, ad esempio. Ho potuto con un certo divertimento constatare come molti forestieri, quasi presi dal panico, dopo un giro per le varie parti della Birreria e del Ristorante, senza saper in realtà che pesci prendere o a che Santo rivolgersi in cerca di aiuto, cosa questa ultima che tra l'altro, vista la devota passata storia delle mura, non dovrebbe risultare loro difficile, mostrano chiaramente di essere in frangente di acuta necessità: gli si legge sul viso chiara l'angoscia per il timore di farsela addosso, ma , evidentemente bloccati dalla volontà caparbia di riuscire a trovare da soli la ritirata salva tutto, cocciuti e ottusi come solo i bifolchi della Bassa Sassonia sanno essere, non pensano minimamente di chiedere a una delle tante ragazze di servizio ai tavoli, dove sono i gabinetti, quasi sia un crimine chiedere simile informazione a delle giovani fanciulle. Pertanto dopo un po' di ostinato e deciso allenamento, mi ritrovai un bel dì, specializzato nel dirigere il traffico dei bifolchi verso il cesso. Imparai in questo modo a riconoscere il tipo arrogante che con quel non so che di, "fermi tutti che io devo andare a fare la pipi" stampato in faccia, gira imperterrito almeno un paio di volte per il locale, diventando sempre più rosso in faccia , e solo dopo diversi pellegrinaggi tra le devote mura, vede sotto una pia arcata in mattoni rossi un cartello con scritto: toeletta con su disegnata una bella freccia che indica in basso. Ed è esattamente in quel preciso istante che per l'austero ed arrogante galantuomo cominciano i guai seri, sì perché quello segue con piglio da Uomo di Mondo la freccia fin sul pavimento e scopre che indica proprio due belle ciotole di terracotta, una con dell'acqua e una con del mangime per cani, ed in questo in realtà non c'è niente di strano, vengono messe lì dal personale di servizio, quale cortesia verso i fedeli amici dell'Uomo che diversi pensionati del luogo si portano appresso durante la loro passeggiata mattutina tra le birrerie di Bremen, ma l'uomo di mondo se ne infischia della ciotola del cane : non trova ahimè nessun pisciatoio appeso al muro. Ed è in genere solo in quel momento che , seguendo finalmente il perentorio ammonimento della sua vescica a non scherzare troppo con la sua prostata, quello si degna, con voce severa e fare da ammazzasette, di chiedere a una delle graziose ragazze di servizio, dove sono i gabinetti. A quei tipi lì io non dico un bel niente, che si arrangino, ad un tizio arrogante e pieno di sé con quel non so che di "fermi tutti che devo andare a pisciare" stampato in faccia, tipi che poi non sono neanche gentili, io non dico niente, per quel che mi riguarda quelli si possono pisciare anche nelle braghe. Chi vuol far la pipì nella Birreria Andechs quando ci sono io, deve essere gentile, altrimenti rischia di farsela addosso. Al contrario, esiste il tipico avventore che ti trovi al tavolo accanto che tra una birra e un'altra, deve subito correre. Anche quello è un tipo che riconosco a colpo d'occhio fin da lontano: si vede che è un buontempone , un compagno di ventura, ed è naturale che ad un buontempone e compagno di ventura simile, io indichi subito la giusta via della salvezza. A volte invece può capitare anche la grazia in persona, la giovincella, la personificazione della primavera, che leggiadra e fresca come una farfalla, si destreggia quasi volasse sospesa a pochi centimetri dall'antico pavimento percorrendo anche lei almeno un paio di volte il giro delle sacre mura. Gira e svolazza, finche non scopre il fatidico cartellino con la sua inesorabile freccia che, implacabile e feroce segna all'ingiù verso le ciotole di terracotta sul pavimento. D'incanto, come un colibrì preso da un fulmine a ciel sereno, la giovincella si ferma e ,arrossendo fino alla radice dei capelli , si guarda terrorizzata intorno e con sguardo pietoso implora aiuto e clemenza a tutti i Santi del paradiso. Mi duole il cuore vederla li, davanti alla cruda ed inesorabile freccia , che senza pietà alcuna, indica imperativa e malvagia, una ciotola colma di cibo per cani. Chiaro che corro subito in suo aiuto, non si sa mai, proprio quella potrebbe essere la brava ragazza che ha un forte e salutare complesso del Nonno e pertanto potrebbe essere incline a bersi una o due birre con me e farmi un po' di compagnia, non è vero? Chiaro che l'aiuto no? Così, a mò di cospiratore, le indico con lo sguardo e con un impercettibile cenno della mano, la via da prendere, e quella di rimando, con decente pudore, arrossisce ancora di più e sussurrando, con lo sguardo un pudico un bel ringraziamento, riprende il suo volo verso la salvezza . In questo caso la mia giornata di pensionato, alla sola vista di tanta sublime grazia, è sazia e paga. Un po' più tardi , dopo la decima o Birra o giù di lì, esco dalle sacre Mura e mi avvio un po' stanco dalle tante, ma tante, corse su e giù per le scale, verso le Catacombe del primo piano della Casa del Marinaio, dove noi, i gloriosi 14 viviamo, in quella che io chiamo la mia area disastrata, e vado, dopo aver acceso la televisione, diritto in cuccetta. Il mio giorno di pensionato termina solo a tarda sera, dopo che ho ripreso a scrivere e a vivere.
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