Benvenuto su questo spazio. Molti sono gli argomenti: troverai attualità, schede di giardinaggio, ricette di cucina, articoli sulla natura, parapsicologia, mitologia, favole, poesie, letteratura, la Roma del tempo che fu. Spero che trascorrerai attimi piacevoli e sereni e, se vorrai intervenire o contattarmi, ne sarò felice.

Marista
Siete in: Home
Ricerca personalizzata
Amministrazione
Paura e Zen - Una tazza di tè PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 10 maggio 2008

Paura e zen- Una tazza di tè

ZEN

"Non si deve pensare
al prima e al dopo,
all’avanti, all’indietro,
ma solo alla libertà
del punto di mezzo"

Capita di aver paura  non si sa bene di che. Se ci pensiamo la paura è una emozione con cui dobbiamo fare i conti  fin da piccoli, e purtroppo nell’età adulta esperienze negative, dolori, deprivazione di persone care, possono acuire questo sentimento che  in sè non sempre è negativo:  ci hanno spiegato diffusamente come la paura possa spingere alla reazione, alla lotta , alla ricerca di una soluzione, ma può capitare che invece ci immobilizzi in un cerchio di ansia.

Ci sono momenti simili nella vita di ognuno: quando tocco’ a me, ricevetti il consiglio di un amico il quale ritenne che non di camomille avessi bisogno o della solita vacanza, ma di leggermi un buon libro, e mi regalò un libbricino della Adelphi “101 storie Zen”. Questo amico , unico tra tanti, mi sconsigliò le distrazioni ed i divertimenti quali rimedio ai pensieri neri ed alle ansie, invece mi fece notare che,  ammesso fossi riuscita a distrarmi, dopo sarebbe stato peggio, mentre avrei potuto trovare in mè stessa meditando a modo mio, il senso della  vita che mi pareva perduto.

Sul momento non capii  molto delle cose che mi andava dicendo, ma un libro è sempre un dono prezioso e ne fui contenta in ogni modo.Lo ho letto con piacere e poi lo ho riletto per dimenticarlo in un angolo della mente.

Ora dirvi  che io abbia capito la filosofia Zen con la sola lettura delle 101 storie,  sarebbe raccontare una balla enorme, sta di fatto che leggere e meditare sulle brevi storie che Muju, maestro Zen del secolo tredicesimo scrisse o  sui brevi racconti di monaci Zen dello scorso secolo, mi fece del bene.

Effettivamente nella loro semplicità, nella capacità di giungere direttamente all’intuito  di chi legge, mentre  il lettore  resta consapevole di non aver afferrato ogni significato di quel che ha letto, e convinto  del fatto che se dovesse tornarci dopo ulteriore  vissuto, di certo troverebbe altri e diversi significati, sta il fascino di simili scritti. Se hai un libro del genere e  lo apprezzi,  sai che possiedi un piccolo tesoro che nel tempo potrà tornarti prezioso.

Quella lettura mi ha comunque insegnato una cosa per me importante: si deve riconoscere le proprie paure, acquistarne consapevolezza, non nascondersele o peggio negarle: non è sempre una cosa facile, ma è cosa necessaria se si desidera vivere una vita piena.

Una angoscia, una paura non più sconosciuta, ma compresa, analizzata e.. messa da parte , non più passivamente subita ha l'effetto in un certo senso di una luce accesa sul buio di una stanza.  Vediamo le ansie e le angoscie , che  non spariranno  per questo, ma perderanno ogni potere su di noi.

 
Io quindi ho ricercato il vecchio volumetto sulla scia degli eventi attuali, della cronaca , della lotta eterna  nel Paese fra fazioni, troppo accesa e livorosa da ambedue le parti, perchè ho creduto di ravvisare in questa lotta le tracce della paura , non sempre consapevole, di un futuro che appare incerto e minacciato da qualcosa di indefinibile, una ombra che  da tempo rigetta gli abitanti di questo povero Paese Italia, in qualche modo , sempre ai margini : non al passo con gli altri Europei, non abbastanza poveri da essere terzo mondo da aiutare.

Un po' come capita in più piccolo ai cittadini della ex media classe, non tanto ricchi e potenti da ambire a posizioni di prestigio  e  a remunerazioni al passo con la svalutazione monetaria voluta dalle Alte Sfere, non tanto poveri da ottenere aiuti e sgravi dallo Stato.

Mi son messa appunto a ricercare il mio vecchio tesoro sulla onda di questi neri pensieri e, con una certa fatica, lo ho  trovato nella libreria di mio figlio, del che , detto inter nos, ne ho avuto un gran piacere: è bello che i figli apprezzino le stesse letture che  un tempo apprezzammo, un filo conduttore, pur nell'inevitabile scorrere del tempo, lega le diverse generazioni. A me  e a mio marito dà l’impressione che in qualche modo , pur facendosi delle esperienze personali, i figli  conservino un legame impalpabile con noi anche grazie alle letture in comune,  finito ormai il tempo in cui eravamo noi il tramite del primo approccio al mondo "di fuori"  man mano con le  illustrazioni, le favole, i racconti, i consigli per i primi  libri .

Rileggendolo  le "101 storie Zen" qua e là, ho trovato conferma ai miei ricordi : è un ottimo rimedio per superare quel senso di ansia che l’incertezza di questi tempi in cui viviamo ci provoca. Una esortazione ad una vita semplice, al rispetto per  gli altrui affanni, l’amore per il lavoro e l’intuizione che in una vita dedicata al proprio dovere, scevra da atteggiamenti ingenerosi od egoistici, e  nella serena accettazione del proprio essere al di là di formalismi ed arrivismi, potremo trovare quella serenità che ci aiuterà a godere del  meraviglioso mondo intorno. Quanto poi a capire la filosofia Zen… non credo che un occidentale possa agevolmente intraprendere simile avventura. Certo che anche una lettura semplicistica e superficiale di queste storie, aiuta la vita.

 Il primo racconto che riporto è conosciutissimo, ma vale la pena di ricordarlo. Proprio in questi giorni avendo a che fare qui in rete con persone irritate e inutilmente aggressive per i fatti di politica attuale del Paese, mi sono ricordata questo racconto famoso, da qui la ricerca del piccolo tesoro.

Penso potrà fare piacere ad alcuni  che io riporti qui alcune storie, che spero vadano dirette alla loro mente ed al loro animo. Comincio dalla più conosciuta credo

Una tazza di tè

Nan-in un maestro giapponese, ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrigarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi " E' ricolma,non ce ne entra più!"

" Come questa tazza" disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture.Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tazza?"

 

 

Scrivi Commento
  • Si prega di inserire commenti riguardanti l'articolo.
  • Commenti ritenuti offensivi verranno eliminati.
  • E' severamente vietato qualsiasi tipo di spam. Cose del genere verranno cancellate.
  • I commenti verranno approvati dall'Amministratore prima di venire pubblicati.
  • Ricordarsi di inserire il codice numerico nell'apposito box
  • Se il codice è errato riaggiornare la pagina (refresh)
Nome:
Sito web
Titolo:
Commento:

Desidero essere contattato quando vengono pubblicati altri commenti


Riporta quest'articolo sul tuo sito!

  Lascia il primo commento!

Powered by AkoSuite 2007

Condividi con
 
< Prec.   Pros. >
Libri da non perdere

 
Downloads
     
 
 
     
 
 


Segnalato su:
 
     
il Taggatore  
     
Viadeo  
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.