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Autority deboli e senza poteri? PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 03 maggio 2008

 

Non sarà che stavolta ho esagerato?

 

Quanto è avvenuto circa la diffusione delle dichiarazione dei redditi dell’anno 2005 da parte della Agenzia delle Entrate è sintomo di una debolezza che non può più andare avanti. Si è detto che i Sindacati debbano essere rinforzati, si è detto che i Ministeri debbano addirittura aumentare, ma dei poteri delle Authority si parla sempre troppo poco.

Nei fatti chi riesce sempre a risultare onnipotente, sono  gli Istituti di Credito e, come è evidente, l’Agenzia delle Entrate (ed ultimamente possiamo vedere anche la nuova star del momento, cioèEquitalia) ed altre strutture libere di agire manipolando il denaro delle utenze.

Le Authority, invece, tendono sempre a rimanere “a metà”, come mancanti di qualche cosa: in parole povere mancano di poteri coercitivi. Si può notare che, quando un Garante tenta semplicemente di fare quello che sarebbe il suo dovere, si trova sempre l’organo o l’istituzione pronto a “zittirlo”.

In questo caso specifico, il Garante dell’Authority della Privacy, Francesco Pizzetti, ha sollevato la polemica, riuscendo repentinamente a bloccare la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi degli Italiani (anche se non troppo velocemente: il danno oramai è bello che fatto, i nostri dati, Signori e Signore, si possono scaricare senza troppa difficoltà dal “Mulo”, ovvero e-Mule).

Ovviamente Visco si è permesso di obiettare affermando che rendere pubbliche  le dichiarazione dei redditi ed anche i dati personali degli italiani sarebbe  «un fatto di trasparenza, di democrazia». Evidentemente il viceministro dell’economia non vede alcun tipo di problema, come se il Garante della Privacy avesse sollevato una questione inesistente: “c'è in tutto il mondo, basta vedere qualsiasi telefilm americano”.

Davvero ci domandiamo quali telefilm fruisca Visco, in quanto leggendo il Corriere della Sera scopriamo che in tutto il mondo non ci sta un bel nulla di ciò di cui lui parla (nel Regno Unito i dati delle dichiarazioni dei redditi possono esseri visualizzati solo dopo aver ottenuto una liberatoria; in Irlanda solo gli evasori fiscali vengono messi alla berlina; in Germania, invece, questi dati non possono essere assolutamente visti), soprattutto in riferimento al contesto americano:

USA, DICHIARAZIONI PRIVATE - Le denunce dei redditi sono strettamente private negli Stati Unti e non sono mai rese pubbliche dall'IRS, il fisco americano. «Negli Stati Uniti tutte le informazioni personali riguardanti il contribuente sono protette dalla Federal Tax Law - ha spiegato all'Ansa il portavoce dell'IRS, Andrew DeSouza -. Nessuna informazione privata, come nome, numero sicurezza sociale, indirizzo, numero di telefono, reddito può essere reso pubblico. Noi rendiamo accessibili al pubblico, sul nostro sito Internet, solo dati statistici generali, senza alcun riferimento comunque a informazioni di tipo personale».

Le Authority, segnalando questo genere di irregolarità e anomalie (perché non possiamo definirle in maniera diversa), non fanno altro che il loro dovere, compreso all’interno dei loro poteri che sono per ora limitati (o forse rimarranno per sempre così minimi).

Come già abbiamo potuto constare per quanto riguarda il corretto operato del Garante dell’Antitrust ed ora con il Garante Francesco Pizzetti, le Authority sono importantissime e, data la licenziosità di certe strutture, diventano addirittura essenziali  e ciononostante   risultano limitate e poco potenti.

Quanto meno, possiamo dire che i Garanti delle Authority guardano dei telefilm americani più confacenti alla realtà e meno fantascientifici di quelli che evidentemente vedono Banche, Assicurazioni e Fisco…

Francesca Lippi

 

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