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Stipendi minimi su, ma con riserva PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 05 marzo 2008

Oggi, 5 marzo 2008, stavo in un noto ospedale di Roma, diciamo anche il più noto.

Penso che più o meno quasi tutti noi sappiamo in che condizioni vertono i laureati italiani: nemmeno a farlo a posta, proprio mentre mi recavo nella città Eterna, ho letto sul Sole 24 Ore un articolo di Willi Passerini, per un servizio sulle agenzie intermediarie per trovare lavoro, in cui viene fotografato il trend italiano: più di 6 laureati su 10 in totale trovano lavoro "grazie a proprie reti personali e di relazione", alcuni ringraziando parenti e amici di famiglia ed altri ringraziando il professore universitario che se li è presi sotto l'ala o alcuni colleghi.

Willi Passerini prosegue notanto che la ricerca del Sole 24 Ore mostra un paese definibile "arcaico, ripiegato sul passaparola". Non è quindi una mia fantasia questa che si trova lavoro solo col "calcio", se ne sono accorte anche persone con più valore di me.

 
      Questo per dire che anche gli ospedali Romani non sono da meno e non si fanno trovare impreparati: si entra con il passaparola, appunto, ti presenta il professore, ti presenta il relatore, oppure ti presentano amici che già lavorano dentro. A pensarci bene non è che si faccia un gran bell'acquisto con queste raccomandazioni: gli stipendi ospedalieri per un tecnico di laboratorio biomedico (parliamo di loro per ora) si aggirano intorno ai 750 euro mensili per un full time, magari per fare importanti ricerche su cancri o leucemie, che per un pendolare sono davvero pochi, con contratti rinnovabili di anno in anno, ogni volta con l'ansia che il giorno dopo tu abbia terminato di lavorare. Comunque: pur di lavorare per quello che si è studiato per anni ci si sta.

E ci si sta anche da neolaureati di accettare una borsa di studio in due: spieghiamola meglio che la cosa è particolare, è una vera chicca... Pare che due neolaureati abbiamo ottenuto entrambi una borsa di studio (un modo per assumere a 800 euro mensili un tecnico di laboratorio a tempo determinato, e qua non so se i contributi si paghino o meno in quanto non l'ho proprio capito... so di gente che i contributi, seppur inutili, non li vede versati in quanto borsa di studio... spero di scoprirlo quanto prima), e pare che i fondi fossero pochini, quindi si è detto ai due di fare a metà... quindi la coppia lavorerebbe a settimane alterne: una settimana la neolaureata e una settimana il neolaureato -come nel film "Ladyhawk"- guadagnando 400 euro mensili a testa.

 
        Ora: non solo per entrare a lavorare negli ospedali Romani necessiti di "un aiutino" (il che comporta che forse non tutte le persone che vengono "piazzate" siano davvero valide visto che non hanno subito alcun genere di valutazione alcuna se non quella di capire che amici frequentano), e non solo nonostante l'aiutino queste persone (ripeto: parliamo per ora di tecnici di laboratorio biomedico) vedono propinarsi uno scarnissimo stipendio nonostante la responsabilità che hanno, ma per di più vedono pure (purtroppo per loro) aumentarsi lo stipendio! Non sono impazzita... All'aumento forzoso di stipendio non segue necessariamente una bella notizia. E, a quanto dicono gli stessi tecnici di laboratiorio, ad alcune persone già non è stato rinnovato il contratto. Si, ok, ma che succede?

Allora: pare che, a seguito della dichiarazione di febbraio di Valter Veltroni circa il suo programma elettorale in cui affermava: "Troppe tasse, propongo sgravi fiscali fino a 2500 euro a figlio e stipendi minimi di 1000 euro a persona", si siano subito mosse le acque, ovverosia, l'importante ospedale di Roma ha affermato che per poter accedere a certi tipi di contratto che giustificherebbero un innalzamento di stipendio, non è più sufficiente la laurea triennale di primo livello in Tecniche di Laboratorio Biomedico, ma è necessaria la laurea specialistica... questo per quanto riguarda chi lavora con stipendio erogato dallo Stato e dunque da strutture pubbliche, mentre i tecnici di laboratorio che lavorano in ospedale, ma che sono stipendiati da associazioni ed organizzazioni di ricerca private, non correrebbero questo rischio. Dunque, gli stipendi minimi per il settore pubblico, almeno in ambito medico, non si alzerebbero davvero, ma si alzerebbero solo in quanto si è maggiormente specializzati, e così, pur di non pagare quei 200 euro mensili in più, il famoso ospedale di Roma, così importante per la ricerca italiana, preferisce non rinnovare i contratti annuali, e ridurre il personale. Questo pare da febbraio...

 
        La sanità italiana non sta brillando più di tanto, dalla sua continua ad avere che è pubblica (ma c'è da dire che non è la sola sanità pubblica al mondo), c'è stato un momento in cui ce la invidiavano: professionisti a disposizione del malato che non doveva pagare direttamente le prestazioni, essendo queste già retribuite grazie ad una tassazione che doveva assicurare il cosiddetto Welfare, ma ora? Ora si è fatto finta di voler incentivare la sanità pubblica, pur introducendo elementi degni di una fabbrica di materassi (chi lavora in ambito sanitario fa notare che il passaggio dalle USL alle ASL, quindi da Unità ad Aziende, ha sancito il momento di rottura in cui il malato ha iniziato ad essere considerato un semplice numero da far quadrare nel bilancio complessivo), alzando i ticket ed imponendo ticket non risolutivi ma peggiorativi nei pronto soccorso (molti medici hanno lamentato che una operazione del genere non solo rischiava che la gente non si recasse al pronto soccorso temendo di pagare il ticket, ma per di più che peggiorasse l'intasamento dello stesso, in quanto molti se ne sarebbero avvalsi proprio per il fatto di poter ottenere una visita specialistica senza le attese di mesi e mesi e pagando a quel punto solo 25 euro). Si è tentato per valorizzare la sanità pubblica di affossare quella privata, costringendo al licenziamento molte strutture private, lasciando per strade molti lavoratori... Eppure, poi in ambito pubblico, dal nord al sud passando per il grande ospedale di Roma, non sono aumentate le assunzioni, anzi, sono diminuite, costringendo molte figure professionali a doppi turni, e facendo si che un esame come il fattore V°, che prima necessitava di un mese per avere il risultato, adesso costringa l'utente ad attendere ben tre mesi.

Francesca Lippi

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