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Marista
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Leggere & Scrivere Gennaio 2012 ora la mano sta a noi . La poesia del freddo PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 30 dicembre 2011

Neve di Gennaio
Ci siamo quasi, il 2012 sta per arrivare, accogliamolo bene, senza illusioni e senza paure per il tempo che verrà, si ha paura solo di quel che non si conosce, ma ormai ognuno di noi ne sa un po' di più di quello che ci accade intorno, cadono i veli, non è quindi momento di paure, bensì di coraggio, forza e fiducia in se stessi: non abbiamo più scuse, lo vedete bene non abbiamo più padrini, se mai ne abbiamo davvero avuti. Questo è un vantaggio, se vorremo non avremo nemmeno padroni, il gioco in questo senso è in mano nostra,  nella nostra testa, trasformiamolo in azioni.









Non mi è piaciuto il 2011, un anno teso, nervoso, incerto. Un anno che man mano con tenace impegno sembrava voler uccidere certezze, sogni, speranze per troppi di noi, ma il lato buono è stata la caduta dei falsi idoli, politici, sportivi e non solo. E si appresta in arrivo un nuovo anno, mentre in molti si affannano a raccontare pietose bugie agli Italiani, in realtà possiamo infischiarcene, pazienza , alle balle ci abbiamo fatto il callo, il 2011 è stato un severo maestro, ormai i più di noi sanno che possiamo contare solo su noi stessi, come fecero i nostri avi. Quello che ci hanno preso, è preso, non è momento di conti, per ora, è momento di ritrovare io credo, quel che vale davvero a nostro modo di vedere e di sentire, per farne gradini di una scala tutta nostra da salire a dispetto di chi, sentendosi forse furbo, vuole che ci si senta vinti e disperati .

Ogni anno nuovo ha diritto ad esser bene e positivamente accolto, a maggior ragione questo 2012 che ci vien presentato come assai difficile, invece  lo accoglieremo come si deve, perchè molti di noi si stanno risvegliando, e nessuno è più servo di colui che non sa di esserlo e che quindi non si ribellerà mai, e per questo sarà anche disprezzato, dai suoi aguzzini,  noi ormai sappiamo molto se non tutto, sappiamo quanto basta per non esser servi, chi non ha capito capirà , altrimenti pazienza. Si, per ora  nel freddo inverno sogniamo  un risveglio generale di consapevolezza, di capacità critica, di amore verso quello che ci appartiene e che non deve mai più essere oggetto di razzie barbare, amore per la NOSTRA TERRA, PER IL NOSTRO CIBO, I NOSTRI PAESAGGI, LE NOSTRE CASE, LA NOSTRA CULTURA, LE NOSTRE TRADIZIONI: Basta razzie da parte di chiunque!!


"E come semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera.. Gibran)


Poesie del freddo, poesie di uomini e donne forti, attimi di comune sentire



GIOVANNA CAPUCCI da Effimera ( le Nuvole)   

Ci siamo smarriti

come uccelli migratori

che non sanno volare

al di là del mare.

C'era un tempo d'estate                                                         

e un tempo di inverno

un profumo di pesca

e di caldarroste fumanti

 

 

 

 

ROSARIO CASTRONUOVO da Almeno torni il vento ( casa ed. Menna)

Al volo                                           

Li prendo al volo

a volte al supermercato

sull'autostrada

mentre parlo

punti di ghiaccio bollenti

sulla pelle

accendo la lampadina

del ricordo,

scendono fiocchi fitti

di poesia



SALVATORE QUASIMODO

 

 Antico Inverno                                                     elleboro antico inverno

Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
cercavano il miglio di uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole:
un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino.


 

Riflessioni sull'inverno di Mario Rigoni Stern

Inverno

...Se ci guardiamo intorno, noi anziani ancora vediamo la nostra fanciullezza: le capriole, le corse nella neve, il freddo, il gelo… non importava nulla e si viveva, mentre la fantasia navigava in modo leggero e si caricava di mistero.

In questi anni abbiamo perso tanto.
Non sappiamo più vivere l’inverno come si viveva una volta. Forse la colpa è dei termosifoni e dell’aria condizionata che ci ha fatto perdere il gusto del passare delle stagioni.
Pensate al focolare, in una cucina di montagna qualsiasi (non occorre essere in una famiglia ricca): in tutte le case solitamente c’era almeno un libro dell’infanzia, e ci si metteva vicino al fuoco per leggere e parlare…
L’inverno vissuto in un’altra maniera: quale dei due scegliere?
Certamente è una tradizione che va recuperata, quella della lettura, anche senza il fuoco, ma pensate che tristezza non avere più il fuoco!
Il fuoco è una grande compagnia. 

il fuoco unisce

....Cerchiamo di liberarci dai nostri condizionamenti e riconquistiamo ciò che ci fa "rivedere le stelle" e non solo in senso metaforico.
Ricordo una notte in Germania, era inverno: che meraviglia! Che silenzio! Un cielo pieno di stelle! Si erano spente tutte le luci e sembrava d’essere tornati indietro non di cinquant’anni, ma di settanta/ottanta.
Nella vostra vita vi auguro almeno un blackout in una notte limpida!


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