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DEBTOCRACY Grecia la truffa degli aiuti Film PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 02 luglio 2011

deito la truffa dei salvataggi
I cosiddetti "salvataggi" dei paesi non sono destinati, come ci si potrebbe aspettare, per soddisfare le esigenze di una popolazione in difficoltà, ma perché il Paese "salvato" affronti il pagamento d’interessi su un debito contratto con istituzioni finanziarie senza scrupoli. Questi "aiuti" sono condizionati da misure di adeguamento che soffocano ancora di più la popolazione, e anche, nel caso della Grecia, a compromessi, come l'acquisizione di armi, che non fanno altro che aumentare il deficit. Il denaro dei nuovi prestiti finisce così nelle mani di chi ha causato la crisi e dei fabbricanti di armi. Non sono salvataggi, sono truffe in piena regola.

Qui sotto il link al film Debtocracy, realizzato con pochissimi fondi per denunciare  e fare conoscere la verità sulla crisi  della  Grecia, le responsabilità, i tanti problemi di una Europa politica che non esiste, i danni e le ruberie  della elite economica contro i paesi ed i popoli più deboli. Il film è sottotitolato, per chi come me fosse poco  abituato:  sotto lo schermo a destra , pigiate due volte su cc  .




http://www.youtube.com/watch?v=R3SxvKX3uW0&feature=player_embedded




Segue Intervista con Aris Hatzistefanou, ideatore di Debtocracy – Il documentario rivoluzionario e sovversivo sulla crisi finanziaria che ha sconvolto l’opinione pubblica della Grecia.
di Stanislas Jourdan, owni.eu 6 maggio 2011







“Il nostro governo ci ha chiamato barboni, mangiapane a ufo, e coloro che ci hanno concesso prestiti ci hanno definito “PIIGS” *, proprio come tutti i paesi periferici dell’Unione europea. I nostri ministri hanno cercato di convincerci che ognuno di noi ha avuto una parte in questo”.
*La connotazione spregiativa è evidente dal fatto che pigs in inglese significa maiali, a suggerire il cattivo stato delle economie di tali paesi PIIGS (Portogallo-Italia-Irlanda-Grecia-Spagna).
Aris Hatzistefanou, 34 anni, ha l’abitudine di pubblicare documenti scomodi e fastidiosi. Giornalista fin dall’adolescenza, la sua trasmissione “infowar” in onda da lungo tempo su Sky Radio è stata sospesa subito dopo la pubblicazione del suo documentario Debtocracy, il cui contenuto e messaggio va decisamente contro-corrente rispetto al pensiero dominante.
Nato ad Atene, Hatzistefanou ha iniziato la sua carriera a Radio Sky, considerata la stazione radio più popolare in Grecia. Il suo ultimo progetto è stato visto da un milione di persone e ha suscitato una campagna che ha riscosso molti consensi a livello nazionale per lanciare un audit, una revisione contabile del debito pubblico del paese.
OWNI ha incontrato il creatore del documentario sovversivo che ha sconvolto l’opinione pubblica.
Qual è la storia che sta dietro a Debtocracy?

L’idea è nata durante una trasmissione di Radio Sky, su come il presidente dell’Ecuador aveva affrontato il massiccio debito del paese. Aveva dato luogo ad una semplice verifica finanziaria del debito sovrano, ed era giunto alla conclusione che altri paesi avevano usato l’Ecuador come “schiavo”, come prima l’Argentina e molti altri paesi. L’amministrazione imponeva ai suoi creditori un taglio del 70%.
Nel frattempo, in Grecia, alcune persone erano alla ricerca di un sostegno per una simile iniziativa, e il mio programma su Radio Sky ha avuto un’eccezionale influenza. Molte persone sembravano chiedersi se avremmo potuto fare la stessa cosa nel nostro paese.
Katerina Kitidi – capo redattore di TV XS – e il sottoscritto abbiamo deciso di produrre il documentario. Abbiamo dovuto far fronte ad un serio problema di finanziamenti ma, per ovvie ragioni, non abbiamo chiesto nulla a partiti politici, ad imprese o, cosa peggiore, a banche; così abbiamo fatto ricorso alla ricerca di finanziamenti presso la gente. La nostra raccolta di fondi ha avuto un buon esito, abbiamo raccolto 8.000 euro in soli 10 giorni, una cifra senza precedenti per un paese come la Grecia, di fronte ad una grave crisi economica.
All’inizio questo progetto doveva concretizzarsi in un semplice video YouTube. Ma, poiché tanti professionisti hanno offerto il loro aiuto (musicisti, editori video), e tante persone hanno donato i loro soldi, il lavoro è diventato un documentario vero e proprio. Il denaro avanzato è stato investito nella promozione del film. Abbiamo cominciato con due persone, ma alla fine almeno 40 persone hanno lavorato al progetto.
Aris Hatzistefanou & Katerina Kitidi

Com’è stato accolto finora Debtocracy?

