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DROGA proibizionismo ha fallito, non se ne parla ma Marco Pannella punta il dito verso le carceri PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
domenica 26 giugno 2011

ipocrisa sulla droga

Da poco è stato reso pubblico, temo nel silenzio tombale dei media, il rapporto ONU della Global Commission on Drug Policy, che di fatto certifica quello che è sotto gli occhi di tutti in una evidenza imbarazzante:il proibizionismo contro le droghe ha fallito senza possibilità di dubbio.

 

Il rapporto ONU  (Global Commission drug Policy) è firmato da prestigiosi nomi della politica, dell’economia e della cultura mondiale. Sentite cosa hanno avuto il coraggio di scrivere (sembrano parole di Marco Pannella):




●  per 50 anni si sono riempite le prigioni,  sprecando milioni di dollari dei contribuenti e rafforzando il crimine

la criminalizzazione e le misure repressive,  rivolte a produttori, trafficanti e  consumatori, hanno fallito.

●  la polizia non basta: i tossicodipendenti sono pazienti e non criminali

●  le politiche antidroga devono essere “improntate a criteri scientificamente dimostrati“, “basate sul rispetto dei diritti umani“  e devono coinvolgere famiglia e scuola

Ecco i numeri della disfatta (consumatori di droghe 1998 – 2008):

●  oppiacei:  da 13 milioni  a 35 milioni

●  cocaina: da13 milioni a 17 milioni

●  cannabis: da 147  a 160 milioni

Firmato: Kofi Annan. Ferdinando Cardoso, George Schultz, George Papandreu, Paul Volcker, Mario Varga Llosa, Javier Solana,  Ernesto Zedillo, Carlos Fuentes.  Branson. ecc. Ecc.( Fonte eco news)

Recentemente, sul'onda dei risultati del Global Commission, a Roma i Radicali hanno organizzato un forum : "Media e droga: l'influenza dei media sui fenomeni e sulla percezione dei fenomeni" .

Non mi sembra che l'argomento in Italia venga recepito, non dico dai torpidi media tradizionali, ma neanche dal mondo della rete, non comunque con la attenzione che l'argomento meriterebbe e che a detta di Staderini, segretario dei radicali, invece trova in tutto il mondo.

Era presente al congresso Antonio Costa che è stato direttore dell'agenzia antidroga delle Nazioni Unite. Insomma sia Costa che il prof. Morcellini, sono della opinione che più che lla repressione , ci si debba rivolgere alla terapia, mentre 3/4 delle spese sono usate per la repressione" Un bravo a Costa, che sul campo, lavorando minuziosamente a all'anti droga, è arrivato a cambiare sostanzialmente il modo di approcciarsi al problema, cosa che non credo sia avvenuta a Pino Arlacchi il quale non sembra aver cambiato le posizioni originarie, nonostante i macroscopici insuccessi anche da lui registrati nella funzione di direttore della agenzia della Antidroga ONU

Da un documento del 2006 di Franco Corleone: "..A distanza di trent’anni possiamo continuare a rispondere in modo negativo: la macchina repressiva, con le ingenti risorse a essa destinate, ha dimostrato per intero il proprio fallimento. Nonostante ciò, l’investimento per la lotta al narcotraffico, per quella war on drugs che in verità è più spesso una guerra ai consumatori, si è ingigantito.

La domanda allora diviene: com’è possibile che, di fronte ai costi umani e a quelli sociali, non vi sia stato il doveroso bilancio e la altrettanto doverosa e conseguente resipiscenza?

Uno dei motivi è certo il fatto che l’approccio autoritario poggia su un sistema che consente un business economico dai mille volti e ha creato una struttura di potere internazionale assolutamente incontrollata. Ma l’altra fondamentale ragione consiste nel fatto che alla base è stata costruita una vera e propria filosofia, che vede nel consumatore di sostanze, sia esso o meno tossicodipendente, un “nemico appropriato”, per dirla con Nils Christie, una figura su cui più agevolmente è possibile costruire, motivare, e rendere socialmente apprezzato, il modello securitario di gestione della diversità o, sia pure, della devianza.

Nel paradigma securitario, che produce un sistema penale massimo, si fa uso simbolico del penale e del carcere, sia per acquisire consenso, sia per produrre − e governare al tempo stesso − la paura diffusa. Il carcere diventa allora un deposito di “vite a perdere”, un magazzino di corpi.

Dell’illusione repressiva, moralismo autoritario e proibizionismo costituiscono altrettante architravi. E la droga è la madre di tutte le proibizioni, legittimata dalla – presunta – pericolosità per il corpo e per l’anima."

Basta seguire un poco questo argomento per rendersi conto del fatto che per lo meno un dibattito serio e si spera non eterno, è ormai necessario

Marco Pannella ha iniziato il 19 Aprile uno sciopero della fame deciso per portare alla attenzione della opinione pubblica sonnacchiosa e dei politicanti in tutte altre faccende affaccendati, la situazione vergognosa in cui sono abbandonate le carceri in Italia, fatiscenti spesso, affollate sempre:  67.174 erano i ristretti in carcere al 31 maggio, ma il sistema ne potrebbe contenere 45.551. Moltissimi carcerati sono detenuti in attesa di giudizio, o drogati, le leggi in materia di uso o spaccio, andrebbero in ogni caso riviste, il risultto comunque è che oggi in 12 metri quadrati nelle celle vivono tre detenuti ( al di sotto dei 7 metri quadri per detenuto previsti nel 1991), mentre nei vecchi istituti penitenziari, dove i soffitti sono alti 3 metri e 20, si possono “incastellare” tre, talvolta quattro letti. Con il risultato di cadute notturne, fratture e, talvolta, morte del detenuto.

