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"Altro" passa sulle nostre teste, scomparse le lucciole, morto il poeta, arriva il conto PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 12 ottobre 2010




Il piccolo  poeta va per il mondo, le sue  parole, armi che graffiano e mordono,  strappano i veli sottili della ipocrisia mentre  rovinosamente crollano i  sipari dei conformismi.
Non gli si bada troppo ai poeti, eppure sono gente pericolosa:  lievi come brezza  aprono finestre e porte impensate, illuminano angoli  bui, mostrano strade impervie  e misteriose.

 

Eccoci , siamo al 2010, ed ora scopriamo, in molti spero, che è arrivato il conto, ed è salato. Dice il portavoce della Marcegalia nella intercettazione n. 4, quella più succosa dell'affaire Il Giornale/ Marcegaglia, e in fine dei conti quella che meno viene compresa, o che forse è tanto compresa che si preferisce tacerne, non lo so: «...Ci sono sovrastrutture che passano sopra la mia testa, la tua testa...». E ancora: «...Ma tu non sai che c... c'è altro in giro, ti parlo da amico cioè...è un'ottica corta cioè.. è allora il cerchio sovrastrutturale va oltre me...va oltre Feltri, va oltre Berlusconi, ci sono logiche che non riguardano il Fini, il Casini, il Buttiglione, questo e quell'altro. Sono altri, miei cari». »

Qua e là ci si è blandamente interrogati sulla composizione del cerchio sovrastrutturale, chi mai passa sopra la testa dei politici e dei politicanti tutti? Chi mai fa tanta paura da fare comprendere all'istante ai due giornalisti, Porro e Arpisella che è il caso di interromperla quella telefonata?




 

Chi fa tanta paura da non esser mai  nemmeno sfiorato da una inchiesta, da esser passato indenne ed intoccato attaverso anni ed anni di misteri, disservizi, voragini nei conti pubblici, e peggio? Semplice, il vero Potere, quello che resta sempre nascosto e che non vedremo mai davvero con le chiappe sul banco degli accusati , mai in nessun tribunale. Il vero potere è in mano a quelli  che chiedono  che volino di tanto in tanto degli stracci a uso e soddisfazione del popolo bue: Noi.

Nessuno si meraviglia di quello che traspare dalle parole di Arpisella, solo perche tutti sanno, tutti sappiamo e tutti noi partecipiamo , attori e pedine,  di  una recita che va avanti da decenni.

Uno dei nostri quotidiani, e non ricordo quale, oggi nota che Tremonti è stato bravo a difenderci dalla crisi, ma non altrettanto bravo a cavalcare la ripresa . Anche chi ha scritto questo, cosciente o meno, ha solo recitato la sua brava parte. Una cosa è difenderci ,per quello che si può, dalla crisi . Altro è produrre sviluppo in un paese che è stato caricato dalla zavorra necessaria perchè non voli mai alto. Ai voglia ad esser bravo, prova a fare volare una aquila a cui hanno tagliato le ali!

Un cerchio sovrastrutturale sull'Italia, fa, disfa, decide, ed ha posto le sue mille e mille e mille pedine/ robot, che spesso svolgono nel loro piccolo la funzione frenante senza manco sapere perchè, ma la svolgono ed al Potere, questo serve.

Tutti sappiamo e partecipiamo alla sconcia rappresentazione, vittime predestinate attente solo ad avvinghiarci al primo tavolaccio che l'onda ci porta pietosa e che qualcuno potrebbe sgraffignarci, questo è l'italia.

Come è successo , da quando ?

Solo un poeta poteva percepirlo da subito, solo un grande poeta poteva cogliere con la sua sensibilità la voragine, la grande voragine di insensatezza, indifferenza e delinquenziale trascuratezza in cui stavamo precipitando.  E ce lo ha scritto in chiare lettere .

Pasolini in un bellissimo articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 1 febbraio 1975 sulla "Scomparsa delle lucciole", noto notissimo scritto che fa parte degli scritti corsari. , ci spiega ogni cosa con estrema chiarezza e ci  parla del vuoto di potere, allora non era così evidente come oggi. Difatti molti lessero lo scritto solo come il rifiuto della nuova società dei consumi , che poi detto così allora non significava molto, non penetrava nelle coscienze, si sarebbe dovuto divulgare, urlare quel verminaio che Pasolini aveva iniziato a denudare e che fu invece per lo più liquidato, specie nei testi per scuole, come rifiuto per i valori piccolo- borghesi che " si estende fino ad arrivare al rifiuto per la civiltà."

E chi mai vorrebbe rifiutare la civiltà? Sottile veleno dei libri di scuola!