Abbiamo avuto più di mezzo milione di visualizzazioni in meno di una settimana, e stiamo ora raggiungendo le 700.000 presenze. Nonostante il suo successo, i media greci non hanno riportato una sola parola su di esso. Quando hanno visto che abbiamo avuto mezzo milione di visitatori, non hanno potuto più far finta che il documentario non esistesse - alcuni giornali hanno cominciato ad attaccare e screditare il documentario. Finora non un canale TV ha fatto menzione di Debtocracy, nemmeno in negativo. Il giorno in cui i principali canali televisivi parleranno di noi, questo costituirà il gradino ultimo verso la vittoria.
In poche parole, di cosa tratta Debtocracy?

Noi sosteniamo che la situazione attuale fa parte di un problema economico mondiale, oltre a costituire un problema dell’euro-zona. Poiché la zona euro è suddivisa in centro e periferia, siamo condannati a soffrire per le perdite di competitività nell’economia globale, e non possiamo svalutare la nostra moneta.
Quello che è successo non può essere tutto addossato ai “PIIGS” - come ci chiamano - anche se noi abbiamo la nostra parte di responsabilità. Il problema è che la Grecia ha creato uno stato sociale senza tassare di più le imprese. Quindi, il disavanzo è cresciuto. Inoltre, abbiamo seri problemi di corruzione, ma questi sono solo dettagli. Anche se tutti i politici fossero messi in prigione, la crisi rimarrebbe irrisolta.
In più, noi sosteniamo che la Germania non è un modello da seguire – loro hanno congelato gli stipendi per un intero decennio! Questo non è un modello sostenibile per tutta l’Europa.
Alcuni sostengono che il vostro documentario non è equilibrato. Come rispondete a queste affermazioni?

Non abbiamo mai pensato di essere equilibrati, al contrario, dal momento che le nostre controparti hanno avuto abbastanza tempo e spazio nei media per esprimere le loro opinioni. E nemmeno loro sono tanto equilibrati! I critici sostengono anche che l’Ecuador non è un esempio opportuno, perché è un paese in via di sviluppo e ha petrolio. Ma il petrolio rappresenta solo il 25% del loro PIL. D’altra parte, anche noi abbiamo il nostro petrolio: il turismo. Si potrebbe considerare un qualsiasi paese diverso dall’Ecuador, e ci verrebbe detto ancora che si tratta di due paesi diversi, anche se ci trovassimo di fronte a una situazione simile, con un debito in crescita e “soluzioni” identiche proposte dal Fondo Monetario Internazionale. Alla fine, stanno solo cercando di deviare la discussione per evitare di parlare del tema principale del film: la necessità di una commissione di revisione del debito.
Secondo la vostra opinione, cosa dovrebbe fare ora la Grecia?

