Leggere & Scrivere Poesie di Anna Alessandrino |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
giovedì 31 marzo 2011 | ||||||||
Stare a piedi nudi sulla soglia mentre il dolore distende le braccia accalora la mente e annebbia i pensieri che diventano serpi. L’aurora intanto si ammanta di neve e dimentica la notte
Essere di ghiaccio fino a quando i colori non imporporino l’acqua.
Senza fine è l’affanno e si duole la schiena che sulla strada spinge i giorni a cercar la speranza che la pietà diventi riso inutile gioco di una defraudata vita.
Aspettare nonostante tutto che l’attesa sia presenza che i pensieri parlino e le bocche bacino mentre il vento strappa i pensieri e l’ulivo piega i rami per carezzar la terra.
Risuona l’eco di un dolore mai sopito anche se la brezza per un attimo risveglia i sensi che ormai non hanno senso. Inutile inutile farfugliare di parole e pensieri.
Chiedere che la misericordia passi e distenda i segni.
Il cielo intanto è là è sempre là spettatore in attesa di un finale già da tempo scritto. Tra le mani sfoglia il copione il regista e non fa altro che gridar buona la prima mentre invano tu gli chiedi di rigirar la scena.
La notte ha l’odore del grembiule nero a pallini bianchi di mia nonna. Come lei mi stringe in un abbraccio quando si piega il corpo e l’ombra mia è stanca mentre il capo nel suo grembo affondo e l’annuso perché sa di vento. La notte riposo gli occhi dall’evidenza della luce che a volte le coscienze storpia. La notte è del silenzio in cui mi tuffo per dimenticar frastuoni e frasari che altrimenti ingabbierebbero l’anima. E' il soffio di Dio sulla fronte contratta è il vento che chiede di entrare è una luce nel buio è l’albero che sussurra parole d’amore alla gemma ed è lieve carezza sulla pelle appena accennata. La notte è la sposa di colui che allo zenit volge in giù lo sguardo per sorrider a quell’ombra che dietro a lui allunga il passo. La notte non è l'inchiostro versato sulla pagina bianca ma è quello che scrive inconfessate pagine. Non è il peccato perché il peccato siamo noi quando agiamo per rinnegar le ombre e non è paura perché siamo noi quella paura quando temiamo l’ombra. No la notte non mi fa paura. Ha l’odore del grembiule nero a pallini bianchi di mia nonna e quando l’ombra mia stanca il corpo piega il capo nel suo grembo affondo e l’annuso perché sa di vento. A.A.(19/11/'98)
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