E quel veleno fu dato in piena libertà in diversi testi probabilmente, la libertà fu favorita dalle circostanze, Pasolini viene ammazzato nel Novembre del 1975. Di certa tematica resta una debole ed incompleta eco, il no acritico al consumismo di certa sinistra, una  mal celata  condiscendenza verso il poeta sentimentalmente ( e quindi irrazionalmente) attaccato ai vecchi valori del mondo contadino, di una civiltà in cui non si aspirava a "beni superflui che rendono superflua la vita) ma composta da " consumatori di beni estremamente necessari; ed era questo, forse, che rendeva estremamente necessaria la loro povera e precaria vita),

 I Compagni dell'epoca non condivisero queste analisi, intanto per molti di loro la civiltà contadina doveva  sparire quanto prima, i suoi valori schifati e demonizzati andavano distrutti.

Ufficialmente i Compagni amanti del progresso,  "non rifiutarono la civiltà" , quindi, pure urlazzando contro il consumismo, in realtà  non aderirono alla critica a quella civiltà che avanzava, con la TV, il consumismo, l'edonismo come diritto, nuovi valori che si affermavano con grande presa sui giovani, TUTTI, Compagni rossi e compagni neri , bianchi, di qualunque colore, poveri pinocchi alla ricerca del campo dei miracoli! Come rifiutare la civiltà  che portava tante belle cose, che liberava da tanti doveri e assicurava  diritti?

Nessuno quindi rifiutò la civiltà e tutti, conquistata una macchina, una lavatrice, una Tv, aspettavamo che il miracolo economico italiano,  sebbene stento , proseguisse poi secondo le promesse, sognavamo che   sarebbe toccata anche a noi una vita al livello dei nostri corrispondenti in Europa, che  anche  da noi, come stava succedendo altrove, senza arrabbattarsi, senza vender l'anima al diavolo, si potesse raggiungere la serenità di un comodo e sudato benessere.

Invece da noi succede qualcosa d'altro che nella ultima parte del suo scritto Pasolini spiega, e che  illustra benissimo quello che oggi noi soffriamo e soffriremo.

Molti affermano che fu profetico, balle. Non si tratta di profezie, si tratta di sapere, di capire e denunciare, e solo lui lo ha fatto, perchè davvero Pasolini amava gli italiani, quello strano poeta credo che davvero a modo suo li amasse questi italianucci, divisi, un po' ottusi, facili servi, padroni arroganti, li amava tanto da morirne forse.

 

"La spiegazione è semplice: oggi in realtà in Italia c'è un drammatico vuoto di potere. Ma questo è il punto: non un vuoto di potere legislativo o esecutivo, non un vuoto di potere dirigenziale, né, infine, un vuoto di potere politico in un qualsiasi senso tradizionale. Ma un vuoto di potere in sé. 
Come siamo giunti, a questo vuoto? O, meglio, "come ci sono giunti gli uomini di potere?". 
La spiegazione, ancora, è semplice: gli uomini di potere democristiani sono passati dalla "fase delle lucciole" alla "fase della scomparsa delle lucciole" senza accorgersene.

Per quanto ciò possa sembrare prossimo alla criminalità la loro inconsapevolezza su questo punto è stata assoluta; non hanno sospettato minimamente che il potere, che essi detenevano e gestivano, non stava semplicemente subendo una "normale" evoluzione, ma sta cambiando radicalmente natura.