È chiaro che la Grecia non può rimborsare il debito – sia secondo le norme giuridiche o meno, indipendentemente dal tasso d’interesse. 350 miliardi di dollari non crescono di sicuro sugli alberi (ed ironia della sorte, il mercato è stato il primo a raggiungere questa conclusione). Il governo continua a dire che troverà i soldi, ma il mercato non è stupido. Il piano di salvataggio progettato dall’Unione Europea e il FMI non comporta il salvataggio della Grecia - si tratta di salvare solo le banche tedesche e francesi, che subirebbero un collasso se la Grecia dichiarasse bancarotta.
Così, il nostro punto di vista è che non dobbiamo aspettarci nulla da loro. Sarà troppo tardi se noi ci attendessimo da loro l’adozione delle misure necessarie. Siamo noi che dobbiamo trovare le soluzioni per noi stessi e creare iniziative.
Consideriamo questo: prima di tutto dobbiamo effettuare la verifica del debito al fine di distinguere ciò che è legale o illegale. Ci sono indicazioni come un’enorme quantità del nostro debito pubblico sia dannosa o illegale. Ma solo una commissione di controllo dovrebbe determinare e dimostrare questo. È per questo che appoggiamo completamente questa proposta. Tuttavia, questa commissione dovrebbe essere condotta in modo democratico e trasparente, e non da parlamentari.
Siamo più radicali di altri nell’avanzare questa proposta, in quanto riteniamo che dovremmo smettere di pagare il debito, uscire dalla zona euro, e nazionalizzare il nostro sistema bancario. Non è una cosa facile ottenere il sostegno su questi provvedimenti, in quanto possono dare l’impressione di essere troppo radicali - ma anche alcuni politici ed economisti di punta stanno cominciando a considerarli. Nazionalizzare le banche potrebbe suonare come un’idea comunista, ma il problema è tanto serio e dobbiamo proteggere il paese. Se usciamo dalla zona euro, il sistema bancario molto probabilmente crollerà, e quindi dobbiamo proteggerlo da una fuga di capitali fuori dal paese.
Siete collegati ad altre iniziative di questo tipo in Europa?

Siamo stati contattati da un certo numero di gruppi e ci è stato chiesto di mettere i sottotitoli sul nostro film. Al momento, stiamo lavorando per diffonderlo in diverse lingue. In sé, non stiamo collaborando con qualcuno, ma abbiamo diffuso il documentario sotto una licenza Creative Commons (in modo che chiunque può utilizzare il nostro prodotto). [N.d.tr.: Le Creative Commons Public Licenses (CCPL) sono delle licenze di diritto d’autore che si basano sul principio di “alcuni diritti riservati”. Le CCPL, infatti, rendono semplice, per il titolare dei diritti d’autore, segnalare in maniera chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente permessa.]


Come immaginate il futuro della Grecia?

L’anno scorso esisteva tanto fermento contro il piano di salvataggio del paese ma ora i cittadini greci sono troppo sfiduciati. Negli ultimi dieci anni, l’opposizione non ha messo a punto una proposta decente che potesse raccogliere il sostegno popolare. Alcune persone credono che le agitazioni si siano placate quando l’Unione Europea ha introdotto tassi di interesse nel pacchetto di salvataggio. Ma sento che il fermento sta ancora crescendo sotto i nostri piedi. E può ravvivarsi in qualsiasi momento.
Vale la pena notare che nessun partito politico ha il controllo dei movimenti di protesta, e nessuno è in grado di indirizzare in un alveo opportuno questi sentimenti. Quindi ho paura che probabilmente il malcontento esploderà improvvisamente e in modo violento, anche se non possiamo prevedere quando e perché.
Quali sono le prospettive per Debtocracy?

Visto che tante persone hanno donato denaro, e dato che abbiamo raccolto fondi sufficienti per il film, abbiamo deciso di creare un conto speciale per depositare le donazioni, che saranno restituite se non usciremo con un progetto dettagliato e trasparente nei prossimi sei mesi. Non ci aspettavamo un tale successo con mezzi così modesti. Non è stato facile, ma abbiamo dimostrato a noi stessi che cose importanti possono essere realizzate con pochi mezzi - soprattutto quando si ha il supporto di persone di talento.
Internet ci ha aiutato molto, ma ora possiamo scorgere i suoi limiti. Anche se il nostro documentario è stato visto da quasi un milione di persone, dobbiamo raggiungere anche un pubblico che non ha una connessione Internet, soprattutto al di fuori di Atene. Abbiamo intenzione di distribuire DVD e di organizzare proiezioni di Debtocracy nei luoghi di spettacolo e nei cinema. Con Internet da solo, il nostro approccio finirebbe con l’essere elitario.
In definitiva, noi sicuramente vogliamo andare oltre, e affrontare i tabù che i più importanti mezzi di comunicazione della Grecia non osano denunciare. Se le persone non prendono parte alla produzione e alla diffusione delle informazioni, non troveranno mai qualcuno all’interno delle grandi corporazioni dei media disposto a parlare in loro nome.