Marco è anziano, eppure con un ferreo sciopero della fame e delle sete che lo ha prosciugato, si batte per fare capire ad una società distratta che anche chi è in carcere ha diritto a conservare la propria dignità, se non si possono costruire nuovi penitenziari , ci si decida a trovare delle pene alternative. Si vari una amnistia. Sembra che per lo meno parte del mondo della politica si stia rendendo conto che il problema c'è e va risolto, Napolitano si è fatto vivo, speriamo apra la strada.








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  Commenti (1)
1. Il male è politico.
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 27-06-2011 06:02
Salve Marista 
Personalmente parto dal presupposto che la Droga è un veleno che distrugge sia la Mente sia il Corpo Umano, arrecando danni non indifferenti a tutto il tessuto sociale di una Nazione. 
Partendo pertanto dai danni che la Droga arreca prima al singolo individuo e in linea progressiva, alla sua Famiglia e infine alla Società e guardando bene e valutando con attenzione questi drammi, privati e sociali per forza di cose dobbiamo ammettere che, sia la Coltivazione sia lo spaccio della Droga vanno combattiti ad oltranza. 
Lasciamo perdere per un momento i bei discorsi dei politici e le statistiche e andiamo al Fronte, la dove il veleno che scaturisce dal consumo della Droga miete le sue vittime e chiede il suo tributo di degradazione sociale. 
Al Fronte capiresti che il problema è politico, che è figlio dalla politica e che lo si può solamente risolvere politicamente. 
La povertà, quale fertile terreno dove nasce la disperazione, è un terreno fertile dove germoglia l’oblio che, sia il consumo di alcoolici sia di narcotici regala ai disperati o ai labili della Società Umana; pertanto possiamo benissimo dire che la povertà, magari accompagnata dall’ignoranza, è fautrice dell’inasprimento dei sentimenti sociali, ed è la causa principale di tutti i mali, soprattutto quello del consumo di stupefacenti e di alcool nella Società. 
Il fenomeno sociale della povertà, è un fattore politico, facilmente risolvibile in chiave politica, e non con la repressione giudiziaria, la quale non fa altro che creare ancor più povertà e disperazione. 
La depravazione mentale e sociale predicata e praticata dai radicali poi non fa altro che peggiorare il problema, difatti la libertà del singolo esiste solo nel rispetto altrui e della comunità, non nella libera scelta di fare ciò che si vuole quando si vuole e come si vuole, questo tipo di forma sociale da Sodoma und Gomorra avrebbe già estinto da migliaia di secoli ormai, l’intera Umanità.  
È perfettamente inutile che quelli delle NU e tutti i loro simili vengano riempirci la testa di cifre e di numeri, i metri cubi, le tonnellate di soldi spicci che giornalmente da tutte le Banche e Casse rurali del Mondo, come piccoli ruscelli affluiscono alle Banche Centrali, per poi sparire apparentemente nel nulla, formano alla Fine del loro pellegrinaggio tra i vari conti bancari nelle Banche di mezzo mondo un’immane Fiume di soldi ancora più grande e possente della foce del Rio delle Amazzoni, che si riversa soprattutto nelle banche svizzere, sono già grandezze sufficienti che bastano a dimostrare la demagogia dei Governi, delle NU e di tutti i loro solerti Funzionari. 
La guerra della Droga in Columbia negli anni passati ha dimostrato che un’efficace e determinata Politica antidroga e possibile e raggiunge i suoi scopi, se non magari estirpando, senz’altro però riducendo drasticamente le coltivazioni della Coca ad esempio, tanto che da quanto vediamo, il Narcotraffico si è spostato nel Messico e le uccisioni in Massa che succedevano prima nella Giungla amazzonica in Columbia, ora succedono di fronte agl’occhi del Mondo intero per le Strade messicane e le possiamo quasi giornalmente ammirare in diretta TV.  
Pertanto la lotta alla Droga la si combatte e la si può solo combattere solamente quando esiste la volontà Politica di farlo, non certo con le belle tabelline di Pitagora pubblicate dagli ipocriti delle NU, e tanto meno con eventuali scioperi della fame, sempre incompiuti, di Marco Pannella. 
Marista, prova per un momento paragonare la logistica della Guerra alla Droga con la logistica dell’Oro di Napoli e capirai subito dove si nasconde il problema. 
Fatto? 
Brava, ora prova ad applicare la filosofia e le soluzioni indicate per curare il male della Droga anche all’Oro d Napoli e immaginati cosa succederebbe a quella Città. 
La povertà sociale vettore principale di tanti mali alla quale dobbiamo aggiungere la povertà mentale di tanti politici e funzionari all’UE e alle NU, vanno combattute in ugual misura, la prima forma di povertà, creando i presupposti per il ripristino dei posti di lavoro perduti, mentre la seconda forma di povertà mentale, quella politica, la si deve combattere terminando i magnacci della Società.  
Un altro modo non esiste. 
Il mio amico sbirro che ora in un Ospedale da qualche parte in Baviera sta combattendo una Guerra già persa in partenza, contro un male che non perdona me lo diceva sempre: Il male è politico e solo estirpando radicalmente possiamo eliminare le brutture nella nostra Società. Sappiamo chi costoro sono, (i politici) sappiamo dove abitano, non capisco perche non facciamo tabula rasa una volta per tutte. 
Gli sbirri brasiliani hanno risolto in parte il problema istituendo i cosiddetti squadroni della Morte, e da allora le cose vanno in po’ meglio. 
 
Anni fa, sui sedili dei Water del Bundestag furono trovate tracce di cocaina, lo stesso da quanto lessi pure in quelli del Parlamento Italiano, e io cretino che credevo che la cocaina si aspirasse con il naso… 
Ciao.

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