Essi si sono illusi che nel loro regime tutto sostanzialmente sarebbe stato uguale: che, per esempio, avrebbero potuto contare in eterno sul Vaticano: senza accorgersi che il potere, che essi stessi continuavano a detenere e a gestire, non sapeva più che farsene del Vaticano quale centro di vita contadina, retrograda, povera. Essi si erano illusi di poter contare in eterno su un esercito nazionalista (come appunto i loro predecessori fascisti): e non vedevano che il potere, che essi stessi continuavano a detenere e a gestire, già manovrava per gettare la base di eserciti nuovi in quanto transnazionali, quasi polizie tecnocratiche. E lo stesso si dica per la famiglia, costretta, senza soluzione di continuità dai tempi del fascismo, al risparmio, alla moralità: ora il potere dei consumi imponeva a essa cambiamenti radicali nel senso della modernità, fino ad accettare il divorzio, e ormai, potenzialmente, tutto il resto, senza più limiti (o almeno fino ai limiti consentiti dalla permissività del nuovo potere, peggio che totalitario in quanto violentemente totalizzante). 
Gli uomini del potere democristiani hanno subito tutto questo, credendo di amministrarselo e soprattutto di manipolarselo. Non si sono accorti che esso era "altro": incommensurabile non solo a loro ma a tutta una forma di civiltà. Come sempre (cfr. Gramsci) solo nella lingua si sono avuti dei sintomi. Nella fase di transizione - ossia "durante" la scomparsa delle lucciole - gli uomini di potere democristiani hanno quasi bruscamente cambiato il loro modo di esprimersi, adottando un linguaggio completamente nuovo (del resto incomprensibile come il latino): specialmente Aldo Moro: cioè (per una enigmatica correlazione) colui che appare come il meno implicato di tutti nelle cose orribili che sono state, organizzate dal '69 ad oggi, nel tentativo, finora formalmente riuscito, di conservare comunque il potere. 
Dico formalmente perché, ripeto, nella realtà, i potenti democristiani coprono con la loro manovra da automi e i loro sorrisi, il vuoto. Il potere reale procede senza di loro: ed essi non hanno più nelle mani che quegli inutili apparati che, di essi, rendono reale nient'altro che il luttuoso doppiopetto. 
Tuttavia nella storia il "vuoto" non può sussistere: esso può essere predicato solo in astratto e per assurdo. È probabile che in effetti il "vuoto" di cui parlo stia già riempiendosi, attraverso una crisi e un riassestamento che non può non sconvolgere l'intera nazione. Ne è un indice ad esempio l'attesa "morbosa" del colpo di Stato. Quasi che si trattasse soltanto di "sostituire" il gruppo di uomini che ci ha tanto spaventosamente governati per trenta anni, portando l'Italia al disastro economico, ecologico, urbanistico, antropologico. 
In realtà la falsa sostituzione di queste "teste di legno" (non meno, anzi più funereamente carnevalesche), attuata attraverso l'artificiale rinforzamento dei vecchi apparati del potere fascista, non servirebbe a niente (e sia chiaro che, in tal caso, la "truppa" sarebbe, già per sua costituzione, nazista). Il potere reale che da una decina di anni le "teste di legno" hanno servito senza accorgersi della sua realtà: ecco qualcosa che potrebbe aver già riempito il "vuoto" (vanificando anche la possibile partecipazione al governo del grande paese comunista che è nato nello sfacelo dell'Italia: perché non si tratta di "governare"). Di tale "potere reale" noi abbiamo immagini astratte e in fondo apocalittiche: non sappiamo raffigurarci quali "forme" esso assumerebbe sostituendosi direttamente ai servi che l'hanno preso per una semplice "modernizzazione" di tecniche. Ad ogni modo, quanto a me (se ciò ha qualche interesse per il lettore) sia chiaro: io, ancorché multinazionale, darei l'intera Montedison per una lucciola. "

 

Ormai il colpo di Stato si è compiuto, perfetto e silenzioso, mentre mani abili ci invitavano all'immortale gioco delle tre carte, il banco si è arraffato il piatto. Moneta e potere, moneta e Costituzione,  moneta e Giustizia, moneta e Istituzioni, moneta e Sanità, moneta e scuola, moneta ed anima. Ma lo Stato che non può condurre una sua politica monetaria, uno Stato che ha una Costituzione che vale a metà, uno Stato che non riesce ad esercitare una Giustizia Giusta, Uno Stato che rinuncia al  welfare per dare i soldi dei cittadini al Padrone, uno  Stato  in mano a burokrati super pagati , comandato dall' alto da altri burokrati super pagati e sconosciuti alla popolazione, uno  Stato siffato, che roba è se non una rappresentazione, una finzione scenica alla quale vengono date  dall'alto le battute?  E  a Pasolini fu risparmiato lo scempio del 1992, il britannia, la svendita del  Paese, il compiersi del Colpo di Stato Perfetto: la distruzione dello Stato.

A simbolo dell'avvenuto Colpo di Stato: toglieremo il vecchio crocefisso dalle aule e metteremo il marchio delle multinazionali. La chiamano laicità, ma non è vero, si sostituisce ad una religione millenaria una altra religione, esplicita e spiccia, quella che piace al vero Potere. Quanto alle lucciole, in realtà in un paese di morti viventi, non frega a molti delle lucciole.

 

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  Commenti (1)
1. Parole Sante
Scritto da Franco Parpaiola website, il 12-10-2010 16:33
Salve Marista. 
Roger,difatti le cose stanno proprio cosi, non hanno ancora capito che il Crocifisso durerà ihn ez terno, mneter i loro diogmi industriali è bancari li hanno e c'hanno già distrutti tutti quanti. 
Ciao 
Franco

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