Ida Magli, spesso inascoltata dal grande pubblico perchè scomoda "istigatrice " di pensiero e non comoda "raccoglitrice di cortei", scrive fra l'altro riguardo al crescere di suicidi ed infanticidi legati alla crisi economica ...
"....... i politici hanno costruito l’unificazione europea, e in
prospettiva l’unificazione del mondo, più come sogno, come immagine
ideale, che come realtà, tanto da non averne chiamato quasi per nulla i
popoli a prenderne atto e a ratificarla. Tutto è stato fatto senza i
popoli, con l’inganno, la finzione, la menzogna, ed è soprattutto per
questo che adesso, come si vede chiaramente in Grecia, in Spagna, in
Italia, i politici si ritrovano soli davanti alle rovine, così come si
ritrovano soli i popoli. Una solitudine tanto più spaventosa perché si
tratta di riempire con una fiducia che non c’è, l’inganno dei tanti inni
cantati nell’esaltazione della democrazia. Due solitudini, Napolitano e
Letta quindi, che se ne stanno una di fronte all’altra, che non possono
unirsi, sommarsi, confortarsi, affrontare insieme la realtà.
La disperazione nasce dal non-senso. È il non-senso, la mancanza di logica in ciò che viene prospettato come via d’uscita dai governanti, dai politici, dai sindacalisti che induce alla morte. Di fronte ad una situazione come quella odierna in cui i popoli sono spinti dai loro leader ad agire contro se stessi, contro la logica cui è stata affidata fino ad oggi la sopravvivenza della specie, quella che provvede sempre prima al domani che all’oggi, le reazioni possibili sono quelle cui assistiamo: aderire passivamente, lasciandosi condurre come ciechi verso la catastrofe, oppure darsi la morte, dandola prima ai propri figli perché laddove non c’è futuro non ci sono neanche figli.
Testo completo dell'articolo :
Il punto della situazione
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
|
19.05.2013
È
diventato difficile in Italia, dagli ultimi giorni del 2011 ad oggi,
rendersi conto del passare del tempo, cercare di padroneggiarlo
rievocando gli avvenimenti e tentare di fare il punto della
situazione. In realtà si è trattato di un tempo-non tempo,
affondato per i cittadini in una specie di limbo, immobile ed oscuro,
di cui non si sa nulla perché non è stato mai sperimentato in
precedenza e dal quale quindi si aspetta che siano gli esperti, i
politici a traghettarci, nella nostra veste di “ombre”, verso la
luce. Ma i politici sanno bene che questa strada non esiste perché
l’unica possibile comporterebbe rimettere in questione l’unione
europea, cosa che nessuno vuole fare e neanche osa porre di fronte a
sé. Ripetono, perciò, che si vede la luce in fondo al tunnel ma è
il tunnel che non è per nulla un tunnel, ossia un corridoio da
percorrere per raggiungere una meta: è invece la situazione, è la
realtà.
Anche se è vero che la crisi economica è
drammatica, lo stato di atonia nel quale si trovano i popoli non
nasce dai debiti che è impossibile ripianare, così come non ne
nascono gli atti estremi di chi uccide i propri figli prima di
suicidarsi, o si getta da un ponte perché senza speranza di trovare
lavoro: questi sono atti che ne rappresentano semmai un’assoluta,
finale negazione. Ci si uccide perché appunto il tunnel non è un
tunnel; perché la situazione è immobile e senza senso. La crisi è
veramente crisi della politica, ossia dell’unico sistema abilitato
ad agire nelle democrazie. Le rovine che hanno travolto nel crollo i
popoli d’Europa, sono le rovine delle imprese condotte dai
politici, delle loro idee prima ancora che della loro realizzazione.
Non è possibile neanche rendersi conto di che cosa significhi
affermare, come tutti affermano, che c’è la crisi della politica,
la sfiducia nella politica, in un’Europa che aveva affidato tutto
alla politica. Tutto, ossia “troppo”. Infatti i politici hanno
costruito l’unificazione europea, e in prospettiva l’unificazione
del mondo, più come sogno, come immagine ideale, che come realtà,
tanto da non averne chiamato quasi per nulla i popoli a prenderne
atto e a ratificarla. Tutto è stato fatto senza i popoli, con
l’inganno, la finzione, la menzogna, ed è soprattutto per questo
che adesso, come si vede chiaramente in Grecia, in Spagna, in Italia,
i politici si ritrovano soli davanti alle rovine, così come si
ritrovano soli i popoli. Una solitudine tanto più spaventosa perché
si tratta di riempire con una fiducia che non c’è, l’inganno dei
tanti inni cantati nell’esaltazione della democrazia. Due
solitudini, quindi, che se ne stanno una di fronte all’altra, che
non possono unirsi, sommarsi, confortarsi, affrontare insieme la
realtà.
La disperazione nasce dal non-senso. È il
non-senso, la mancanza di logica in ciò che viene prospettato come
via d’uscita dai governanti, dai politici, dai sindacalisti che
induce alla morte. Di fronte ad una situazione come quella odierna in
cui i popoli sono spinti dai loro leader ad agire contro se stessi,
contro la logica cui è stata affidata fino ad oggi la sopravvivenza
della specie, quella che provvede sempre prima al domani che
all’oggi, le reazioni possibili sono quelle cui assistiamo: aderire
passivamente, lasciandosi condurre come ciechi verso la catastrofe,
oppure darsi la morte, dandola prima ai propri figli perché laddove
non c’è futuro non ci sono neanche figli.
Nelle
manifestazioni che si sono svolte ieri, in apparenza contro il
governo, nessuno ha pronunciato la parola “Europa”, nessuno ha
indicato nell’Euro, in una moneta artificiale che appartiene,
arricchendoli ogni giorno con i nostri debiti, a ricchi banchieri e a
ricchissimi monarchi, la causa principale della crisi. Dov’era
Rodotà, dov’era Cofferati, dov’era Landini quando è stato
firmato il trattato di Maastricht? E dov’erano Napolitano,
Berlusconi, Enrico Letta, quando è stato tolto agli italiani il
proprio Stato, togliendogli l’indipendenza, la libertà, la
sovranità? Mentono tutti, dunque, volutamente e consapevolmente,
quando si rallegrano del rinvio del pagamento di una tassa o
prospettano la possibilità di una ripresa del mercato, così come
mentono coloro che in piazza promettono ai disoccupati chissà quale
rivoluzione, sapendo che stiamo ormai consumando noi stessi, simili a
quegli animali che, chiusi in una gabbia troppo stretta, finiscono
col divorare i propri arti. Il silenzio sulle catene dell’unione
europea, che hanno soffocato l’Italia fino a stritolarla, parla di
ciò che appare ancora incredibile alla maggior parte degli italiani:
dell’immensa capacità di menzogna e di tradimento di coloro che
stanno al governo tanto quanto dell’immensa capacità di
menzogna e di tradimento di coloro che arringano in piazza i
disoccupati. Non possiamo fidarci di nessuno di quelli che possiedono
anche una minima briciola di potere. Questa è l’unica sicurezza
che abbiamo e dalla quale dobbiamo partire se vogliamo, come vogliamo
e dobbiamo, ancora tentare di salvare l’Italia e di recuperare la
libertà.
Ida
Magli
http://www.italianiliberi.it/Edito13/il-punto-della-situazione.html
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