NATALE: I Re Magi: riflessioni del Pontefice e racconto di Gabriele D'Annunzio |
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Scritto da Marista Urru | |||||||||
giovedì 25 dicembre 2008 | |||||||||
La riflessione del Papa sui Magi estrapolata dal sito : italiaestera
I re venuti dall'oriente seguirono la stella, ma "la stella non sarebbe bastata - commenta il Pontefice - se i Magi non fossero stati persone intimamente aperte alla verità", "a differenza del re Erode, preso dai suoi interessi di potere e di ricchezza".
I Magi, osserva Benedetto XVI, sono il simbolo di un cristianesimo che non si basa più "sulla omogeneità etnica, linguistica e culturale, ma solo sulla fede comune in Gesù, Figlio di Dio". E se Maria, Giuseppe e i pastori "rappresentano il popolo di Israele che ha accolto il Signore, i Magi sono invece le primizie delle genti, chiamate anch'esse a far parte della Chiesa, nuovo popolo di Dio" al di là delle differenze di razza, lingua, cultura. ''L'esempio dei Magi di allora - osserva Benedetto XVI - è un invito anche per i Magi di oggi ad aprire le menti e i cuori a Cristo e ad offrirgli i doni della loro ricerca. Ad essi, a tutti gli uomini del nostro tempo, vorrei quest'oggi ripetere: non abbiate paura della luce di Cristo! La sua luce è lo splendore della verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace'' Mi piace aggiungere a queste riflessioni il breve raccontino di D'Annunzio, che mi pare indicatissimo per i tempi in cui viviamo : Gesù dei doni dei Magi, predilige incenso e mirra all'oro, che invece non accetta. E in molti avremmo piacere se questo messaggio di Cristo trovasse davvero accoglienza da parte della Chiesa: da tempo io penso che sarebbe una gran cosa se , oltre che a guardare all'ecumenismo ed alle tante genti bisognose , Santa Romana Chiesa, guardasse un poco all'Italia. Un paese in cui un operaio e mille altri come lui , può vedersi scippata letteralmente la paga di un mese grazie alla tassazione di uno Stato, Moloch vorace, inetto e corrotto. E badate che questo episodio cui faccio riferimento si è risaputo solo perchè c'era di mezzo il Comune di Roma e vi è una lotta politica per il potere senza uguali , ma queste cose succedono da tempo ormai, e succedono anche ai piccoli commercianti ed agli artigiani che vogliono restare "in regola", e le gabelle sono tanto alte che per i piccoli commercianti ed artigiani capita che oggi incassano, domani arriva la gabella, e spesso ci si aggiunge il pizzo o peggio forse la azione nascosta e strisciante di poteri e forze economiche e malavitose ( che spesso coincidono, come tutti sappiamo, ma nessuno denuncia apertis verbis) che in mille modi ti fanno chiudere , fallire, andare in rosso. C'è chi ha fatto la fortuna di cordate finanziarie conosciutissime e rispettatissime, agendo come sciacalli sulla pelle dei piccoli artigiani e commercianti, creando le condizioni per impossessarsi di beni, case, risparmi di padri di famiglia, in uno schifo senza fine e senza valide denunce.. in sostanza, non frega niente a nessuno. Ma sono tanti e cresceranno, questa è gente che non si ferma, perchè non ha coscienza del male nè del bene. Altro che progresso e baggianate simili : in pochi anni ci hanno appioppato un crudele mondo medievale, crudele e corrotto di signorotti super ricchi, cortigiani ben pasciuti suadenti e sorridenti squali con al servizio squalotti insensibili amanti del potere, mentre la massa è grassata e sfruttata , con mille piccoli valvassori che disinformano parlandoci di solidarietà e favole belle, addirittura addossando alla popolazione le colpe del disastro causato dalle oscene abbuffate dei potenti e dei loro sottopancia. Ecco vorrei una Chiesa che come il Bambin Gesù raccontato da d'Annunzio privilegiasse incenso e mirra, accantonando l'oro, leggiamolo questo breve racconto: ( continua) RE MAGI di Gabriele D'Annunzio La notte era senza luna; ma tutta la campagna risplendeva di una luce bianca e uguale come il plenilunio, poiché il Divino era nato; dalla campagna lontana i raggi si diffondevano.... Il Bambino Gesù rideva teneramente, tenendo le braccia aperte verso l'alto, come in atto di adorazione; e l'asino e il bue lo riscaldavano col loro fiato, che fumava nell'aria gelida. La Madonna e San Giuseppe di tratto in tratto si scuotevano dalla contemplazione, e si chinavano per baciare il figliolo. Vennero i pastori, dal piano e dal monte, portando i doni e vennero anche i Re Magi. Erano tre: il Re Vecchio, il Re Giovane e il Re Moro. Come giunse la lieta novella della natività di Gesù si adunarono. E uno disse: - È nato un altro Re. Vogliamo andare a visitarlo ? - Andiamo - risposero gli altri due. - Ma con quali doni? - Con oro, incenso e mirra. Nel viaggio i Re Magi discutevano animatamente, perché non potevano ancora stabilire chi, per primo, dovesse offrire il dono. Primo voleva essere chi portava l'oro. E diceva: - L'oro è più prezioso dell'incenso e della mirra; dunque io debbo essere il primo donatore. Gli altri due alla fine cedettero. Quando entrarono nella capanna, il primo a farsi innanzi fu dunque il Re con l'oro. Si inginocchiò ai piedi del bambino; e accanto a lui si inginocchiarono i due con l'incensi e la mirra. Gesù mise la sua piccoletta mano sul capo del Re che gli offerse l'oro, quasi volesse abbassarne la superbia. Rifiutò l'oro; soltanto prese l'incenso e la mirra, dicendo: - L'oro non è per me!
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