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FRAMMENTI DI MARISTA N.7 I"bravi ragazzi italiani" PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 04 febbraio 2009


I “ bravi ragazzi”italiani che delinquono

I figli so piezze  ‘e core, è vero, ma meravigliano questi genitori prodotto della cultura del buonismo e del permissivismo che commentano le bravate dei loro figlioli : i ragazzi pescati a delinquere sono tutti “bravi ragazzi”, vien da temere che i cattivi ragazzi “ siano quelli che non si incannano, non stuprano, non corrono come pazzi ammazzando innocenti, non bulleggiano a scuola e via cantando, sballando e, saltando e sprangando a volontà .

Vediamole in breve un po’ di imprese dei nostri bravi ragazzi

Trento

I più giovani  sono  gli eroi di Trento. Hanno cominciato  “bigiando” la scuola e fin qui, niente di nuovo. Tre ragazzi e una ragazza sono andati a casa di uno del gruppo, hanno bevuto fino ad ubriacarsi , i maschietti  hanno violentata l’amica,.

Questo accadeva a Dicembre. 17, 15, 14 anni. Pena: 6 mesi di comunità per il più grande e 2 mesi per uno ai più piccoli, sperando che ora in comunità  non vengano eruditi  su quali sono i valori che contano da un qualche  ex terrorista o un qualche maniaco tipo Izzo e comunque pare difficile che in 6 o due mesi i  “bravi ragazzi” possano superare il baratro di miseria di sentimenti e valori in cui si trovano, grazie a una educazione sbagliata?  Alla mancanza di educazione? Ad una scuola che ha abbandonato la funzione di indirizzo  che non sia politico, ma di  educazione  e formazione mentale,  ma che evidentemente troppo spesso  si contenta di mettere nei cervellini 4 nozioncine  e due o tre slogan? Al degrado ed al vuoto della cultura? All’abbandono ed alla lotta condotta ai valori tradizionali?

Beh, toglietevi dalla testa queste datate baggianate, la colpa  ( è la vulgata che impera ) è di tutti noi, anche di chi è riuscito a tirare su  figli normali ( un tempo esser per bene era la norma ) , quindi chi ha fatto questa infamia di tirare su figli normali è un borghesuccio e chi sa che nasconde l’infame borghesuccio nel suo armadio,.

La colpa è del mondo borghese ( anche questo piace dire e senza vergogna),  residuato nonostante le lotte ed i colpi, un mondo  dal cervello ristretto e incolto,  che è contro le canne, che è contro le droghe, che  non abbandona i figli nelle mani degli ideologi illuminati , che non fa frequentare ai figli i centri sociali, che non li manda ad ammazzare poliziotti ed a farsi ammazzare  nelle piazze, che barbosamente cerca di insegnare ai figli quei valori che hanno fatto si che questo paese,   creasse, intraprendesse,  brillasse nelle arti e nelle scienze, componesse musiche indimenticate ed erigesse monumenti che ora non fanno tendenza in patria, sostituiti ,  secondo certa cafona intellighenzia , con scatoloni di cemento “firmati” ottimi per la villa di un cinematografaro del tempo che fu.

 

 

 




Nettuno.

Anche questi  di Nettuno sono dei bravi ragazzi che hanno fatto una “stronzata” , queste  almeno le incredibili parole della mamma del più piccolo del gruppazzo che ha dato fuoco ad un barbone, che essendo indiano, ha fatto notizia e scalpore, per fortuna almeno questi non  la faranno sostanzialmente franca come invece forse succederà per quelli che a  Rimini hanno dato fuoco ad un barbone, ma italiano, quindi  essere umano che  per certuni  può pure morire ammazzato, non è utile alla nobile causa: fare passare gli Italiani per razzisti assatanati  perché governa la destra.

 


Rimini

 


Andrea Severi giace da tre mesi in un letto al quinto piano dell’ospedale di Padova, le gambe ustionate.

Tre mesi fa circa, 4 bravi ragazzi di Rimini  hanno dato fuoco ad Andrea Severi barbone ed apolide. Da  allora il povero uomo  è al  Centro ustioni,  non ha  lasciato la  stanza del reparto se non per essere trasportato in sala operatoria. «Si sveglia ancora in piena notte in preda agli incubi - dice il dottor Bruno Azzena, il direttore del reparto -, si vede avvolto dalle fiamme, paralizzato dal terrore».

