Brevi appunti sul Futurismo ed il nuovo senso della vita |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
domenica 22 febbraio 2009 | ||||||||
Il 1909 cento anni dal Manifesto futurista, si celebra un po' in tutta Italia, Bologna, Milano, Roma , e qualche appunto può tornare utile. Questo movimento, perché di un autentico movimento culturale complesso si tratta, esprime aperta ribellione al passato. Non si tratta di esprimere solo una nuova poetica, ma addirittura di esprimere una nuova concezione della vita, non solo la poesia va riformata, ma la vita morale, e con essa la politica e i costumi civili ovviamente. Ci si oppone ai valori egualitari delle riviste fiorentine ed i proclami che contenevano il nuovo senso della vita, furono molti in realtà anche se quello riportato anche nel sito … di F.T. Marinetti è fondamentale. Si esalta la forza, l’attivismo, la nuova civiltà contemporanea industriale, il nazionalismo, l’imperialismo e si rigetta la malinconia della contemplazione e del concettualismo astratto. E in effetti col tempo la adesione un po’ entusiasta ed acritica alla nuova civiltà delle macchine, dei complessi industriali, alle masse operaie creerà un rapporto tra letteratura e società stretto tanto da arrivare in sostanza ad una copertura ideologica all’industria capitalistica, fino a dare spazio a posizioni anarchiche e rivoluzionarie, ma anche alla “esaltazione della guerra come sola igiene del mondo” si avranno immancabilmente degli eccessi di esaltazione del nuovo, per esempio Marinetti scriverà un poema per la conquista della Libia.
Nel complesso si apprezza la libertà e la immediatezza delle espressioni artistiche e si ricercano nuove tecniche dell’arte , non solo per letteratura e poetica, ma anche nella musica, e se pure con degli eccessi di polemica e rigetto del passato, si va contro il sentimentalismo ed accademismo, nella ricerca in ogni espressione artistica, si proclama di voler dare al fruitore dell’opera qualunque essa sia, una immediata impressione del nuovo senso della vita, vista come attività energica, viva ed attiva. Un movimento tutto da approfondire e queste povere righe ne danno un semplice accenno. Fondato da Filippo Tommaso Marinetti, fu seguito da moltissimi, ricordo al volo .Giovanni Papini, Aldo Palazzeschi, Bruno Corra, ed altri per la letteratura.
Immediatezza, libertà segnano anche la pittura. Boccioni, Carrà, Balla e moltissimi altri.
Nel 1910 si avrà il manifesto tecnico della pittura futurista. Vi si annota la necessità di rifarsi al dinamismo universale che deve portare a inserire la “sensazione dinamica” nel linguaggio pittorico – figurativo. Gli elementi della luce e del movimento diventano centrali e Boccioni con la intuizione fondamentale della fusione del colore con la luce in modo che, rotta la forma , il senso della dinamicità venga dall’interno della forma stessa. Per tappe che è impossibile riportare su semplici appunti, arriviamo alla fase in cu Boccioni e Carrà sono in Francia, al tema del cubismo e della pittura francese, sino al Manifesto della scultura futurista del 1912.
Questi appunti sono brevi, ma spero possano servire a qualcuno per provare il desiderio di approfondire lo studio di un movimento ricco di idee e fermenti che seppe davvero nel complesso aderire alla realtà che viveva in letteratura, in politica, nel nuovo modo di comportarsi, fino a cercare, come solevano ed amavano dire, “il nuovo senso del vivere”. Non dimentichiamo che persino il futurismo russo trasse stimoli da quello Italiano, da approfondire in tale senso la produzione di Majakovskij che ovviamente ebbe tutte altri condizionamenti di forze e culturali e politiche ed ambientali alle spalle e quindi si distaccò moltissimo poi dal futurismo italiano. E questo fa rimarcare un limite dei futuristi che nell’entusiasmo di quel nuovo che vivevano, non seppero comprendere che anche quel nuovo che tanto esaltavano non poteva che risentire degli interessi , delle mentalità, della cultura, del passato che tanto poco apprezzavano. E’ questo un discorso che andrebbe valutato ed approfondito con valenza anche per comprendere e valutare i limiti di certi pseudo rivoluzionari pseudo anarchici dei giorni nostri, che immersi nel loro particolare come i futuristi, non possono rendersi conto di limiti e condizionamenti.
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