Con il contributo di Federica Cocco & Stefanie Chernow
Photo Credit: Debtocracy, copyrighted.
Pubblicato da TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉

Fonte: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=5249

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  Commenti (2)
1. sistema economico
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 03-07-2011 07:57
Franco, certo ormai , come tu dici, il gioco è svelato, l'errore di fondo è noto, ma nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di dire: abbiamo sbagliato, sono state fatte una serie di castronerie alimentate da avidità e piccoli opportunismi e qualche ingenuità, ci siamo comportati come tanti Pinocchi nel terreno dei miracoli: siamo dei cretini che hanno creduto al gatto ed alla volpe e vi abbiamo fregato, letteralmente fregato un sacco di soldi , pensando che piantandoli la sera, l'indomani davvero lo avremmo trovati triplicati, e i primi che ci hanno fatti trovare ce li siamo magnati tutti, e abbiamo continuato, era così facile.. ed eccoci qui, chi tirava le fila de gioco passa all'incasso e ora sta ancora una volta a voi impoveriti pagare." Prova a farlo capire al popolo, i Greci stanno cominciando a capire, e li vedi in piazza.. prova a farlo capire a tutti i popoli, e vediamo se le monete d'oro originare tolte al popolo non rispuntano fuori.. perchè se è vero che molta ricchezza si è volatilizzata, molta è rimasta laddove i ladri la hanno nascosta. Io non sono per mettere una pietra sopra se non sui ladri
2. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 03-07-2011 04:13
Salve Marista. 
La Grecia è troppo fuori Mano per diventare una Nazione Industriale e troppo piccola per potersi liberare dal cappio che L’Europa Finanziaria le ha messo al Collo. 
Il male Greco è cominciato con Onassis e continua a gonfie vele con altri Armatori e faccendieri greci. 
È di pochi giorni fa la Notizia che Armatori Greci (Lloyd`s List) hanno firmato con la Cina un accordo miliardario per la Costruzione di 14 Navi Porta contenitori da 8 mila TUE, (un TEU è un contenitore da 20 Piedi di lunghezza = 6,2 Mt. TEU da TwEnty Unit ) 
Se la Grecia si vuole salvare deve mandare a ramengo l’Europa, allo stesso tempo internamente dovrebbe eliminare la Corruzione e ridurre la Burocrazia, altre possibilità ai Greci non sono date. 
La stessa fine un domani, o meglio, prima lo stesso giochetto e poi la stessa fine della Grecia la vedremo svolgersi nei Balcani. 
Il copione e irlandese, portoghese e spagnolo e ora greco, parla chiaro. 
In Irlanda i pastori continuano a pascolare le pecore ma ci vanno in Off – Road, la Spagna e il Portogallo si sono in prevalenza buttatii in una frenetica corsa all’edilizia, cementando su mezza Nazione, ora hanno costruito tante Case che nessuno può comprare e Fabbriche o Capannoni che non servono. 
In compenso il Portogallo ha distrutto le saline lungo la Costa atlantica e il Sale ora lo deve importare dalla Francia, altrimenti anche quel poco di Industria peschiera che gli è rimasto va a ramengo come è già andata la Nazione. 
È difficile dire quanto questo bestiale sistema potrà ancora durare, fino a quando intendo dire la Germania potrà permettersi di esportare a profitto Zero se non addirittura sotto costo, elargendo crediti a chi non ha soldi perche acquisti il Made in Germany. 
Ed è ancora più difficile dire fino a quando la buffola Europea durerà prima di crollare in se stessa. 
Vogliono tirare dentro in Balcani, e l’Ucraina, il tutto è pazzesco. 
La crisi della Grecia si ripeterà anche all’Europa settentrionale, ora pian piano toccherà ai grandi andare in crisi finanziari,vedrai. 
Questo è un problema prettamente Europeo, e non ha niente a che vedere con l’America. 
E qui in Europa che si nasconde il Male, dove stanno creando un colosso Finanziario basato su un mucchio di Carta Straccia, anche la Germania recentemente ha firmato nuovi contratti per forniture Industriali alla Cina, e come dicono in tanti a profitto Zero, il tutto mentre le Spese interne aumentano il deficit e il debito pubblico salgono alle Stelle e i Fallimenti artigianali e della piccola Industria, nonchè le insolvenze personali, sono in vertiginoso aumento. 
Bisogna cambiare il sistema finanziario in Europa,restituire i Soldi al Popolo e all'iniziatica privata altrimenti quest'Europa è destinata a crollare. Intanto la Danimarca per non venir soffocata dalla Germania ha ripristinato i controlli Doganali.

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