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Un lavoro come un altro.. no un lavoro esentasse PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 13 ottobre 2008

Un lavoro come un altro… no spessissimo un lavoro privilegiatissimo: non si pagano le tasse e se si è fortunati , non c'è il pappa e neanche il pappone ( lo stato vorace e tassatore)

Già, perchè i simil - moralisti dicono che lo Stato non può fare il "pappone" delle prostitute tassandole,  ma fare il pappa contro i lavoratori "normali",  appropriarsi di più della metà del reddito dei poveri Cristi si può eccome Ed infatti in questo esercizio di grassagio contro i non potenti,  lo Stato e chi per lui, eccellono.

Oggi sul Corriere il racconto della scelta di vita di una donna. Una donna che ha preferito  abbandonare l’impiego da 1milione al mese per il più redditizio marciapiede, e che in trenta anni, come orgogliosa racconta al giornalista, ha messo su un bel gruzzolo da parte, ha potuto aiutare i figli a scegliersi le professioni che loro gradivano di più, e possiede ben 8 appartamenti.

Ed il pensiero va immancabilmente ai trenta anni e passa di lavoro dei molti Italiani che hanno fatto fatica a pagare un mutuo o che addirittura non potendolo pagare si son visti portare via la casa frutto di sacrificio, penso ai tanti che hanno fatto debiti per poter pagare la cartella delle tasse gonfiata a dismisura da quello zuzzurellone di Visco che si è divertito a fare pagare lo stesso carico di tasse al negozietto di chincaglierie posto nel paesino sperduto e al negozio della signora chic nel centro di Milano o Roma, il risultato lo capirebbe pure una bertuccia, ma forse era quel che si voleva.. sfoltire per dividere o prendersi la torta, a seconda dei casi.


E si pensa alla enorme “scrematura” dello Stato vorace sugli stipendi; se ne porta via più della metà e sul resto impone le tasse, peggio dei potenti feudatari medievali; e si pensa ai figli che non si è potuti aiutare come si credeva, vista le rapine sottili escogitate dallo Stato e dai suoi funzionari poco solerti sul lavoro, ma bravissimi a taglieggiare, molto più dei chiedi pizzo, e da parte delle municipalizzate, e da parte delle Banche e non ricordo più da quanti altri, e ti piange il cuore perché ormai hai superato il livello della rabbia. Poi leggi di Lorena, ti chiedi in che cavolo di mondo viviamo, e ti chiedi se e quanti giovani arriveranno a pensare che quella di Lorena potrebbe essere la scelta giusta in un mondo che non dà valori e non da certezze. In un mondo di ipocrita buonismo, volto sempre a favorire coloro che al sistema riescono in un modo o nell’altro a sfuggire, mentre coloro che hanno creduto ai principi di onestà e correttezza, coloro che non hanno tradito , gira voltato, ricattato, fatto o subito compromessi, vengono semplicemente grassati come poveri animali da pascolo idioti. E pensi tante e tante cose, non ultimo che Lorena placida e contenta di se, in questi trenta anni ha usufruito senza erogare un cent, per se e per i figli, della sanità pubblica, dei servizi sia pure sgarrupati che lo Stato concedeva a tutti noi in cambio di tasse da Guinness dei primati, pagate sempre e solo dagli stessi. Normale che una gran confusione si impossessi dei tuoi pensieri : ti viene da accomunare Lorena ai vari potenti che usciranno indenni anche da questa crisi che pagheremo noi perchè non toccherà nè loro né i loro augusti figlioli, proprio come non toccherà tutte le Lorene ed i loro figlioli super laureati e super accessoriati per il futuro.

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