Il più grande, quello che ha materialmente appiccato il fuoco, per ora è in carcere, gli altri ovviamente sono liberi e poveretti subiscono pene alternative, uno deve assistere un handicappato, un altro un malato di Parkinson, il terzo i barboni aiutati dalla Caritas. Il pm che segue l'inchiesta, Davide Ercolani, difende con convinzione questa scelta: «Non sono a casa nella bambagia, lavorano tutto il giorno, devono pulire il sedere a gente che sta male, la loro è una condizione severa.

Il principio sarebbe giusto, ma i dubbi su come viene applicato sono molti, che poi sia una condizione “severa” lo vadano a raccontare a mia nonna.

Viterbo

Qui i  ragazzi  vengono definiti bulli,  vivono in una casa-famiglia,  anche di questi si è parlato poco, ed anche in questo caso  la vittima non è rilevante ai fini di uno scoop, è italiano, che crepi e zitto.

Uno dei bulli ha  18 anni appena compiuti, è indagato per violenza privata, lesioni, molestie e maltrattamenti in famiglia ed è stato sottoposto dal gip all'obbligo di presentarsi quotidianamente in questura. Immagino che scomodità per il povero giovanotto dover ottemperare alla "severa " prescrizione.

Gi altri due sono stati denunciati alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minori di Roma per gli stessi reati.


Il ragazzo vittima degli episodi di bullismo,  un italiano quindi mediaticamente merce di poco valore, era stata sottratto alla famiglia d'origine per la gravissima situazione di degrado in cui viveva ed era stato affidato dai servizi sociali alla struttura viterbese ,perchè stesse meglio immagino. Gli altri tre, uno dei quali, il diciottenne, è figlio di immigrati, erano finiti nella casa-famiglia dopo aver commesso una lunga serie di reati. 

E ognuno vede la logica di mettere un ragazzino vittima di ambiente degradato e incensurato insieme a degli avanzi di galera, debbono aver studiato molto e bene gli operatori che hanno preso queste decisioni a cuor leggero.


Il più piccolo, in particolare, era stato già arrestato dalla squadra mobile di Viterbo per violenza sessuale, commessa in un paese della provincia, "un bravo ragazzo" che  dopo aver trascorso un breve periodo in un carcere minorile era stato sottoposto a un programma di reinserimento sociale che prevedeva, appunto, l'affidamento a una casa-famiglia.  Senza parole.

Il terzetto di bravi ragazzi  ha sottoposto la vittima a  vari episodi di violenza, li chiamano bulli, ma  lla lettura esatta è "delinquenti" : gli hanno rotto le costole a pugni e calci, lo hanno quasi asfissiato col pepe, ed  hanno avuto per il povero ragazzino, incensurato ed italiano, doppiamente inutile quindi, altre amene attenzioni ,  e nessuno se ne è accorto mai .

Speriamo che le  altre strutture  che i servizi sociali controllano non siano tutte così, altrimenti si rischia che i giovani “severamente puniti" ed accolti in comunità per essere condotti sulla retta via,  vadano in realtà a perfezionarsi, con buona pace degli operatori del sociale , magistrati, sociologi , psicologi, dai quali non ho ancora sentito una   parola che indicasse una presa di coscienza del fallimento delle loro teorie buoniste  tanto spesso brillantemente  esposte nei  loro sermoni  televisivi.

 

Finisco qui questo desolante elenco che potrebbe continuare all’infinito .

 Sta di fatto che si deve invertire la rotta, abbiamo sbagliato evidentemente ,  e chi ha sbagliato di più la smetta di dare vilmente la colpa alla società.

I genitori che hanno abdicato alle loro responsabilità, si facciano un esame di coscienza. Gli operatori del sociale, se ne facciano almeno due di esami di coscienza e la smettano di scemenzare in TV, lavorino, che sarebbe un lavoro duro il loro,  ma  di soddisfazione se fatto con amore , altrimenti lo possono sempre cambiare.

I politici che amano  fare i conductator di folle di giovani incannati, inferociti e montati ad arte, facendone arma impropria di lotta politica, comincino a vergognarsi insieme ai genitori che lasciano i figli in mano a questi irresponsabili
di qualunque credo  i burattinai nell'ombra, dicano di essere.

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