Anna Alessandrino poesia CLXII |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
venerd́ 08 aprile 2011 | ||||||||
CLXII Son reti certe sere reti gettate all'improvviso sul mattino quello che si apre sul fondo bianco di una pagina incollata al vetro spe(i)cchio di vento. Chi sono io a chi somiglio in questo foglio bianco che fa male agli occhi in questo incedere sempre uguale come un ritornello ripetuto un'ossessione nella mente dove la malinconia sa di gelsomino e mi ubriaca il sonno?
Occupano tutta l'aria i pensieri sgranati sentinelle di un tempo ora zitto di sussurri quello che vuol fuggire all'alba per coprire le spalle ai sogni.
È nella pioggia di queste sere che torno a cercare un passo ...e parole nell'arco che va dall'aria tiepida alla pioggia.
Mi venisti incontro incanto fermo profumo di pane buono nel vicolo nascosto. Ti riconobbero le mie braccia dove scendesti come mare sull'erba all'imbrunire... ...e ti porto dentro ormai vecchio sogno che conti i passi a tutti i giorni intrappolati nel mio respiro contati sulla mano senza niente senza voli da spiccare perché tu mi afferri ancora come fuoco che rincorre il crepitio di foglie secche e mi vesti di nebbia in forma trasparente per farmi...pioggia.
È nella pioggia di certe sere che torno a cercare le parole taciute nell'arco che va
dall'aria tiepida alla pioggia
...e il mio passo... al tuo ieri somigliante. (A.A.)
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